lunedì 31 dicembre 2007

Felice 2008 alle autorità - Un SdG succube rende omaggio

Grazie Presidente Napolitano, perchè sei napoletano e Napule di sicuro ce l'hai int 'o core. Solo che ti sei fatto troppi miliardi col comunismo e te ne sei scappato pure tu a Roma per non sentire più il fetore. Ieri chiedevi accorato al vescovo di Napoli come vanno le cose: la tv e internet, con tutto quel che spendi senza posa, al Quirinale non la tieni? Non ci venire a capodanno a fare lo show al caffè Gambrinus davanti a Palazzo Reale insieme a tua moglie. Potresti scivolare sulla merda e ti rompi l'osso del collo. Hai solo 83 anni, fallo per noi, se vuoi restare nostro Presidente glorioso fino a 99! Stai al potere da 55 anni, campi di politica da 66; qui nella tua Napoli ti hanno votato per 50 anni. Ma come si potrebbe non averti votato? Uno come te! Vedi quanto ti vogliono bene i Napoletani? Campi tu, ci campano sopra pure loro.Tutti teniamo famiglia, pure tu. Tu ci dài a mangiare a noi , noi ti diamo a mangiare a te. La politica è amore e carità per il popolo. No? Ti conviene, per una spassata e una sfogliatella allo storico caffè,finire la tua vita sulla merda di un cane? Poi il Signore ti chiamerà. Tutti dobbiamo render conto. Mica sei come Andreotti? Finirai la tua onorata carriera a 100 anni direttamente dal Quirinale, dolcemente, passerai a miglior vita nel paradiso dei presidenti, mentre fai un discorso di fine anno alla Nazione in tv. Lascia stare sto show di capodanno al caffè Gambrinus.E finirai con gloria il tuo impegno per lo Stato. Dài retta a me, non ci venire, lo diciamo per il tuo bene. Pensa a graziare Bruno Contrada piuttosto, almeno impieghi in modo proficuo al vostro Sistema le tue ore cosi noiose al Quirinale.

Un grazie al divo augusto autore di tutto quanto: il satrapo mediorientale che abbiamo votato, stravotato e acclamato (teniamo famiglia tutti quanti qua e lui esaudisce): Antoniesku Bassolinul, conte romeno di Dracul.

Un grazie alla sua feld-marescialla, Rosa Russa Jervolinka, la sindaka: per mano dei suoi assessori-allo-sfacelo-criminale, tutta Napoli deturpata con centinaia di tabelloni pubblicitari enormi piazzati apposta per coprire i panorami più belli del golfo sublime e i monumenti più insigni. Deve raccattar soldi. Pure lei deve campare. Tappare la voragine senza fondo di 1 miliardo e 100 milioni di euro, che si automoltiplicano a interessi composti, tutto denaro di tasse e gabelle estorti con zelo agli amabili sudditi. L'importante è che state tutti sazi là sul Comune e ci avete potuto strafogare proprio tutti quanti fino alla 7ª generazione; altrimenti accomodatevi, prego, avete ancora 12 ore prima della fine del 2007!
Almeno le potevi far sturare le fogne e tutti i tombini, otturati da 40 anni: quando piovono due gocce si allaga tutta la città e noi ci facciamo i fanghi nella merda. Napoli termale. Semafori spenti, centinaia di km di strade senza manutenzione da 30 anni. Mulattiere. Eccelsi palazzi storici, monumenti, parchi, giardini, trasporti, ospedali, scuole tutto in rovina.

Un grazie da parte di tutti noi, le decine di migliaia di rapinati, scippati, estorti, ricattati, strozzati di usura, disoccupati a 40 anni, fottuti sul lavoro, con stipendi da fame in nero perpetuo, i senza diritti, i "diversamente deambulanti", gli unici in Italia col terrore costante di camminare e finire al pronto soccorso con un coltello nella coscia e nella milza, insomma noi, il bestiame di camorra in questo mattatoio.
Auguri ai 600 parlamentari e 300 senatori pezzottati da 20.000 euro in sù al mese più privilegi fantasmagorici e benefits, al ministro primo Prode Prodi, al ministro Amato per la nostra sicurezza, al prefetto di Napoli, al questore, alla polizia, ai carabinieri, ai magistrati (che giocano a guardie e ladri tutta la loro vita: mettono dentro e tirano fuori, tirano fuori e mettono dentro, giocano e aspettano cosi la pensione), ai giornalisti, lottizzati e politicizzati dai quali non si riesce a sapere altro che montagne di menzogne zuccherate.
Senza di voi ed i 200 clan coi loro 120 morti (119 alle 19.58 del 31/12 - facciamo 120 entro la mezzanotte e non se ne parla più , ok ?) ammazzati fino ad oggi fine anno, senza il loro munnezza-business in combutta coi monarchi locali, non si sarebbe potuta raggiungere una tale gloria finale.

Ancora, grazie. Un grazie ai Napoletani, che festeggiano le loro glorie di fine anno rinchiusi in casa ad affogarsi di sfogliatelle e baccalà e subiscono di tutto, ligi alla secolare tradizione di succubi corrotti e servili. Grazie per aver tolto napoli dalla faccia della terra (con giubilo dei settentrionali, suppongo).

domenica 30 dicembre 2007

SpazzaTour by night - Maddaloni (CE) Rave Party

Scorrerie in auto prima dei rave di Capodanno organizzati la notte per le strade delle città di provincia per l'aggregazione giovanile. Sponsor Regione Campania e Governo Centrale per le politiche giovanili della Ministra Melandri.
Fuckin' fun guaranteed, please join us!

Riceviamo da CLAUDIO S. (grazie!) e pubblichiamo:

"Vivo a bologna da 2 anni, prima stavo a Maddaloni (CE). Questo Natale, come da 18 anni a questa parte, l'ho passato con la mia famiglia di umili terroni. Proprio come quando me ne sono andato mi sono ritrovato avvolto dalla munnezza e mi sono permesso di girare col cellulare e montare questo poco di roba. Lo so che voi già vivete l'incubo ogni giorno, ma i miei amici a Bologna sono rimasti con la bocca aperta."

No munnezza? No party!



Scrivete a: donpedrodetoledo@gmail.com. Passate parola per SdGblog!

sabato 29 dicembre 2007

Lo zoo di Napoli



Per capodanno visitate lo zoo di Napoli coi vostri bimbi, il più grande del mondo. 150 kmq di fauna selvaggia. Collezione delle scimmie più feroci del Regno animale e Baobab di Munnezza per dare riparo e alimento alle specie animali più belle d'Europa. Il fascino dell'estremo.

venerdì 28 dicembre 2007

I Vibrioni del colera. 4.




ESPRIMETE UN VOSTRO SENTITO GIUDIZIO ESTETICO SU QUESTO DIPINTO:
"RITRATTO D'ASSESSORE ALLA CORTE DELLA REGINA ROSA".
ATTRIBUITO AL SOMMO BATTISTELLO CARACCIOLO (1578-1635).
CREATO DURANTE IL SUBLIME PERIODO DEL '600 NAPOLETANO DI CUI QUI GIA' POSSIAMO SCORGERE GLI INFLUSSI CARAVAGGESCHI .
(Opera rinvenuta nei sotterranei di Palazzo San Giacomo, restaurata più volte dato il pessimo stato di conservazione ed esposta da decenni nella pinacoteca privata della Sìnnaca Rosa RussA JervolinA- ingresso a pagamento 20 euro)
Si riprendeee...purtroppo! Strafucati susamielli, roccocò, struffoli e cenoni zàmperi abbàs-ê-pesc? E mmo' spuzzuliàtevi questO qua!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da parte di MOMA, L'ultiMOMAsaniello:

Assessore al bilancio


Il comune di Napoli ha un buco di oltre 1 miliardo di euro (detto in lingua italiana e in valore monetario reale: 2.000 miliardi di lire - ndr). La sfaccimma di tutti gli assessori al bilancio Cardillo quel buco lo sta trasformando in una voragine. Lo swap, l'ultima invenzione delle banche per estorcere del denaro ai comuni; secondo la sfaccimma di tutti gli assessori al bilancio non ci sono dei costi impliciti all'operazione , cioè: hai dei soldi in prestito e li restituisci senza interessi. Dimentica Cardillo che le logiche economiche bancarie sono simili a quelle camorristiche. Il banco vince sempre. Bisogna sottolineare 2 cose importanti:

1) Il tipo di contratto che ha stipulato il comune di Napoli è organizzato in modo tale che dal 2004 al 20011 il comune incasserà (dai 52 ai 70 milioni), mentre dal 2011 il sindaco successore ( Mastella? ) dovrà ripagare il debito (204 milioni)
2) Una delle banche con le quali la Regione Campania ha effettuato operazioni economiche ritenute svantaggiose è la Banca UBS dove alla cui sede di Londra lavora(?) Gaetano Bassolino.

28 dicembre 2007 14.44
( E per gghiònta 'e ruòtolo ,MOMA ha detto...
"gestione attiva del debito"..tzè..che spaccimma di assessore... )
28 dicembre 2007 14.50

giovedì 27 dicembre 2007

Camorra, il nostro sistema mentale

CAMORRA QUESTIONE DI MENTALITA’ (di Giancarlo Nobile)

La camorra, questa endemica mala pianta dell’area napoletana, ha avuto negli ultimi vent’anni una crescita esponenziale, balzando così nelle cronache quotidiane non solo per i suoi delitti o per il suo folclore, ma anche con la sua iniziativa economico-finanziaria, con i suoi rapporti con la politica, con l’ecologia tramite l’ecomafia e via elencando.
Così la camorra è entrata non solo nelle cronache delle attività criminali ma nella vita quotidiana di tutta la società napoletana e nazionale.Questa proliferazione invasiva dell’attività della camorra ha conseguentemente mobilitato gli studiosi: si sono sviluppati dibattiti, si sono scritti migliaia di libri, si sono susseguiti migliaia di articoli e saggi; ha mobilitato le forze dello stato così sono stati arrestati migliaia di camorristi, sono stati celebrati centinaia di processi, è stato inviato l’esercito nell’area napoletana e casertana. Ma la mala pianta camorristica risorge sempre e comunque, purulenta ed infettiva, più che mai.Ma che cos’è quel fenomeno che chiamiamo camorra? Dov’è? Come si struttura? Quali sono e dove sono le sue radici? Probabilmente rispondendo a queste domande, senza remore ideologiche e preconcetti sociologici, potremmo cercare di costruire un percorso positivo, se non del tutto vincente, per confinare, almeno, il fenomeno malavitoso in un recinto fisiologico comune a tutte le società umane.
Per giungere a ciò dobbiamo tenere presente che un ciclo virtuoso passa ineluttabilmente per una metamorfosi: della società napoletana. Tenendo presente che non vi è metamorfosi senza il doloroso abbandono di consolidate certezze ed abitudini.Quella che dobbiamo volere inculcare è la metamorfosi di una mentalità radicata; e questa mutazione passa per un’intima riconversione di modelli culturali consolidati che hanno nutrito quella napoletanità; nella maggior parte dei casi scade in prassi incivili e violente. E' specioso ed inconcludente il discorso di tanti che paventano, in una mutazione della società napoletana la scomparsa della peculiare identità di questa città, come se una città che ha tremila anni di storia e storia di altissimo livello, possa modificare il suo animus eliminando quelle incrostazioni di basso livello che la degradano. La criminalità organizzata che chiamiamo camorra non è e non può essere intesa come un corpo estraneo ma come un importante fattore di regolarizzazione sociale dell’area napoletana (e con essa buona parte dell’area casertana). Infatti essa è un’ importante componente per gli equilibri sociali di consistente popolazione dell’area.
La società napoletana, se la osserviamo bene, è formata da due società che si contrappongono. Ciò si evidenzia se analizziamo le statistiche sull’area da cui balza a prima vista un paradosso: la criminalità cresce sia quando aumenta l’occupazione, sia quando aumenta il reddito pro capite, sia con l’aumento dei consumi, sia se si sviluppa il consumo dei quotidiani, della televisione, dei cinema e dei teatri cioè dei consumi culturali.Si tratta di un paradosso apparente che dipende dal fatto che si considera il territorio napoletano come se fosse abitato, fondamentalmente, da una popolazione omogenea.Ma invece, invece, vi sono due distinte popolazioni: una netta minoranza moderna che aumenta la fruizione di beni culturali, che vive in una imprenditorialità moderna e una popolazione, la maggioranza assoluta, che scivola sempre più nell’incultura, nel tribalismo familistico. Sono due popolazioni che vivono nello stesso quartiere, stessa strada, nello stesso palazzo ma -assurdo ma vero- due linguaggi diversi, due interpretazioni della vita, del lavoro, della società, del costume, della morale totalmente dissimili.
Questa situazione fu ben descritta da Vincenzo Cuoco nel 1821 nella sua Storia del Regno di Napoli (Ed. Procaccino). Infatti affermava: ...'che sbaglia chi considera come unica la nazione napoletana, in realtà sono due: distinte tra loro da due secoli e due gradi di clima.. aggiungeva ‘ ..la prima non vede la seconda perché ha lo sguardo rivolto a Londra o Parigi (oggi diremmo Unione Europea). Questa dualità dopo secoli è sostanzialmente rimasta ed anzi - con la distruzione del tessuto urbano e culturale operato in questi anni e la ghettizzazione dell’immenso ed amorfo hinterland della periferia napoletana (che comprende buona parte del territorio casertano)- questa dicotomia si è rafforzata.

