Napoli, degrado civile e morale (=lota compatta e massiccia napoletana)
di Corvo Rosso
NATALE IN TONO MINORE QUELLO DEL 2007 in una città che è una piaga del Paese ed un tormento per tutti noi che ci viviamo. Un Natale senza allegria dove la gravità dei problemi irrisolti non è alleggerita neppure dai riti della tradizione religiosa e laica. Napoli sta vivendo uno dei periodi peggiori della propria storia. Senza ripetere le cose che scriviamo da tempo e che sono sotto gli occhi di tutti e cioè il degrado generale, civile, morale e materiale in cui versa la città, qui preme mettere l’accento sul dato prevalente e di gran lunga più importante di cui tuttavia nessuno seriamente si occupa. Napoli è una città povera con un numero altissimo di disoccupati, lavoratori a nero, precari e famiglie monoreddito. Di gente costretta a vivere di espedienti o poco più e con un reddito che è un terzo di quello del Nord d’Italia. Una città povera che, spesso ahimè, diventa miserabile, senza prospettive, orizzonti, un futuro, che sopravvive a se stessa, estranea alle forme evolute della modernizzazione di cui vive solo i rifiuti tossici. Precaria, disorientata, disperata, sciatta, opportunista, provinciale, caotica e poverissima, questa Napoli in mano ad ex comunisti ed ex democristiani si allontana dal resto del mondo e finisce col rappresentare un caso a sè, non solo nel panorama nazionale. Di chi la colpa? Certo dei napoletani, non di tutti o almeno non nello stesso grado. C’è una responsabilità delle classi dirigenti ed in questa brilla la irresponsabilità della classe politica che in quindici anni non solo non ha risolto nessuno dei problemi vecchi ma ne ha creato di nuovi. Non se l’abbia a male la Iervolino, anche perché siamo pronti a riconoscere che le responsabilità non sono solo sue. Tuttavia nella sua qualità di sindaco della città queste responsabilità le cadono inevitabilmente addosso. In quindici anni le Giunte Bassolino, Marone e Iervolino-Iervolino, non sono riuscite a fare nulla. Non solo Bagnoli che quando sono arrivati loro era già avviata e dopo tre lustri è ancora lì con un fiume di danaro speso (e sprecato) senza risultati minimamente apprezzabili, non solo la zona industriale ad est, un cimitero ancora più squallido di quanto non fosse all’inizio degli anni ’90, non solo le periferie che circondano il centro storico come una corona di spine, ormai “basi militari” della camorra, non solo il centro storico che, a parte qualche superficiale belletto, è rimasto con i suoi bassi, il suo degrado, la sua fatiscenza con i Quartieri spagnoli e Forcella oggi saldamente nelle mani della criminalità. Tutto come prima, anzi, peggio. E niente di niente neppure sui nuovi progetti, del tutto assenti sia sul piano infrastrutturale che su quello edilizio. Senza parlare degli aspetti produttivi, di cui non si parla neppure più, e che hanno reso Napoli, città un tempo fortemente industrializzata, un concentrato di terziario scadente, privo di valore aggiunto, con ipermercati, centri commerciali, e “poli” di ogni genere, celebrati da amministratori ignoranti e imbroglioni come la panacea di tutti i mali e la patetica rincorsa all’“evento mondiale”. Per fortuna, sempre mancato perché, viceversa, avremmo fatto figure di m... con le montagne di immondizia ai primi piani dei palazzi. E nulla neppure sulla modernizzazione della macchina comunale o sulle ex Municipalizzate, ecc. Dimenticavo il metrò, concepito nel ’70, inaugurato nel ’76 da Buccico e Valenzi, ancora in costruzione con cantieri eterni che dureranno ancora anni. Questo il quadro di quindici anni di politica del nulla e gravi responsabilità con dolo, colpe e complicità varie. Ma è Natale. Tanti auguri a tutti.
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