mercoledì 12 dicembre 2007

Una minuscolìssima buona notizia


Vomero. Una torma di SdGsuccubi borghesi scomma di sangue un SdG della plebe subanimale assassina !!

Non abbiamo mai dato buone notizie su questo blog finora perchè non ce ne sono, non scherzo. Davvero. E' cosi. Di solito non ce ne sono semplicemente. Ma questa, benchè minuscola e più unica che rara, ci rallegra. E' una perlina.
E allora si dovrebbe far festa, la festa di Piedigrotta, non lasciar passare inosservato un atto cosi nobile dei napulegni borghesi solitamente inzamati di ignavia, indifferenza e mentalità paracriminale, nemici gli uni degli altri e fottutamente soli nei guai di ogni giorno. Quanto sarebbe bello una presa di coscienza dei borghesi SdG Napoletani che si armano e fanno ronde e raids contro i sòrci di dentro i vichi, sarebbe di certo un New Concept & Frontier dell'Ordine Pubblico , visto che non è MAI stato praticato da parte degli uomini delle Istituzioni paracule del Regno di Napoli ( la cui sola funzione pubblica è di : percettori di stipendio)

Leggete qui :
Pietro Pesce, rapinatore trentunenne, ha rischiato il linciaggio, nel tardo pomeriggio di ieri: raggiunto dai titolari della gioielleria che aveva appena assaltato con un complice, nel cuore del Vomero, a pochi passi da via Luca Giordano, il bandito è stato picchiato a sangue e ridotto all’impotenza da un gruppo di passanti che aveva voluto dare man forte ai commercianti depredati. È intervenuto un poliziotto libero dal servizio che ha dapprima sottratto il bandito alla furia della folla inferocita e poi lo ha dichiarato in arresto. Pesce, il volto trasformato in una maschera di sangue, è stato condotto in ambulanza, al Cardarelli, dove i sanitari del pronto soccorso gli hanno medicato ferite e contusioni. Poi è stato ricoverato nel reparto di medicina e piantonato in attesa di essere trasferito in cella. Anche il figlio e la moglie del titolare della gioielleria sono finiti in ospedale. Il primo, Stefano Ciotola, 25 anni, ha riportato contusioni nella colluttazione. Sua madre, che era presente alla rapina, è finita al pronto soccorso perché colta da malore per lo spavento. I rapinatori - in due, volto scoperto e pistola in pugno (che poi si rivelerà una scacciacani) hanno fatto irruzione nella gioielleria di Sergio Ciotola, 56 anni, da nove titolare di «Gli ori di Nelly» in via Solimena, alle 17,30. Nel locale c’erano, oltre al titolare, sua moglie e un figlio. I banditi sono entrati dopo che un anziano (forse un complice) aveva bussato al campanello della porta blindata ottenendo l’apertura. Una volta nel negozio i due giovani, urlando, avevano ordinato al titolare di aprire la cassaforte. Sergio Ciotola, però, ha preso tempo, ha detto che la cassaforte era chiusa con chiavi che in quel momento non erano in loro possesso. Allora i banditi si sono impossessati dell’incasso: un migliaio di euro. E se la sono data a gambe. Ma, davanti al negozio, c’era Stefano Ciotola che ha immediatamente tentato di bloccare i due. Uno è riuscito a fuggire. Il Pesce, invece, è stato bloccato. Ne è nata una colluttazione con i titolari del negozio. Poi è intervenuta la folla. Infine il poliziotto che ha indotto alla calma i passanti ed ha arrestato il giovane. In serata Mario Coppeto. presidente della municipalità ha dichiarato: «Quando la Iervolino e otto assessori sono venuti al Vomero abbiamo chiesto l’immediata entrata in funzione della videosorveglianza. Dopo la rapina di qualche giorno fa alla gioielleria Errico, questo nuovo colpo mi getta nello sconforto». Enzo Perrotta, presidente del Centro Commerciale Vomero: «Noi siamo in uno stato di costante agitazione. Non abbiamo voluto pagare le luminarie di Natale perché è tale il degrado e l’assenza di controllo del territorio che le luci sarebbero state inutili. Stiamo pensano a una serrata, non è più il caso di temporeggiare».


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Il Mattino 12/12/2007
L’INTERVISTA
Sergio Ciotola, 56 anni, da nove è titolare della gioielleria «Gli ori di Nelly» in via Solimena. Luca Giordano. Negli anni passati ha subito numerosi furti. Ma i rapinatori nel negozio non li aveva mai avuti. Mezz’ora dopo l’assalto dei banditi, la colluttazione, il ferimento di suo figlio, è ancora frastornato dagli eventi. Ma non si sottrae alle domande dei giornalisti. Ha avuto paura? «No. Quando mi hanno puntato la pistola contro sono riuscito a prendere tempo e a salvare quello che c’era in cassaforte. Ho detto che non ero in possesso della chiave. Mi hanno creduto. Ed hanno sfilato dalla cassa un migliaio di euro. Ho avuto invece paura per mio figlio, era fuori dal negozio e ha tentato di fermare i due rapinatori». E allora che cosa ha fatto? «Con l’altro mio figlio ho rincorso i banditi. C’è stata una colluttazione sul parabrezza di un’auto. Il parabrezza è andato in mille pezzi. Ha fatto un botto. Ho creduto fosse un colpo di pistola. Poi sono arrivate altre persone. Infine un poliziotto ha bloccato il bandito. Ma il suo complice è riuscito a scappare, dopo che si è disfatto della pistola. Era una scacciacani». Aveva capito che era una pistola a salve? «Al momento della rapina no. Se quell’arma fosse stata vera avrei potuto rimetterci la vita. Ma in quel momento, quando ho visto mio figlio che faceva a pugni con un rapinatore ho pensato solo a difenderlo».
Il Mattino 12/12/07

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