In definitiva nell’area napoletana abbiamo una società moderna di livello paragonabile al resto d’Italia che segue economicamente e culturalmente (molto meno di quello che vorrebbe perché zavorrata) e una società arretratissima, arcaica, medievale, in cui l’unica modernità accolta è la fruizione di modelli simbolici della società consumistica e televisiva ( sotto forma di Trash ed di Kitsch distruttivi dei raporti umani e dell'ambiente -ndr) E' in questa società che l’illegalità è la forma ordinaria di auto-regolamentazione dei conflitti interni accettata.In definitiva, per questa popolazione, la funzione di Stato è svolta dalle consorterie camorristiche; quello che noi definiamo Stato è il nemico invasore, estraneo, che è portatore di valori nemici amorali in conflitto con il loro modello di convivenza e dei modelli etici. Vi sono modelli etici che formano la mentalità camorristica come l’onore, l’appartenenza al gruppo, al potere maschio rispetto alla femmina che è moglie-madonna o prostituta, valori che possiamo vedere tramite le canzoni e le sceneggiate di cantanti in voga presso ‘l’altra popolazione’.
Ma anche questa lettura della struttura è superficiale in quanto nella camorra, come in tutte le società tribali, prevale un codice femminile cioè quel codice materno che è basato sul sangue. Nella camorra prevale il principio materno del clan, del legame di sangue (concreto e simbolico), della solidarietà intesa come complicità criminale tra i membri dello stesso gruppo. Ma questo aspetto lo esaminerò più dettagliatamente in seguito.Le due società non hanno mai dialogato o cercato una mediazione, come acqua ed olio nella stessa bottiglia, sono rimaste per secoli separate.La società che guarda due secoli indietro è sempre vissuta parallela ma sostanzialmente estranea all’altra che mutuava da essa soltanto alcuni aspetti che considerava ‘folcloristici’.La società che guarda all’Europa si è sostanzialmente chiusa in se stessa nella propria 'bottega’; al massimo ha utilizzato l’altra, quella dei lazzari, per giochi di potere (i Borboni e la nobiltà rurale utilizzavano la camorra per controllare il popolo, Garibaldi utilizzò come polizia i gruppi camorristici, il Fascismo inquadrò la camorra nelle sue squadracce, in tempi moderni il laurismo, con le sue scarpe e la pasta regalata, ed il doroteismo andreottiano-gavianeo/craxiota con '0 Posto per incetta di voti.E' quest’ultimo modello che ha prodotto quei psuedo disoccupati organizzati che avvelenano la vita sociale a Napoli). Per rimanere nell’ambito del periodo del dopoguerra si possono leggere i libri di Percy Allum 'Il potere a Napoli', 'Fine di un lungo dopoguerra' e 'Napoli punto e a capo' (Ed. L’ancora del mediterraneo).
La borghesia napoletana ha utilizzato beni e 'servizi' prodotti dall’altra società con una prassi che possiamo chiamare illegalità-legale che va dalle video cassette e musicassette pirata a basso costo, al pane ed altre mercanzie in qualsiasi giorno ed ora, al parcheggio abusivo, alle scommesse ed al lotto clandestino sino alle costruzioni abusive etc. il tutto senza tener conto che ciò, oltre che a formare la società senza l’indispensabile mediazione di regole e leggi, nutre economicamente le attività illegali e la conseguente violenza. In definitiva possiamo dire che la sfaccettata borghesia napoletana è affetta da camorra non conclamata che può degenerare in procedure proprie della camorra.
La società tribale ha fatto irruzione nell’altra negli anni settanta e ottanta quando con la diffusione di massa della droga ha dovuto invadere campi diversi per investire gli ingenti capitali accumulati con tali tradizionali commerci. D'allora la convivenza è divenuta difficile, conflittuale.Il campo invaso, in modo particolare, è stato quello dell’edilizia, attività prevalente nel napoletano, da qui la commistione tra imprese legali ed illegali e la conseguente commistione con i politici che, bisognosi di voti, instaurano il patto scellerato con la camorra rilasciando le licenze ed erogando i finanziamenti come è avvenuto post-terremoto.Negli anni ottanta si è strutturata quella camorra spietata che ha ucciso, tra i tanti, l’innocente Silvia Ruotolo.

L’affermarsi il potere di questa camorra è stato ben descritto da Francesco Barbagallo nel suo saggio 'Napoli fine novecento - politici, camorristi, imprenditori'(Ed. Einaudi).Egli scrive: "...Rispetto ai decenni precedenti, la novità più consistente degli anni ottanta è stata l’espansione della forza della criminalità camorristica che ha acquisito una centralità, mai avuta prima, sul terreno economico finanziario, amministrazione degli enti locali, negli intrecci di rapporti e di interessi con i poteri politici ed istituzionali...".Per rompere questo schema affinché a Napoli si formi una società coesa, una maggioranza di popolazione che rispecchi i valori etico-culturali ed economici condivisi dal resto dell’Europa e dunque non vi siano due società parallele dove una, che ha valori etici condivisi con il mondo civile moderno, guarda allo Stato come regolatore sociale, ed un’altra, che ha valori etici propri tribali, utilizza la sua propria camorra come regolatore sociale. Per giungere a ciò occorre sradicare le radici della forma bivalente della società napoletana, sradicare le radici vuol dire mutare la mentalità di quella maggioranza della popolazione che vive due secoli indietro.
La mutazione della mentalità: Per condurre la maggioranza della popolazione dell’area napoletana a livelli europei occorre intervenire non solo in termini repressivi ed economici - possiamo dire che il problema dell’area non è la disoccupazione e la malavita ma essi sono i sintomi di un male profondo: occorre intervenire su quel male; ogni azione intesa a contrastare solo i sintomi diviene vana e la camorra risorgerà sempre. Ecco dunque che l’affrontare la camorra diviene l’affrontare la mentalità che la sorregge e la nutre. Per far ciò occorre utilizzare in forme nuove la scuola. Affrontare seriamente nell’ambito della scuola la camorra vuol dire pedagogicamente affrontare una mutazione di mentalità.
La mentalità è una sorta di griglia attraverso cui noi leggiamo la realtà per poterla comprendere e poterci rapportare ad essa, assumendo determinato comportamenti. Questa griglia è costituita da tutte le credenze, le idee, gli atteggiamenti e le aspettative nei confronti di noi stessi, del mondo esterno, e dei propri rapporti con esso. Nei fattori determinanti la mentalità bisogna considerare anche quegli elementi di cui l’individuo non ha piena coscienza, ma che possono essere inseriti da altri di cui si ha una manifestazione diretta.La camorra, nata come codice di difesa della plebe napoletana (1656, la peste scoppiò a Napoli spazzando via la nascente borghesia napoletana; il popolo abbandonato dal governo dei Viceré Spagnoli iniziò a chiudersi in se stesso ed auto-governarsi tramite i Juappi (guappi = capofamiglia) che vestivano la gamoras giacchetta come quella dei toreri) ha mutuato la sua mentalità nei codici di famiglia tipici delle società tribali - mutuandone anche il metalinguaggio (padrino - compare ecc) - e della famiglia ha strutturato una mentalità dogmatica, fatta di credenze positive incentrata sull’idea dei ruoli predeterminati e sul concetto di appartenenze e dì autorità’.Ma essendo questi canoni essenzialmente materni il maschio camorrista tende ad esasperare l’aspetto virile. Il legame con la madre (da ciò mammasantissima) è forte non essendoci legami extrafamigliari basati sulla mediazione della legge ma solo rapporti soggettivi di parentela e affiliazione (adozione).
E’ da questo schema che si forma la trasposizione dei codici virili dell’onore della famiglia all’onore dell’organizzazione criminale; tradimento, corna, sangue, fedeltà, codici che formano la commistione tra camorra e famiglia e che nutrono la griglia della sua mentalità. Occorre un lavoro della scuola essenzialmente che abbia una interpretazione antidogmatica e dunque laica della definizione della coscienza personale. Un tragitto che nell’educazione faccia perno sull’etica della responsabilità individuale e sulla ricerca della possibile verità quale criterio di crescita sociale e di decisioni.

Ho scritto di laicità: Ma chi è il laico? Il concetto di laicità è un concetto poliedrico. Normalmente questa figura si presenta come polemica contro il dogmatismo e le prese di posizione dogmatiche. In realtà il laicismo è questo ma non fondamentalmente questo.In origine significava l’uomo profano rispetto all’uomo che sa tutto, all’uomo dominante, all’uomo di spicco, all’uomo che ‘ha l’autorità di dire o di ordinare’ - nella camorra il capozona, capoclan - . Quindi laico è l’uomo che ha bisogno di sentire il parere di tutti perché è incerto sulla propria visione delle cose.In questo caso parlare di laicità equivale a costruire la formazione, tramite un percorso pedagogico, di una persona che scopre nel dialogo con gli altri il mettersi in discussione e mettere in discussione il proprio mondo. Il rompere cioè lo schema familistico amorale in modo che l’appartenenza al gruppo e a ciò che veicola, come ordine dell’esistente e dell’esistenza, può essere messo in discussione e rifiutato.Qui nasce un nuovo concetto esso è l’etica del rifiuto.
Il rifiutare un ordine è un passaggio molto importante nella coscienza di sé. Esso è la fuoriuscita dalla sindrome Eichmann, dal nome del gerarca nazista condannato a morte nel 1962 le cui tesi difensive furono analizzate da Hannah Arendt nel bellissimo libro 'La banaità del male' (Ed. Feltrinelli) . Tale sindrome consiste nell’accettazione di qualsiasi ordine deresponsabilizzandosi da qualsiasi remora etico-morale in quanto questa ricade nella sfera complessiva della famiglia o clan o cosca o partito.
L’obbedienza non è più una virtù diceva, giustamente, Don Milani, ma il rifiuto deve essere accompagnato da una ricerca critica delle motivazioni profonde dello stesso. La paura di essere escluso dal gruppo è la molla che porta ad accettare qualsiasi azione richiesta.La paura è la molla che ha portato i lazzari napoletani a chiudersi nell’ambito familistico che ha poi strutturato la camorra e la violenza, come analizzò Rosellina Balbi in Madre Paura (ed. Pocket Mondatori). L’uomo camorrista vive in uno stato di paura preventiva; ciò lo possiamo cogliere in espressioni gergali tipiche nel napoletano come 'che paura', 'che impressione' o il famigerato 'pare brutto'. Una gabbia che chiude nella rassicurante famiglia e distrugge l’interrelazione sociale.Occorre dunque pedagogicamente un destrutturalizzazione dell’io sociale, con una critica costruttiva in cui l’ io si rende autonomo rendendo il soggetto costruttore di nuove strade esterne alla realtà della sua famiglia.Solo quando si è formato un nuovo io forte che può dunque dialogare pariteticamente e autonomamente con gli altri io scoprendo così l’alterità si può costruire una nuova socialità ed una nuova mentalità.
Se possiamo definire il tutto con uno slogan esso è ‘meno famiglia e più soggettività, meno famiglia e più società.In tutto questo si racchiude la finalità della scuola in zona di camorra. La metamorfosi di un modo d’essere, un modo di interpretare la vita e la società.Una legge speciale per l’educazione in zona di camorraIn un recente sondaggio al primo posto come motivazione delle imprese industriali e finanziarie dell’impossibilità di investire nel napoletano vi era la criminalità diffusa. Già questo avrebbe dovuto far muovere il governo e cercare seriamente di agire. Ma ciò non è mai avvenuto. Le sole azioni sono state azioni placebo come inviare miliardi per Imprese senza radice che poi falliscono o inviare l’esercito per calmare la borghesia spaventata.

Tutte l’azione dei governi succeduti negli ultimi decenni, ove ministri meridionali e napoletani sono stati in maggioranza, diviene comprensibile osservando che quasi tutti i politici della zona sono stati indicati dalla magistratura come complici o direttamente collusi con le consorterie camorristiche come è stato ben descritto nel già citato libro di Barbagallo. Ed oggi con il governo schiacciato su posizioni del Nord Italia, un governo composto da uomini fondamentalmente incolti, senza spirito democratico, dominati dalla paura preventiva come quelli della Lega (la camorra del Nord) e proni ad un padrone che elargisce pseudopotere come il signor B. la situazione diviene ancor di più drammatica.
L’Italia è un paese che ha perso, nel dopoguerra, il treno della modernità fatta di coscienza civile e sociale, di responsabilità personale ed ha imboccato a suon di stragi e tentativi di golpe la via del modernismo cioè un congelamento al tribalismo (di cui il becero Fascismo era la piena espressione) coperto da uno strato di beni consumistici come spiega Guido Crainz nel suo 'Il paese mancato' (Donzelli Editore)La sinistra, in questi anni, costruiva la sua analisi e le sue proposte incentrandole sui problemi economici, ma mai ha posto l’accento sulla questione scuole ed educazione come si evince dal drammatico libro di Tullio de Mauro 'La cultura degli italiani' (editori Laterza); libro che mette a nudo l’arretratezza culturale del nostro paese.Si è tragicamente visto che la questione non è essenzialmente economica quando ragazzi, figli di industrialotti, hanno voluto affermare l’appartenenza nei modelli etici propri di una mentalità tribale uccidendo un ragazzo con la scusa di prendersi il motorino. Ma allargando il discorso basta vedere le statistiche della fruizione dei beni di lusso e si scopre che il napoletano è saldamente primo per questi consumi, non dimentichiamo che la città con il più alto indice di depositi bancari non è nel nord Europa ma è San Giuseppe Vesuviano. Infine, ultimo dato, tra i tanti, che si potrebbero citare, il numero delle Finanziarie che nell’area è tra le più alte d’Europa.
Dunque non vi è povertà ma un modo di essere poveri. Vi è un economia chiusa, asfittica, medievale coperta da un becero modernismo.Ben pochi hanno evidenziato che, rovesciando un luogo comune, non è la ricchezza che produce l’equilibrio sociale ma è l’equilibrio sociale dovuto alla cultura che produce vera ricchezza.Un governo serio e democratico dovrebbe operare per la camorra come si opera con le grandi catastrofi naturali: terremoti, alluvioni, inondazioni. Occorre una ‘legge speciale’ e finanziamenti ad hoc per le zone colpite dal grande cataclisma della mentalità camorristica. E nel contempo una azione preventiva per evitare i sommovimenti malavitosi.Ma questo cataclisma che dura da secoli, coi suoi migliaia di morti, distruzione ambientale - la Provincia di Napoli è stata la prima ad essere dichiarata con Decreto Ministeriale ‘zona ad alto rischio ambientale con il suo infettare il corpo dell’intera nazione - tutto questo non è stato mai affrontato con ‘leggi speciali per l’educazione’ che sradichino la radice della mala pianta.Un’azione educativa deve condurre ad una metamorfosi di un modo d’essere, un modo di interpretare la vita e i rapporto sociali. Certamente quest’azione non può svolgerla una scuola ‘a regime normale’ anche tenendo presente che nel napoletano non vi è mai stata una vera scuola a regime normale.Occorre un progetto educativo forte. Per far questo occorrono un criterio ed una metodologia per affrontare il problema con un atteggiamento costruttivo e responsabile e ciò può avvenire tracciando più linee, delle coordinate, in cui verrà posto il progetto che si vuol mettere in atto.
Queste coordinate sono, da un lato, le finalità morali e le finalità ideali del progetto educativo (possiamo dire che sono gli elementi a lungo, lunghissimo termine) dall’altro, bisogna partire dalle situazioni concrete e a questo punto non si può parlare di area napoletana, ma si deve parcellizzare l’intervento, nella sua visuale e scendere al quartiere, scendere ad un’estrazione particolare di un dato quartiere e ambiente.Così potremo giungere ad cuore di quelle strutture familistico-tribali e operare e infondere quegli stimoli positivi. Tale lavoro è oggi svolto con estrema difficoltà ed abnegazione dai Maestri di Strada guidati da Marco Rossi Doria. Ecco la legge speciale per l’educazione dovrebbe dare strutture e strumenti finanziari a questi operatori.Il primo Assessorato del Comune di Napoli dovrebbe essere quello della Cultura e dell’Educazione sociale e tutti gli altri dovrebbero lavorare per collimare le proprie iniziative a quello principale.

Stimolare i giovani e questo vale essenzialmente per un aspetto negativamente forte dei lazzari ad una consapevolezza dell’autodisciplina e di un ordine acquisito per il riconoscimento autonomo del proprio valore.
Non è vero che il ragazzo napoletano per sua natura sia ribelle. La disciplina costituisce un limite, ma anche una sicurezza. Un argine ad una forza le cui esuberanze danno problemi e creano nervosismo, prima che a qualunque altro, fondamentalmente a chi esercita tale esuberanza.Anche il cosiddetto bambino-ribelle, il folcloristico scugnizzo (oggi chiamato muschillo - piccola mosca - quando fa il corriere della droga) che è diventato un tipo caratterologico del ragazzo napoletano è un ragazzo fondamentalmente abbandonato, e più che dire abbandonato a sé stesso, bisogna mettere l’accento su un ragazzo abbandonato e basta, perchè quel sé stesso non costituisce per lui nessuna protezione, non costituisce nessuna sicurezza di cui egli ha bisogno e chiede in forme per lo più implicite.Ma in quale ambiente realizzare tutto ciò? Un ambiente è educativo di per sé, educativo sia nel senso positivo che negativo.
Far vivere persone in ambienti ristretti, scarsamente illuminati, ambienti sporchi, trascurati crea diseducazioni, crea tutto il contrario di ciò che affermiamo essere importante. Dunque recupero urbano e ristrutturazione dei plessi scolastici devono andare di pari passo.Anche la struttura urbana è educativa, come lo sono le simmetrie delle facciate delle case; a Napoli non si è fatta mai la guerra ai balconi abusivi come vi sono a Forcella, o a Piazzetta Nilo o Via Sforza o su muro dei chiostri di San Gaetano e via elencando - sto scrivendo del centro storico e antico dichiarato monumento dell’umanità dall’UNESCO - buttare giù i balconi e ripristinare le facciate è un’indicare il primato delle regole - è la legge astratta ed universale che governa gli uomini - ed educare alla simmetria visiva che si riverbera in un ordine mentale.
Lo slogan in questo caso può essere: la durezza della legge e la dolcezza della cultura.I plessi scolastici devono diventare i centri di riferimento della società, in luoghi ove non vi è niente come servizi sociali ed educativi, la scuola deve divenire l’avamposto della società civile; così avremo un utilizzo a tutto campo per attività che trascendono i programmi d’insegnamento. Così la scuola diviene la palestra per la profonda metamorfosi della mentalità. Per far questo la scuola deve coinvolgere i nuclei familiari nell’attività pedagogica con l’educazione permanente.Solo con una rivoluzione sociale Napoli può iniziare a produrre in modo endogeno futuro, altrimenti rischia ancor di più l’emarginazione e l’irrilevanza nella società globalizzata, e tutto questo può produrre solo ancor di più disperazione e violenza.

http://www.ildialogo.org/, Sabato, 04 novembre 2006

lunedì 24 dicembre 2007

Ode alla Vita (vissuta con dignità) contro la Sfaccimma della Gente

Le notizie di Napoli sui giornali anche in questa settimana natalizia sono ributtanti, al solito; la visione quotidiana della città e dei suoi abitanti lo è peggio. Ci consolano suntuosi e solenni, il Golfo e il Vesuvio, le Isole, distese e serene sul mare che beve la luce cangiante cascata dal cielo, la Città a sembianza di presepe delle commoventi vedute aeree di Posillipo, un tempo il più bel giardino pènsile di tutto il Mediterraneo. Supreme, mute bellezze di un immeritato dono d' Amore per noi, forse Soprannaturale.
La redazione SdG si prende una pausa: per nausea, stanchezza e per rispetto verso le Sante Feste (o Laiche Feste per chi non crede nelle Vita Eterna... politically correct!).
Manteniamo sempre alta la guardia: un rancore bestiale ma produttivo di buone azioni contrarie alla SdG, disprezzo di quanto vediamo e una coscienza affilata come un coltello. Per pochi che saremo.
Per chi amiamo, un bacio. Un augurio: di poter vivere civili e sereni come fratelli e non come sorci, one day.

BUON NATALE

(Vi dico "Felice Anno Nuovo" con qualche esitazione, sapete come va a finire per voi che abitate qui, 'o ttuòsseco, 'o fècato fràceto... Ma lo spero, contro ogni evidenza, lo spero. Per noi tutti. Anyway... Life is what you make it, la vita è quella che voi vi fate con le vostre mani).
Cià, Sfaccimme! Un dono per Voi, preziosi , gentili e incazzati neri lettori:

Ode alla vita

Lentamente muore
Chi diventa schiavo dell'abitudine
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi
Chi non cambia la marcia
Chi non rischia e cambia colore dei vestiti
Chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione
Chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni

proprio quelle che fanno brillare gli occhi
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore
e ai sentimenti.

Lentamente muore
Chi non capovolge il tavolo
Chi e' infelice sul lavoro
Chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno
Chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire
ai consigli sensati.

Lentamente muore
Chi non viaggia
Chi non legge
Chi non ascolta musica
Chi non trova grazia in se stesso.

Lentamente muore
Chi distrugge l'amor proprio
Chi non si lascia aiutare
Chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
Chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo
Chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
Chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivi
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

PABLO NERUDA

domenica 23 dicembre 2007

Napoli, degrado civile e morale (=lota compatta e massiccia napoletana)

di Corvo Rosso

NATALE IN TONO MINORE QUELLO DEL 2007 in una città che è una piaga del Paese ed un tormento per tutti noi che ci viviamo. Un Natale senza allegria dove la gravità dei problemi irrisolti non è alleggerita neppure dai riti della tradizione religiosa e laica. Napoli sta vivendo uno dei periodi peggiori della propria storia. Senza ripetere le cose che scriviamo da tempo e che sono sotto gli occhi di tutti e cioè il degrado generale, civile, morale e materiale in cui versa la città, qui preme mettere l’accento sul dato prevalente e di gran lunga più importante di cui tuttavia nessuno seriamente si occupa. Napoli è una città povera con un numero altissimo di disoccupati, lavoratori a nero, precari e famiglie monoreddito. Di gente costretta a vivere di espedienti o poco più e con un reddito che è un terzo di quello del Nord d’Italia. Una città povera che, spesso ahimè, diventa miserabile, senza prospettive, orizzonti, un futuro, che sopravvive a se stessa, estranea alle forme evolute della modernizzazione di cui vive solo i rifiuti tossici. Precaria, disorientata, disperata, sciatta, opportunista, provinciale, caotica e poverissima, questa Napoli in mano ad ex comunisti ed ex democristiani si allontana dal resto del mondo e finisce col rappresentare un caso a sè, non solo nel panorama nazionale. Di chi la colpa? Certo dei napoletani, non di tutti o almeno non nello stesso grado. C’è una responsabilità delle classi dirigenti ed in questa brilla la irresponsabilità della classe politica che in quindici anni non solo non ha risolto nessuno dei problemi vecchi ma ne ha creato di nuovi. Non se l’abbia a male la Iervolino, anche perché siamo pronti a riconoscere che le responsabilità non sono solo sue. Tuttavia nella sua qualità di sindaco della città queste responsabilità le cadono inevitabilmente addosso. In quindici anni le Giunte Bassolino, Marone e Iervolino-Iervolino, non sono riuscite a fare nulla. Non solo Bagnoli che quando sono arrivati loro era già avviata e dopo tre lustri è ancora lì con un fiume di danaro speso (e sprecato) senza risultati minimamente apprezzabili, non solo la zona industriale ad est, un cimitero ancora più squallido di quanto non fosse all’inizio degli anni ’90, non solo le periferie che circondano il centro storico come una corona di spine, ormai “basi militari” della camorra, non solo il centro storico che, a parte qualche superficiale belletto, è rimasto con i suoi bassi, il suo degrado, la sua fatiscenza con i Quartieri spagnoli e Forcella oggi saldamente nelle mani della criminalità. Tutto come prima, anzi, peggio. E niente di niente neppure sui nuovi progetti, del tutto assenti sia sul piano infrastrutturale che su quello edilizio. Senza parlare degli aspetti produttivi, di cui non si parla neppure più, e che hanno reso Napoli, città un tempo fortemente industrializzata, un concentrato di terziario scadente, privo di valore aggiunto, con ipermercati, centri commerciali, e “poli” di ogni genere, celebrati da amministratori ignoranti e imbroglioni come la panacea di tutti i mali e la patetica rincorsa all’“evento mondiale”. Per fortuna, sempre mancato perché, viceversa, avremmo fatto figure di m... con le montagne di immondizia ai primi piani dei palazzi. E nulla neppure sulla modernizzazione della macchina comunale o sulle ex Municipalizzate, ecc. Dimenticavo il metrò, concepito nel ’70, inaugurato nel ’76 da Buccico e Valenzi, ancora in costruzione con cantieri eterni che dureranno ancora anni. Questo il quadro di quindici anni di politica del nulla e gravi responsabilità con dolo, colpe e complicità varie. Ma è Natale. Tanti auguri a tutti.

(Dal quotidiano Roma del 22/12/2007 )

venerdì 21 dicembre 2007

I nostri lettori riflettono sulla nostra vita di merda e ci scrivono. 4

Pedro ha detto...

E' incredibile; in questa città quando si pensa di aver toccato il fondo si va ancora più giù. La Gens Neapolitana è penosa e non potrà mai risalire; il lerciume prescinde da età, estrazione sociale, istruzione, posizione e chi più ne ha più ne metta. Napoli oggi è quello che si vede nelle strade: munnezza..in tutti i sensi.Cosa vuoi fare ad uno che gira in tondo nel quartiere 1,2,3,4,5,6..infinite volte, in sella al motorino senza casco, strafatto dalla mattina, coricato sul manubrio mentre parla al cellulare comprato ieri, con velocità media di 10 all'ora e picchi di 200, bloccando il traffico e con stampato sulla faccia color rosso "lampada senza filtro" un sorriso di cazzo assurdo, da tramutare in ringhio quando qualcuno osa protestare?! Vuoi rieducarlo? Recuperarlo? Trovargli un lavoro? Civilizzarlo? Il problema è che i valori di un'ameba del genere, che incarna solo uno dei milioni di tipi umani sfaccimosi che incrostano la nostra terra, non potranno mai neanche lontanamente essere intaccati da concetti quali legalità e civiltà. Le soluzioni estreme sono putroppo l'unica (utopistica) soluzione..LAVORO FORZATO, niente sangue, nè spese di detenzione..tu merda mi ripaghi di tutto, e mi riasfalti la strada dove il tuo motorino impunemente vagava,tu imprenditore abbatterai col piccone il cemento che hai cazzuolato con mazzette e mazzette,tu Bassolino mangerai ecoballe fino a che la pancreatite non ti fulmini,sarò anche felice di pagare onestamente le tasse per la tua galera, tanto non cambierà nulla, la metà del mio stipendio la dò per sfamarti adesso e la darò poi, ma almeno ti vedrò sudare e sgobbare..purtroppo questa città è morta e sepolta. non può rinascere, può essere soltanto rifondata!

Militarizziamo New Napoli!
21 dicembre 2007 0.41

Replica a Pedro

Il discorso sui LAVORI FORZATI quale pena accessoria ( meglio se principale) alla carcerazione è interessantissimo. Non ti nascondo che ci elucubro sopra da tanto nelle mie fantasie su una 'second life' virtuale su un altro pianeta , in un altro tempo , un altro spazio. La trovo una pena mooolto più giusta della carcerazione in sè : educa davvero; forse non tanto il criminale subanimale plebeo, ma il politico , il bestia incruattato che si era abituato per decenni a pulirsi il culo coi nostri soldi e sputarci in faccia il potere che gli abbiamo tributato con l'elezione. E' una pena 'attiva' , non passiva, economica, redditizia per la comunità. Non e' umiliante per il corpo quanto l'ozio ( padrone dei vizi) coattivo della carcerazione e può essere di beneficio umanitario : il pagamento dovuto su lavoro forzato comminato dal giudice al politico/ delinquente/ assassino per decine di anni e affidato a ditte di lavori pubblici, sarebbe di diritto devoluto [ è questa la 'Devolution' che vorrei , non quella di Bassolino e dei veri presidenti di regione, di farsi le leggi a cazzi suoi senza dar più conto manco di striscio al parlamento dei samenta a Roma !] alla ricerca medica, ai bisogni degli ammalati di tumori, al recupero dei drogati , qualsiasi cosa utile ai problemi della collettività . Inoltre, eviterebbe del tutto la tessitura della ragnatela di poteri, ordini, connivenze dei boss e dei criminali anonimi di fanteria dei clan dalle carceri sulla perpetuazione dei business criminosi di droga , estorsione e morte che vien ordita durante giorni , anni , decenni di ozio, vitto e alloggio pagato da noi. E' poco illuministico per le Vestali dei Diritti dell'Uomo ...ma i diritti dell'Uomo sono solo quelli degli assassini , mai quelli delle vittime e della società cannibalizzata dai clan e dai politici.
Pensateci : I lavori forzati SON DAVVERO EDUCATIVI, sono per il bene del criminale e al contempo della società che ha subìto il male. Chi è soddisfatto di sapere un Sandokan, un mazzarella in carcere? Chi? cosa provate nel vostro intimo alla notizia della loro carcerazione ?! Un carcerato mantenuto con le fatiche della collettività ad oziare fino ad impazzire e magari liberato da un chiavico come Mastella o Napolitano che indultano e amnistiano a raffica, o da un giudicie Carnevale per cavilli procedurali messi apposta nel codice di massima garanzia al criminale, sono solo l'ennesimo rascatone sputato in faccia a tutti i cittadini onesti e succubi di questa Italia di merda.
ARBEIT MACHT FREI.
Era inciso sulla traversa di legno del cancello di Auschwitz...IL LAVORO RENDE LIBERI. Senza alcuno stupido riferimento macabro all'orrore inane e disumano dei campi di concentramento, il concetto è però limpido e in sè giusto . O no? Ma ovviamente per la fattibilità di tali idee , l'approvazione dei potenti, ti rimando alle mie sconsolate considerazione scritte a 'Coglione napoletano' . Di certo dovremmo pur iniziare a concepire un' evoluzione del diritto penale data la gravità dei crimini di massa verso cui siamo scivolati noi Italiani e la sfaccimma della Gente napolitana.

Dite la vostra, ammagàri , cazz ! , sbariamm nu pucurill !

giovedì 20 dicembre 2007

I nostri lettori riflettono sulla nostra vita di m*** e ci scrivono. 3

(Rif. post 19/12/07 '' Un Paradiso abitato da diavoli. Lettera agli amici del nord '')

Coglione Napoletano ha detto...


Possibili soluzioni:
• Trasferire impiegati (volontari) della pubblica amministrazione del nord, per affiancarli a quelli del sud. Il nuovo personale del nord esaminerà quello del sud, con poteri di licenziamento e di denuncia di quest'ultimi. L'obbiettivo sarà di eguagliare i livelli di efficienza, tra nord e sud, degli uffici pubblici.
• Presenza dell'esercito che dovrà piantonare tutti i cantieri pubblici, sia effettuando un controllo sulla gestione dello stesso, sia per evitare che la camorra esiga il pizzo su quest'ultimi. (Chiunque tenti, anche solo di mettersi in contatto con l'imprenditore, sarà allontanato da quella zona e non potrà più avvicinarsi, pena l'arresto).
• Tutte le famiglie che non saranno ritenute in grado di allevare bambini, non ne potranno fare altri. Pena la revoca dell'affidamento (io opterei per una sterilizzazione). Bisogna regolamentare comunque le nascite.
• Tutti i disoccupati che non trovano lavoro dovranno essere costretti a studiare o ad imparare un mestiere. A quest'ultimi gli sarà garantito almeno 2 pasti al giorno per se e per la famiglia.
• Coprifuoco a tempo determinato per tutti coloro che hanno precedenti per reati gravi (associazione a delinquere). Questi saranno controllati periodicamente da psicologi e da educatori.
• Tutti noi saremo intercettati e videosorvegliati costantemente (abolire le leggi sulla privacy a Napoli)
• Lo Stato deciderà dove costruire dei termovalorizzatori senza che nessuna associazione di cittadini possa ribellarsi.
• Monitoraggio satellitare di tutte le aree agricole paesaggistiche per controllare lo smaltimento dei rifiuti tossici.
• Congelamento di tutti i conti correnti e di tutti i beni personali a quei soggetti che sono sospettati di attività illecite (saranno anche congelati ai familiari e ai cosiddetti prestanome.

Queste possono essere, a mio avviso, alcune delle tante misure (drastiche) che possono essere attuate a Napoli. A Napoli c'è un detto che vale per tutti: ''Mazze e panelle fann 'e figlie bbèll''
20 dicembre 2007 14.52
***

Replica @ Coglione napoletano

Grazie Coglione ! Apprezzo quello che ci comunichi.

Idee nette ed efficaci le tue. Qui in Italia e specialmente a Napoli sono pura follia utopistica di un ragazzino fantasioso. In una nazione civile retta dallo Stato di diritto e fatta di uomini con le palle ( Francia , Germania, USA, Uk , ma anche paeselli come Slovenia e Lituania suppongo) e non fatto di merde & criminali al potere, nelle nostre stesse condizioni, sarebbero una serie di misure addirittura banali che il governo e il parlamento applicherebbero in sordina dalla sera alla mattina, per non farsi sputare addosso dai cittadini vista la banalità e l'efficacia di tanto buon senso .Una misura cosi ovvia. Ma nelle altre nazioni si gioca 'a guardie e ladri' ; è ben netta la demarcazione dei ruoli. Noi facciamo le guardie , voi i ladri. In italia e nel Regno di Napoli , non si capisce mai da che parte stanno le guardie e da quale i ladri. Quindi..' utopie di un ragazzone fantasioso' . Sono sicuro che cosi le stanno bollando i lettori che leggono il tuo commento. Noi, abituati in questo sfondo di fogna a non vedere una metropolitana finita in 40 anni e del tutto sereni davanti a 30'000 tonnellate di munnezza per strada a Natale ...

I politici, il governo e i funzionari di stato ( prefetti etc..) sono cosi in malafede e fingono di non capire ( o davvero sono cosi stronzi da non capire e vedere) che la situazione nel Sud e a Napoli è del tutto fuori controllo , al di fuori della stratosfera da 30 anni ( a dir il vero, dall'Unità d'Italia nel 1860 , ma soprassediamo..) e peggiora sempre di piu' . Quindi bisognerebbe applicare il principio '' A mali estremi , estremi rimedi '' . Invece qua stanno ancora co' sti magistrati coglionazzi che mica si ribellano al CSM e al codice di procedura, al governo e alle leggi pro-criminali ? Questi qua eliminano Falcone , Borsellino, De Magistris e la Forleo ma mandano l'avviso di garanzia al boss sanguinario e lo avvertono che stanno indagando su di lui; la Tv fa sapere tutto di tutto sulle mosse del magistrato e della polizia prima che essi agiscano.. e una volta catturati i boss li sentiamo dire entusiasti : '' Grande colpo alla camorra , ora vediamo chi prenderà il posto di Contini, di Cutolo, di Sandokan'' ...cioè , quest qua non hanno mai e poi mai in vita loro pensato ad un piano definitivo di eradicamento, non ci hanno nemmeno provato a escogitare qualcosa. Non gliene fotte niente. Giocano a guardie e ladri. Giocano appunto. Mettono in gattabuia e tirano fuori . Tirano fuori e mettono in gattabuia, da 60 anni. Aspettano cosi di arrivar alla pensione. Se sbagliamo noi sudditi della camorra, della mafia e dello Stato ItaGLIano a pensare cosi , cosa dobbiamo pensare altriementi con la dovuta ponderatezza di atti e dichiarazioni sconcertanti di politici e magistrati ? Dimmelo tu.
La polizia non c' ha manco la benzina nelle auto perche' si so' magnati tutto i parlamentari e lo Stato non tiene manco l'uocchie pe chiàgnere etc..Le finanziarie annuali sono sempre più estorsive per raccattare denaro su denaro che non gli basta mai etc.. Ma, ovviamente queste sono illazioni populiste o qualunquiste per i satrapi al potere statale. Loro Sono troppo tutti putrefatti mentalmente per fregarsene della spaventosa abormità del fenomeno società meridionale=camorra totale. Trattano tutto e tutti i reati sullo stesso piano come stessero davanti a reati di abigeato, il furto di bestiame dei caprari di secoli addietro... Hai voglia della pagliacciata degli articoli 41-bis cpc. E' chiaro come la luce del sole a mezzogiorno che ci vuole 'pulizia e rieducazione etnica' e 'ingegneria' sociale come prospetti tu ; misure abnormi per sciagure abnormi. Cosa che solo un regime paramilitare pro-tempore e plenipotenziario emanato dal governo potrebbe eseguire. Ma allora si levano sùbito le grida di scandalo delle Vestali del diritto a sinistra e gli sciacalli del malaffare a destra. Gli Italiani, vili e vigliacchi insomma. E noi qui continuiamo a crepare nella merda.
I tuoi 'consigli' per me (IMHO) sono assolutamente di buon senso, impostazione e finalità prospettate. Ciao.

mercoledì 19 dicembre 2007

Un Paradiso abitato da diavoli. Lettera all' amico del Nord



Chiosando il commento di Zymon

'' Come cazzo si fa a cambiare? la solita petizione, la solita raccolta di firme?? Qui ci vogliono squadroni della morte, brigate di khmer rossi che distruggono fisicamente tutti questi naponapo di merda!! vanno eliminati fisicamente, sottoposti a torture fisiche! non è uno sfogo da esaltato ma è l'unica soluzione possibile...fate tutti come me, scappate via da quel posto di merda buono solo per tre giorni di vacanze e per mangiare una pizza!saluti dal Belgio ''
***
Il 12/12/07 ore 11'06 rif. al post del 10/12/07 '' Tornare a casa nella città infernale.''




Lettera ad un amico del Nord Italia conosciuto via-web.

I


Caro Attilio,
Grazie per avermi messo al corrente delle reazioni alla tua lettera stimolata dalla nostra corrispondenza [cfr nota 2] su Napoli e pubblicata da 'Italians' del Corriere.it.



Devo confessarlo: io mi sono riconosciuto nella prima lettera [cfr. nota 1]
Ora penserai di me il peggio: un fascistello forcaiolo !... Ma se tu vivessi qui a Napoli un solo giorno: o i naponapo ti manderebbero al manicomio ( fossero ancora aperti ci sarebbe scampo! ) o imbracceresti una mitragliatrice e inizieresti a fare 'la notte di capodanno' per strada o scapperesti a gambe levate. Sembra che siano paranoiche queste parole ma, credimi, i Napoletani vivono al di fuori di ogni accettabile sistema e mentalità dei tempi moderni. A parte 4 gatti su una popolazione di 3'000'000, tutto il resto di loro vivono nel XVII secolo, come ai tempi di Masaniello, quando c'era una plebe subumana. A detta di sociologi e antropologi, Napoli è l'unica città del mondo occidentale in cui sopravvive e vegeta un fossile sociale: le plebi incarognite e torve delle città antiche antecedenti alla rivoluzione industriale. E non ci vuol molto a vederlo ; basta camminare 15 minuti ovunque in città o periferia. La mente delle masse plebee è rimasta invariata dopo 5 secoli. Oggi addirittura vanno a scuola - i pochi che ci vengon mandati - fino alla 5° elementare, che vogliamo di più ? Ci sono addirittura delle avanguardie ormai: hanno i loro laureati, che gestiscono il top business criminale con genitori e famiglie-piovra nei 'vasci' che hanno fatto solo le scuole materne. Al giorno d'oggi sono finalmente del tutto emancipati grazie allo Stato Italiano. Si son costituiti in uno Stato a sè stante che chiameremo 'Il Nuovo Regno di Napoli ' dove non battono moneta propria solo per comodità di transazione commerciale sulle partite di droga.
Hanno conquistato un potere economico immenso e quindi imprimono da decenni ormai un potere culturale. La loro acculturazione -mostro di ex-subalterni, ibridata sotto forma kitsch-trash con la cultura 'superiore' del ' mondo normale', che anelavano imitare, è imposta ora ovunque e a tutti. I loro giovani non riescono a dire una sola frase in italiano ma si fanno il cellulare UMTS, il sito web per vendere on-line, vanno ai Caraibi, vanno in TV, hanno TV, hanno i Neomelodici, hanno le proterve 'pruase' come commesse nei centinaia di negozi-copertura del centro città a riciclargli denaro e i 'muschilli' per lo scippo come mestiere della loro vita; a 23 anni stanno schiattati di soldi e si strafanno di droga a colazione per tenersi sempre 'frischi 'e cerevella'.
I loro padri tirano su periferie abusive in combutta coi sindaci e assessori locali, dei semianalfabeti abbrutiti che scioglierebbero i propri figli nella calce viva dei cimiteri di camorra pur di raccattare mazzette. Ecco allora favelas allucinanti, lo sfasciume cementizio napoletano, incubatori di delirio e violenza ( da Caserta a Salerno passando per Arzano, Casoria, Casal Di principe, Pomigliano, Ottaviano, Melito, Villaricca, Casalnuovo, Acerra, Afragola etc..) muffa di cemento in stile fantatrash per centinaia di kmq. I figli delle famiglie-piovra dei clan usano e vandalizzano la ex-bellissima città antica come loro proprio cortile di casa, esportano merce falsa in tutto il pianeta, commerciano droga come neppure i cartelli di Medellin della Colombia.
II
Essi si sono SISTEMATIZZATI, ISTITUZIONALIZZATI. Ti parlo di almeno della metà della popolazione a Napoli e provincia oggi. I figli della piccolissima borghesia senza mezzi di un tempo, ma passabilmente onesta, il popolino del folklore napoletano che tanto ha bonariamente incuriosito voi Nordici come animalucci dello zoo, sono tutti passati più o meno fra le file dell'esercito criminale dei clan. I guadagni sono enormi e sicuri, la vita a 3-5000 euro al mese è sfiziosa e la sanzione nel loro codice tribale penale-d'onore è un rischio tutto sommato trascurabile per la loro cultura fondata su odio e violenza rabbiosa parossistici; vi vengono allevati fin da bambini, quindi uccidere, rubare, vandalizzare, vendicarsi è assolutamente bello e normale. E' il mondo ordinario napoletano in cui vengono fagocitati. Essa è unica e applicata senza indulti, sconti e altre amenità all'italiana: pena di morte. Comminata dai capiparanza al minimo sgarro. Ecco che il Nuovo Regno di Napoli funziona come un cumputer. La certezza della pena e la sveltezza della sentenza che pende su ogni loro cittadino fanno muovere il culo di ciascuno a lavorare e produrre per il 'bene comune' con efficienza tedesca. Non è vero che i Napoletani siano degli ignavi scioperati e disprezzino il valore del lavoro ; loro lavorano come muli e sono rigorosi come Tedeschi ma, per imperativo culturale, devono lavorare a scopo criminale, distruggendosi, odiandosi, derubandosi e truffando. Nessuno Napoletano, fiero di esser tale, sopporterebbe nel suo inconscio il disonore di non aver sfruttato o fottuto un altro Napoletano o uno straniero almeno una volta in un rapporto d'affari o di lavoro. Il massimo onore è seminare sfiducia totale nel gruppo con soprusi e trucchi moralmente infimi e assorbirne il potere su tutti gli sfiduciati asserviti. Il lavoro per il Napoletano è sacro in quanto sia fatto per il crimine e deleterio per il gruppo. Un' antichissima cultura di falliti subalterni, sfruttati e dominati per 1000 anni dagli stranieri in combutta con le stesse classi dirigenti locali, i nobili un tempo, gli pseudoborghesi oggi, non può tollerare una Legge impersonale di uno Stato valida per tutti, nè la Giustizia, l'Equità, il Buon Vivere. Li vedono come simboli del NEMICO. Il Napoletano sente di doversi prima di tutto riscattare personalemnte delle angherie subìte ogni giorno con la sua personale legge, quella del più violento e del più carogna. E' semplicemente una nevrosi ossessiva collettiva. E' un disonore per il Napoletano non imporre un lavoro sfruttatorio. Anche per il lavoratore assunto, esser trattato onestamente e non aver modo di ricambiare l'inganno e il sopruso è sconcertante e disonorevole perchè lo si priva della chance di imporsi. La vendetta sarà implacabile su chi fra i due Napoletani ha trattato l'altro con onestà: è sintomo di debolezza e va punito o dal singolo o dal gruppo. Per un popolo che non ha mai assaggiato la Libertà e la bellezza dell'autogoverno, del vivere come una comunità di pari, orizzontale, ma di sudditi sfruttati in lotta per la sopravvivenza, verticale, il rispetto di una norma comune o del mero fair play è un' onta da lavare.
III
E' un terrore atavico da esorcizzare: facendo del male e lavorando sodo a difesa del Male. E' un imperativo trasmesso sin dall'infanzia dalla società e dalla famiglia, quello di temere e scampare più della morte di finire per esser fatti fessi. I tantissimi Napoletani dissenzienti, che non si riconoscono in questo schema psicologico, non sono ritenuti Napoletani a tutti gli effetti e quindi vengono emarginati, derisi, o eliminati dal gruppo. La forma naturale di organizzazione dei Napoletani è la Camorra ; è sotto questo, e solo questo, schema che i Napoletani si sentono vivi e degni e possono funzionare; tanto il sindaco, quanto il professore universitario, quanto il 'muschillo che va a fare il piezzo sulla moto. Camorra= vendetta=potere=onore= rispetto personale. Dei due l'uno: o si lotta una vita per il potere individuale violento o si lotta per il benessere collettivo. I Napoletani hanno scelto il primo per la loro esistenza. Altri popoli il secondo. Legittimo, no? E' qui tutto il nucleo dell'Inferno. Dunque, come si è evoluta questa invincibile macchina culturale dei falliti alla conquista nevrotica di vendetta-riscatto ? Si è finalmente attuata quella che potremmo chiamare: la 'grande mutazione antropologica', il 'great crime-shift', lo spostamento verso il crimine di intere fasce sociali. Il fenomeno accessorio a questo è poi l'imbarbarimento dei costumi e del gusto nel vivere: oggi a Napoli tutto è trash e kitsch puro. I Napoletani vestono, parlano, arredano casa, pensano, costruiscono case abusive, si esprimono culturalmente grufolando nel kitsch più assoluto. Ciò causa un deterioramento penoso dei rapporti umani e nei valori condivisi: cortesia, onestà, competizione leale negli affari, buona educazione, associazionismo, rispetto, onore, buona reputazione, buon gusto, amore e cura per il paesaggio e i monumenti etc..sono aboliti - anche fra i ceti di alta scolarizzazione e più abbienti. Per balorda che possa sembrar la notazione, i Napoletani non avevano mai raggiunto tanta produttività e un potere planetario come ora se non grazie ai clan fattisi Sistema. Non importa che il Potere di vita e morte e finanziario sia in mano di pochi, pochissimi, politici subanimali e boss di clan, conta il 'prodotto' finale: lo si è raggiunto col coagulo della sofferenza, la morte, l'oppressione, il servilismo, l'immiserimento morale e materiale di TUTTI i componenti del gruppo sociale. Roberto Saviano in Gomorra ci spiega la qualità granitica e il peso specifico di questo prodotto economico-culturale frutto degli sforzi immani di tutta la razza napoletana, nessuno escluso. Fino a 25 anni fa i ceti popolari-plebei erano sopravvissuti alla miseria nera entro il secolare sistema economico parassita e retrogrado dei Napoletani, standosene nel limbo della furberia, malandrina e folkloristica, immortalata dai personaggi di Salvatore di Giacomo, di Carosone nelle canzoni, di Totò e dei fratelli De Filippo. Il popolino dei 'Pazziarielli', dei triccabballacche e dei putipù, delle feste di Piedigrotta, dei mille mestieri arrangiati, dei magna-maccheroni e delle pizzette a mezzogiorno pagate col credito 'oggi a 8 ', ha messo i suoi figli al sicuro a farsi una posizione nel Sistema dei clan. La vastissima zona grigia dei Napoletani abitanti dei 'vasci ' ha smesso, da Don Raffaele Cutolo in poi - 23 novembre 1980 post-terremoto - di supportare indirettamente la camorra è si è rifatta una vita facendosi assumere dal Sistema come personale in organico effettivo. De Mita, Gava e i loro sottoboschi, coi fantastiliardi della falsa ricostruzione post-terremoto con cui hanno inondato dal Parlamento la Campania, hanno scientemente concimato un verminaio subumano ( vedere i racconti di Jessie White Mario e Renato Fucini del 1877, del Marchese de Sade e di Montequieu, De Brosses nel '700 che videro Napoli, la fine misera e orrenda dei nobili congiurati nella Rivoluzione della effimera Repubblica Partenopea anti-borbonica del 1799, gli stessi risvolti della rivolta di Masaniello contro gli Spagnoli del 1647, che noi tutti tanto amiamo come vessillo del nostro spirito autonomista, la qualità della nobiltà ora riottosa e subdola ora servile durante la dominazione Aragonese del '400 o Angioina del '300, le impressioni dei viaggiatori del '900 e gli scritti di Pasolini sui Napoletani degli anni 1970), verminaio che non aspettava altro inconsciamente che la sua grande occasione sin dall'Unità d'Italia. La zona grigia plebea si è smarcata ormai definitivamente dall'Italia e vive nella zona nera-totale, essendo mancato del tutto uno straccio qualsiasi di Stato che la marcasse stretto entro il bianco. La zona grigia alta, dei borghesi, dei professionisti, dei politici, ne ha preso man mano le veci e orbita come gli anelli di Saturno attorno ai clan, di cui vive e con cui fa affari ogni giorno. I clan sono ormai l'unico riferimento culturale -economico per il resto della popolazione pseudo-borghese succube e stanno 'meridionalizzando' il resto d'Italia.
IV
La somma colpa morale -e i reati criminali- della nostra putredine al giorno d'oggi son sempre i loro, di quelli là, dei Politici Napoletani e dei parlamentari a Roma, categoria vastissima di puro malgoverno, corruttori della morale e della coscienza. La Casta dei Bestia. Agiscono come FILTRI OSTRUENTI della cultura e della civilizzazione. Sembra incredibile, ma sono convinto che la 'classe dirigente' napoletana condivida lo stesso ' blocco temporale-mentale' patologico e criminogeno con la plebe piu' assassina e distruttiva. LORO semplicemente non lasciano filtrare la modernità nelle menti dei Napoletani. Non c'è osmosi fra i Napoletani e il mondo moderno. E' vietata. Arrivare a Napoli alla stazione centrale o in aereo significa precipitare in una macchina del tempo, giù in mezzo ad una società plebea del XVII secolo. C'è invece osmosi massima fra il Sistema (delle plebi) e quello dei politici: generano e scambiano a vicenda crimine e tecniche di oppressione sociale di massa. 'Osmotizzano' benissimo la medesima mentalità criminogena attraverso favori reciproci e collusioni strettissime e fortissime. Fanno business fianco a fianco ogni giorno. A causa loro, Noi, a livello collettivo, siamo privi del ragionamento logico-deduttivo, della coscienza etica individuale borghese, delle conquiste dell'Illuminismo, della mentalità Galileana, delle conquiste rivoluzionarie socio-culturali e politiche del 1800 e 1900. Cioè non abbiamo nelle nostre coscienze nessun anti-virus contro queste bestie infette; non siamo in grado di giudicare il bene e il male di niente, non ci frega niente di niente, tutto ci appare normale; siamo del tutto integrati nell'inferno creato da politici e clan. Questa era l'intenzione dell' effetto-filtratura. Inoltre, le plebi, la piccola e la grande borghesia parassitaria napoletane sono privi di razionalità, non ragionano nemmeno sul modo più produttivo ed efficace di derubare e ingrassare sui beni pubblici, non pianificano niente della loro esistenza, non capiscono cosa sia progettare e vivere come una società organizzata per dei fini collettivi, agiscono solo su istinti ferini predatorii. Se avessimo cittadine amministrate come Como, Bolzano, Trento, Reggio Emilia, Siena, Nizza e Saint Tropez, pur coi maneggi tipici dei nostri criminali locali, invece di dover scontare il Purgatorio a Mondragone, Afragola ( feudo di Bassolino), Acerra e Ottaviano, etc se spolpate come si deve, i nugoli di clan camorristi e i politici sarebbero ancora più pieni di soldi da riciclare e noi saremmo tutti felici senza accorgerci di niente. E Invece.. Sono infimi e da impiccare perchè non sanno neppure saccheggiare, rubare intelligentemente, producendo ancora più ricchezza e denaro, ma solo impoverire e far estinguere tutto, se proprio dobbiamo rassegnarci a ciò, dati il nostro servilismo e vigliaccheria. Borghesia 'imprenditoriale' e intellettuale, politici e sottobosco amministrativo con le loro legioni di impiegati pubblici, non cercano altro dalla vita che esser lasciati liberi di poter approfittare in santa pace della corruzione generale e dell'impunità giuridica imperanti. Ingrassano sul caos malefico che essi stessi generano ogni giorno. I confronti coi casi, pur numerosissimi e inquietanti ormai, del nord Italia sono ridicoli. La bassezza criminale della popolazione napoletana in ogni campo politico-economico e sociale fa impallidire. E non ha limiti. Le TRUFFE DI MASSA, centinaia o migliaia di 'cittadini' incensurati associati a delinquere, contro la Sanità pubblica, le assicurazioni auto, l' erario, l'evasione fiscale, per il furto di risorse energetiche pubbliche, il lavoro nero etc.. sono specialità scadute da un pezzo ormai nel folkloristico o nel comico-grottesco tanto sono perfezionate ed endemiche. Le antiche tradizioni di vita sociale napoletana peggiori ( la napoletanità, il folklore, l'olografia del Napoletano simpatica canaglia) sono pervicaci nonostante la dirompente modernità omologante e razionalizzante post-capitalistica del mondo contemporaneo ( resto d'Italia, resto dell'Occidente). Perché è l'unica identità che ci resta. Non possiamo strapparla via, resteremmo senza nome e senza volto. O Pulcinella tutti quanti o signori Nessuno. Tu, Attilio, non sai il valore antropologico e il significato inconscio fortissimo di riscatto, odio, rancore, rivalsa, onore che c'e' nella mente di un Napoletano di ogni ceto, nell'atto di gettare una sacchetta di munnezza per strada, incendiandola, come sua abitudine quotidiana oppure nel trasgredire uno stupido semaforo rosso. E' un esorcismo contro il suo senso di fallimento come uomo, come membro di un gruppo umano oppressivo e ingannatore e violentissimo. Ecco partiamo da qui. Siamo una società, un economia, una struttura antropologica primitiva, inchiodati ad altri secoli. Abbiamo istituzionalizzato il crimine come espediente per la sopravvivenza economica su questa Terra. Suonano come parole balorde, ma se tu venissi a farti un horror-tour qui a Napoli -e soprattutto in periferia e provincia- capiresti di esser precipitato nella foresta pluviale del Borneo fra tribù cannibalesche...tanto questo modus vivendi assurdo e distruttivo per l'intera collettività è radicato in tutti gli strati della popolazione, alta e bassa.
V
Ti faccio degli esempi e fra i più lievi: sabato e domenica scorsi [17/10/07 ] e' venuto il Papa, su invito del cardinale di Napoli, Sepe. Hanno asfaltato incredibilmente il Corso Di Capodimonte ( come dire corso Beunos Aires a Milano, come importanza di via di collegamento ) dopo 14 anni !!! Cioe', l'ultima volta che ho visto operai con la bitumiera là, fu per l'arrivo di Clinton e del G7 nel '94, quando Bassolino divenne satrapo di questa oscura provincia mediorientale coi voti di tutti i Napoletani. Tu immagini cosa sia diventata una strada trafficatissima del centro storico MAI più asfaltata per 14 anni? E cosi è la sorte di ogni cosa dell' abitato di Napoli: palazzi, monumenti,chiese, fogne,ospedali, impianti, i litorali di questo golfo bellissimo, tutto, tutto. Le auto, si accartocciano cascando nelle FOSSE stradali e nell' immondizia che va ad otturare le fosse. Il sudiciume vandalico delle strade di Napoli e provincia è lavato via solo dai temporali invernali e autunnali.. Ecco, è da qui che devi iniziare a farti una misura di cosa intendo quando dico che la classe dirigente napoletana, politici, professionisti, professori universitari, imprenditori (?) sono il filtro ostruente della mente dei Napoletani. A loro di tutto ciò non gliene può fregar di meno. Ci vivono bene. Non hanno alcuna vergogna. Niente. Giornalisti lottizzati e media locali diffondono come condizionatori d'aria i loro gas nervini, rappresentazioni di una falsità delirante attorno alla realtà quotidiana napoletana e noi tutti ci crediamo pur avendo sotto gli occhi morti, sangue, sfacelo, munnezza, corruzione, miseria, inquinamento, disoccupazione al 70% per tutta la nostra vita. E il gioco è fatto. Questa è una mentalità arcaica di una popolazione di falliti, messa a morir di fame per secoli che si vendica distruggendo se stessa non avendo oggi altri dominatori stranieri con cui prendersela. Parafrasando lo scrittore Ennio Flaiano, la peggior dominazione che hanno subìto i Napoletani nella loro storia è stata quella napoletana. Si fa festa per la personalità al potere che viene di passaggio o per la processione del santo patrono; allora l'abitato per 72 ore, ordini dall'alto, deve esser tirato a lucido alla bell' e meglio per non far brutta figura. E' la mentalità delle mezzecalzette abiette al potere che infestano tutto il Sud Italia. Si pulisce casa perchè viene il barone e si butta la schifezza sotto il tappeto, si tira fuori il servizio da caffè di porcellana buona, ma per il resto dell'anno si può benissimo campare nella merda. Non ti dico poi lo spiegamento di forze per proteggere tutte le personalità al sèguito del Papa e per il 'Convegno Internazionale delle Religioni e della Pace' ! A noi venivano le lacrime agli occhi. Tutta quella protezione di forze armate per sole 72 ore e solo per loro lungo via Partenope. LORO, i politici e i funzionari di Stato, sanno bene che e' pericolosissimo camminare qui per strada e si son fatti il muro protettivo di uomini armati 'per sé e per i suoi' e non volevano far brutta figura coi visitatori stranieri purchè fossero anche loro presenti. Il terrore della brutta figura e della bella figura davanti ai più potenti prestigiosi è tipico delle classi dirigenti di tàngheri ripuliti, parvenus che hanno bruciato una vita intera ad arrancare per uno straccio di potere e si illudono di darsi un tono di eleganza lucidando le scarpe dei personaggi prestigiosi in rassegna a turnazione. E' sempre e solo con questo spirito che si è fatta uno straccio di manutenzione della città ogni 10-15 anni: G7, visite del Papa, Congressi internazionali ridicoli, passerelle di presidenti della repubblica, concerti ripresi dalla Tv in piazza e porcate varie. I milioni di cittadini che strisciano letteralmente nella merda ogni giorno sono meno dell'ultimo loro pensiero: solo una massa di manovra di miserabili imbecilli, bestiame per elezioni. Insomma tutto uguale come al tempo dei Vicerè Spagnoli.
VI
Non è ìnsito in noi il concetto democratico di manutenzione e cura perpetua dell'abitato. Esso è il primo riflesso del grado di civilizzazione e di coscienza civile e critica di un cittadino ; non parliamo quindi di concetti come azione politica, amministrazione, giustizia, diritti, doveri. Il nostro sistema socio-politico e' altomedievale; roba da tempi di invasioni barbariche. Nelle nostre menti è così. Questo impariamo in famiglia, a scuola, all'università, al lavoro, in contatto coi burocrati, le forze dell'ordine e i funzionari giuridici. Loro sono Napoletani come noi, cittadini anonimi, hann la stessa nostra mentalità di pulicinella falliti e ci insegnano l'inciviltà e il malaffare. Noi promuoviamo loro a posti di potere per profittare dei loro favori. Loro sfruttano la miseria e il bisogno in cui ci tengono regalandoci raccomandazioni, ricatti, estorsioni, connivenze, collusioni, e ci ripiazzano sulla scacchiera per riottenere nuovo potere dalle nostre mosse. Entrambe le categorie vittime e aguzzini l'una dell'altra allo stesso tempo. Infernale. Quelli della classe dirigente sono massimamente colpevoli perchè hanno avuto potere, istruzione superiore, possibilità di sprovincializzarsi etc. e non hanno mai voluto far niente di buono per il bene comune. Io li odio e li disprezzo perchè avrebbero anche potuto rubare a man bassa, alzando i costi alla stratosfera col sistema perfetto di tangenti e concussione all'italiana, ma almeno, diamine!, ci avessero dato, strade, impianti sportivi, trasporti pubblici, giardini pubblici, mercato del lavoro, pulizia, ospedali umani etc ! Come succede al nord Italia! Invece siamo poverissimi, miserabili e zozzi. Napoli e il sud sembrano Beirut dopo un bombardamento. Quindi il crimine maggiore è morale: hanno abbrutito e avvilito per 60 anni un popolo che già proveniva da uno status di profondo imbarbarimento prima di esser unificato - suo malgrado - col resto d'Italia. Fummo separati dall'Italia fin dal 500 d.C. Noi avremmo avuto bisogno di programmi giganteschi di 'rieducazione alla legalita', ai doveri di cittadinanza, civismo etc.. I nostri rappresentanti locali sono stati invece come i Lanzichenecchi nel '500 che non si accontentarono di saccheggiare Roma in maniera spaventosa, ma stuprarono e fecero strage anche di donne e bambini per il solo gusto di farlo in un modo che è rimasto proverbiale nella storia.
In tali condizioni di vita, misere e ignominiose, si abbrutisce un intero popolo che diventa quel che è diventato il napoletano oggi. Incapace, nella sua psicologia collettiva, di assorbire e reagire ormai a qualsiasi stimolo positivo esterno, prigioniero della sua cultura di lazzari ribelli e felici.
VII
Io avrei da aggiungere molte altre cose alla lettera del signor 'antipatico'; la realta' di Napoli è ben peggiore di quella cui accenna il tizio riguardo alle forze dell'ordine: fino a una decina d'anni fa si vendevano testimonianze false nel cortile di Castel Capuano, tribunale civile, per 20'000 lire; c'erano gli strilloni e giudici, avvocati e forze dell'ordine passavano ridacchiando e lasciavano le loro auto 'in custodia' ai parcheggiatori abusivi della camorra fuori al castello.
Il PM Agostino Cordova ne sa qualcosa, e lo ha spiegato in tante interviste ai giornali e a Giorgio Bocca in 'Napoli siamo noi' ; questo comportamento criminale massificato già proveniva dalla Napoli spagnola e borbonica e tutti lo hanno lasciato cosi come era nel cervello della gente, indovina perche' ?.. Perchè faceva comodo per la gestione del potere più abbietto; diceva Eduardo De Filippo ''Mettiti un povero affianco, ci camperai tutta la vita''.

Noi Napoletani tutti crediamo che gli uomini delle forze dell'ordine dello Stato Italiano siano, cosi come sono, uomini del tutto smidollati o ridotti all'impotenza. Chi viene a Napoli con la divisa o viene per star seduto dietro una scrivania ed aspettare lo stipendio, o viene per farsi uccidere. E' tremendo ma e' cosi. E' sempre stato cosi fin dal II dopo guerra. Abbiamo un bisogno estremo di 'ingegneri' sociali: sociologi, antropologi e uomini di cultura storica e politici di altissimo livello che possano concertare piani decennali di 'rieducazione delle masse' ; e di un apparato di uomini della Giustizia che amministri una giustizia ferrea e applichi una repressione penale all'americana. Solo cosi avremmo speranza di poter esser estratti dal nostro secolare abbrutimento.
Invece abbiamo avuto: Bassolino, Jervolino, Gava, Pomicino, DeLorenzo, DeMita, Vincenzo Scotti, Achille Lauro e TUTTI i sindaci dal '44 ad oggi, le legioni di amministratori, intellettuali di sinistra e destra, studiosi, professionisti del beau monde che tranquillamente, chessò, passano col semaforo rosso, buttano immondizia dove capita, estorcono e corrompono, intrallazzano molto più e peggio di quanto si faccia normalmente al nord Italia etc..
Agiscono proprio come l' ultimo cane della plebe assassina nel quartiere Sanità senza però sporcarsi le mani di sangue. La plebe è stata sempre la vera padrona di Napoli nei secoli.
I Borghesi cosiddetti, da cui ci si aspetta l'affermazione di certi atteggiamenti morali e politici, non sono mai esistiti a Napoli. E' solo gentaglia, analfabeti di ritorno con lauree comprate, che sbavano per vestirsi griffato coi soldi arraffati dagli appalti truccati e dalla corruzione endemica del loro ceto dove sguazzano come alligatori.
Nel 1998, aiutai un vecchietto in una piazza di Napoli centro a cambiar la ruota forata della sua auto; egli, per ringraziarmi mi disse '' Giuvinotto, se non posso offrirvi un caffé ora - io declinai l'invito, avevo fretta - appena avete bisogno chiamatemi su questo numero; c' ho mia figlia che FA la magistratA, ACCONCIA tutte le cause..civili e penali, vabbuo' ? ''
Ora, uno che serenamente dichiara al primo sconosciuto incontrato per strada una cosa cosi, in che tipo di contesto sociale protettivo pensi sia sicuro di vivere per vantare una cosa del genere?

Ti saluto,
Con stima, Don PdT
***
[ Nota 1]
Caro * Don Pedro de T.*,

Robuste reazioni alla lettera su Italians? Diciamo poche e tutte un po' rassegnate. Te ne riporto il testo( ne sono arrivate 3)
Attilio

1. ( la più antipatica): "E la "pena di morte" te la sei scordata?? Sei un illuso, caro A.B. hai letto la dichiarazione di Mastella? che ha detto esattamente: " le carceri italiane traboccano letteralmente...immaginate se l'anno scorso non avessimo fatto l'indulto ". Come saprai mise in liberta' 14/15mila delinquenti. Mezza Napoli andrebbe arrestata immediatamente, e dove li metteresti??? Potresti sempre chiedere alle autorita' tedesche se I famosi "forni" crematorii di Hitler potrebbero essere rimessi in funzione. E la Sicilia?? e la Calabria?? E I "politici in odore di camorra/delinquenza" ?? Mio figlio fece il servizio militare nei Carabinieri a Napoli, 400 ed oltre effettivi, chiusi a chiave nella caserma, uscivano solo la domenica per le partite di calcio. Questi erano gli "ordini superiori", mentre a 300 metri si spacciava liberamente droga e a 400 metri dalla caserma vi erano innumerevoli furti e scippi senza che alcuno mai intervenisse. Nessuno !! Il marciume detta ordini dall'alto....questori e prefetti; la sola scusante parziale per questi ignobili è che essi sono obbligati, per le loro brillanti carriere, ad eseguire gli ordini del Ministro! E, come sai, per 50 anni e passa il Ministero degli Interni è stato totale egemonia della Democrazia Cristiana. Un immane marciume di documentazione, o distrutta, o assolutamente proibita agli occhi di tutti. Anche se dovesse andare a capo del Ministero oggi un uomo forte e deciso non credo che vi sia un possibile rimedio a 50 anni di cloaca massima e di assenteismo. No, non sono d'accordo con te....io toglierei da Napoli tutte le forze dell'ordine...tutte....Che si arrangino da soli, nell'arrangiarsi I Napoletani sono bravissimi.

Saluti, E.F. "
***
2. "Sono Napoletano e non vivo a Napoli ormai da oltre 16 anni. Sono d'accordo con quello che scrivi su 'Italians'. Sono ormai molti anni che la penso come te e non penso abbia niente a che fare con fascismo, militarismo o altro. E' solo buon senso.

Grazie per il tuo intervento, Vincenzo "
***
3. "Grazie per aver espresso un pensiero sintetico e appassionato sulla mia città. coincide perfettamente con la mia idea per Napoli. E io sono Napoletana a tutti gli effetti. Soffro, attendo e chiedo giustizia per questa città che amo profondamente mentre la vedo agonizzare nell'indifferenza di tutti."
L.B.
***********
[ Nota 2]
§ Napoli alla deriva §

Caro Beppe, cari Italians,
Fin da piccolo, il fatto di essere nato a Napoli, pur non essendo originaria di Napoli la mia famiglia e soltanto perché lì, per motivi di lavoro, vivevano in quel periodo i miei nonni paterni (siciliani), mi ha sempre riempito d'orgoglio. Nato a Napoli. Mi è sempre piaciuto dirlo e rimarcarlo. Napoletano senza esserlo veramente. Con il rammarico di non avere mai vissuto a Napoli. Da tanto, troppo tempo ormai, Napoli è una città alla deriva. Come si usa dire quando si parla di zone del nostro Paese ormai fuori da ogni controllo, a Napoli lo Stato è latitante. A Napoli da sempre sembra regnare l'anarchia. Ma è una finta anarchia, perché chi comanda e "governa" è la criminalità organizzata. Cosa farei per Napoli?

Adotterei misure drastiche. Farei una legge speciale "pro Napoli", che dovrebbe prevedere: - l'azzeramento di ogni organismo politico-istituzionale- l'affidamento pro tempore del governo della città a due alti ufficiali di Carabinieri ed Esercito, con il compito di amministrare esclusivamente attraverso personale militare e, soprattutto, con poteri straordinari nell'ambito della sicurezza e con un'ingente presenza sul territorio di forze militari e di polizia.- procedimenti giudiziari assegnati alla magistratura militare Soluzione semplicistica, fascista, liberticida e utopistica? Può darsi. Ma è ciò che penso e che, se potessi, metterei in pratica non soltanto a Napoli ma anche in altre grandi città del Sud, anch'esse afflitte dai mali del capoluogo partenopeo.
So bene che i problemi di Napoli sono molto più complessi, che vengono da lontano, che bisognerebbe affrontarli con politiche strategiche, con una seria e attenta pianificazione dello sviluppo sociale ed economico della città. Ma solo rileggendo la frase appena scritta, mi accorgo che si tratta di "politichese", di parole che hanno riempito la bocca di tanti, di troppi nostri politici e che mai hanno sortito effetto alcuno. Sulle belle parole, e non è solo il caso di Napoli, hanno poi sempre prevalso il malaffare, le clientele, le collusioni tra la politica e le organizzazioni camorristiche e mafiose. E allora penso che bisognerebbe cominciare a fregarsene del politically correct e iniziare a puntare sulle persone oneste che ancora ci sono all'interno delle istituzioni. Purtroppo l'unica cosa certa è che la casta non avrà mai il coraggio di prendere provvedimenti di questo tipo.
Attilio B.
***
PS. Son sempre stato convinto che, in maggioranza, i Settentrionali non ci disprezzerebbero affatto se la smettessimo di fare i Napoletani e aspettano da 147 anni che cambiamo un minimo per trattarci con fratellanza e stima. Di sicuro amano e apprezzano la nostra terra e la sua arte e i monumenti, non potrebbero però mai aver simpatia per i demonii che ci vivono. Don PdT.

martedì 18 dicembre 2007

"Non è più tempo di consolare gli afflitti, ma di affliggere i consolati"

Ecco, abbiamo vinto. Il nostro sistema di vita è giunto a perfezione. La nostra mentalita' di plebe incarognita dopo 9 secoli di asservimento ai dominatori stranieri si è strutturata definitivamente. Tutto quel che abbiamo escogitato per tirare avanti in mille anni di servitù ora è coronato. La sdg di napoli capitale finalmente conquista il mondo nei modi suoi tipici. Ecco spiegato come da un finissimo spirito scanner.



Auguri di Natale a A.B. e R.R.J. da parte della Sfaccimma della Gente

Ad a.b. e r.r.j e alla casta dei bestia tutta, politici e sottobosco: prima che ce lo rinfacciate voi, lo diciamo fieri di noi stessi pensando a voi: auguri populisti, demagogici, qualunquisti, fascisti, cioe' auguri di vero cuore.



NAPOLI STAMATTINA MARTEDI 18 DICEMBRE 2007/foto IL MATTINO




QUESTO E' IL NOSTRO NATALE (1993- 2007)
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E QUESTI SONO GLI AUGURI PER IL VOSTRO.
LETTORI FIRMATE !
LA CARTOLINA DI AUGURI PER B. & RRJ

'' DA PARTE DI TUTTA LA
SFACCIMMA DELLA GENTE DI NAPOLI ''
(NOI TUTTI NAPOLETANI MEDESIMI DI PERSONA CHE STIAMO SOTTO I PIEDI LORO)

CARO A.B. & CARA R.R.J. BUON NATALE & FELICE ANNO NUOVO !

DESIDERIAMO SEMPRE IL MEGLIO PER VOI, COME VOI PER NOI.

MILANO, PIAZZALE LORETO 29 APRILE 1945 ore 11.20am
§



Scuole e ospedali, la Città già in ginocchio

Tutti i quartieri invasi dalla spazzatura. I vigili: dateci mascherine. Insulti sui cassonetti Nu a Iervolino e Bassolino.
Rifiuti nelle strade dello shopping natalizio, rifiuti davanti a negozi e centri commerciali, rifiuti che assediano ospedali, scuole ed uffici. Scattano i livelli d’allerta perché l’aria irrespirabile e i cumuli di immmondizia sono a livello di allarme sanitario. L’Asl ha alzato i livelli di guardia e, in particolare per ospedali e scuole, si valuta l’evoluzione della situazione nell’eventualità di prendere decisioni forti. Sacchetti come sabbie mobili che fanno sprofondare la città nell’emergenza ormai cronica dell’immondizia. Il 13 dicembre, all’indomani dell’emergenza per il blocco dei tir, c’erano in strada 3000 tonnellate di rifiuti,ieri in strada c’erano 2600 tonnellateIn cinque giorni sono state raccolte 400 tonnellate di arretrato che si sommano alle circa 1500 di produzione giornaliera.

Andando di questo passo ci vorranno oltre trentadue giorni per la normalità, una situazione insostenibile in particolare per alcune zone della città. L’Asìa ieri è riuscita a raccogliere 250 tonnellate di arretrato, una media che manterrebbe la crisi per dieci giorni. Ben oltre Natale. E sono le cifre a raccontare delle periferie allo stremo. A Pianura e Soccavo il record, con 400 tonnellate in strada. Colpisce che il giorno precedente la quantità era la stessa. Nulla, cioè, è stato smaltito rispetto all’arretrato. Oltre quota trecento tonnellate anche

Chiaiano-Piscinola-Scampia (370), San Lorenzo-Poggioreale (360),Barra-Ponticelli-San Giovanni (360),Bagnoli-Fuorigrotta (350), Miano-Secondigliano (300)
Angosciante il grado di criticità valutato dall’Asìa. Sono Chiaiano, Piscinola e Scampia ad annegare letteralmente tra l’immondizia: siamo al 285% oltre il limite consentito.

«Ci sono strade dove la montagna di immondizia è quasi di due metri - spiega il vicepresidente della municipalità di Barra-Ponticelli-San Giovanni, Massimo Cilenti del Pd - i sacchetti sono ovunque, persino, dinanzi alla chiesa di Ponticelli dove c’è un presepe vivente. Si rischia davvero una guerra tra cittadini. I commercianti sono esasperati, come impedirgli di portare i propri rifiuti al centro». A segnalare situazioni di emergenza anche l’associazione «Verdecologista» che, con foto e dossier, documenta la difficoltà in via Simone Martini e via Pigna. Esasperazione che cresce in città e si manifesta in maniere clamorosa: sui cassonetti mani anonime hanno scritto slogan contro Bassolino e la Iervolino. Forte il messaggio lanciato dai sindacati della polizia municipale che chiede le maschere antigas per il personale impegnato in strada. Periferie soffocate, provincia allo stremo. A Quarto ci sono 1800 tonnellate in strada, oltre mille ad Ercolano. Si susseguono gli appelli dei sindaci e anche le proteste dei cittadini.
A Castellammare si è mosso il Codacons, a Pozzuoli si segnalano numerosi roghi di cassonetti. In difficoltà anche la penisola sorrentino dove all’emergenza si sommano le preoccupazioni per il turismo. Blitz della guardia di Finanza del comando provinciale di Napoli e della compagnia di Afragola in due aziende, di circa 1.500 metri quadrati ciascuna a Frattamaggiore: sequestrate oltre 170 tonnellate di rifiuti speciali. (il Mattino 18/12/07)

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REGALO al SINDACO, Gli ASSESSORI pagano 15 euro a testa (Il Mattino 18/12/2007)

('A sfaccimma re marijuole muort 'e famm, 'nzevusi & 'nguacchiati)

Cena per gli auguri di Natale a casa del vicesindaco Tino Santangelo. Ieri sera si sono ritrovati sindaco e giunta e anche i direttori dei dipartimenti di Palazzo San Giacomo, accolti dalla moglie di Santangelo, la signora Marielva Torino. Gli assessori hanno versato quindici euro a testa per il regalo alla Iervolino. Un dono all’insegna dell’austerity. Il menu - invece - è stato ricco e napoletanissimo con quattro primi: risotto con pere e scamorza, paccheri peperoncini e gamberi, pasta e patate con la provola e cavatelli con zucca. E due secondi: arista di maiale alla frutta e mussillo all’insalata con patate. Il tutto innaffiato con rubrato e fiano di Avellino. Dolci: babà, struffoli e pastiera. Unica concessione alla non napoletanità il classicissimo panettone.
(e brava RRJ ! anche quest'anno ti sei fatta la ricotta pure sugli assessori. Noi invece ti vogliamo regalare un'ecoballa non stoccata , te la recapiterà a Roma la Camorra direttamente a casa)

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IL ROMA 18/12/2007
Siamo di nuovo pieni di immondizia. Non solo rifiuti, però. A Napoli c’è immondizia un po’ dappertutto. E quel che scoraggia è che nessuno pensa di porvi rimedio. C’è un’assuefazione mortale in giro. È come se la città si fosse ormai abituata al peggio ed abbia rinunciato a migliorare. Anzi sarebbe contenta se il degrado si fermasse dove è arrivato perchè teme che possa ancora peggiorare. L’emergenza rifiuti è una vergogna vera e propria ma ormai ci si convive. Il traffico è caotico ma quasi non ci si fa più caso. Le strade dissestate ma è come se ci fossimo abituati. I lavori fermi ed i cantieri eterni, Toledo ridotta a un suk arabo, corso Garibaldi una discarica di oggetti e esseri umani, la Ferrovia regno di barboni extracomunitari alcolizzati, il lungomare presidiato dalle bande del rolex, il centro storico esposto ai raid dei rapinatori, le periferie in mano alla camorra: ormai non ci facciamo più caso. Le Istituzioni? Lasciamo perdere. In consiglio comunale ci vanno solo per il gettone, in quello regionale in tutto l’anno hanno votato qualche leggina inutile e non riescono neppure ad approvare lo Statuto, in quello provinciale neppure sappiamo cosa fanno e forse è meglio. I partiti? In quello più nuovo di due junior emergenti, Ciriaco De Mita ed Antonio Bassolino, si litiga a spron battuto, ma non per un progetto, una idea, una scelta, no, si litiga per i posti, per le segreterie che decidano candidature, nomine, consulenze, assunzioni, ecc... Il clientelismo regna su tutto, come tutti sanno, la gestione sostituisce governo ed amministrazione, si tira a campare e ad accaparrare per sè e per i propri a cominciare dalla “famiglia”, per sistemare cioè mogli, figli, fratelli, generi, ecc..., anche in Parlamento, nelle altre istituzioni, nella pubblica amministrazione. Ma, intendiamoci, sempre nella “legalità”, ci mancherebbe, nella massima legalità e con le “mani pulite”. Anche la magistratura non scherza. Il processo a Bassolino ed altri per lo scandalo rifiuti e lo spreco miliardario (in euro) della gestione commissariale docet: tutti sanno che finirà in una bolla di sapone, perché la giustizia si applica ad alcuni e si interpreta per altri. E non è uno scandalo! Sono ormai quindici anni che siamo governati da una classe politica fatta di reduci comunisti e democristiani scampati al ciclone di tangentopoli, chi per protezioni giudiziarie, chi per calcolo sempre giudiziario, chi per collaborazionismo giudiziario, chi per caso. Si sono presentati come il nuovo ma era un imbroglio. Sono cresciuti sul moralismo e sul populismo, sulla retorica e sulla demagogia.
Hanno beneficiato di una stampa servile e conformista, e di una pubblica opinione fiduciosa e si sono radicati col clientelismo e lo spreco del pubblico danaro. Per questo hanno preso molti voti ma poi hanno perso la faccia e forse anche qualcos’altro. Quando se ne andranno perché qualcuno finalmente li caccerà, si troveranno solo macerie materiali e morali che in parte già si intravedono. Ma naturalmente siamo ottimisti, ci affidiamo a San Gennaro e speriamo in una bona officiata, secondo le migliori tradizioni popolari. Questo Natale è triste e moscio, ma tanti auguri lo stesso. IL CORVO ROSSO.