lunedì 10 dicembre 2007

Ritornare a casa dopo il lavoro nella città infernale

Spaccanapoli, gestore di Gay-Odin , la cioccolateria più antica di Napoli, aggredito mentre chiude il negozio. Forze dell’ordine assenti, polemica sulla sicurezza

1 -Pestaggio e rapina tra le bancarelle del centro antico, le luci del Natale, la folla che va a caccia di regali e di pastori. Pugni sferrati con cattiveria in pieno viso, colpendo sempre nello stesso punto per fare ancora più male, fino a spezzare il setto nasale, lo zigomo, la mascella. Un’esplosione di violenza cieca che si placa solo quando la vittima, intontita dal dolore, tira fuori il portafogli dalla tasca della giacca e lo consegna ai suoi aggressori. Nel mirino Massimo Schisa, quarant’anni, marito e genero delle titolari della celebre fabbrica di cioccolato «Gay-Odin», gestore del punto vendita di via Benedetto Croce e del vicino laboratorio a Santa Chiara. Il raid sabato sera poco dopo le 20.30, quando i Decumani sono ancora nel pieno della tradizionale passeggiata-shopping per l’Immacolata. Schisa chiude il negozio [...]. Nel portafogli una parte degli incassi della giornata. Le vendite sono andate bene. All’improvviso il commerciante sente una mano poggiarsi sulla spalla. Si volta. Fa appena in tempo a inquadrare gli aggressori - due uomini sui trent’anni, viso nascosto dal collo dei maglioni dolcevita - quando un pugno lo colpisce sull’occhio sinistro. Il pestaggio continua, con inaudita violenza. Schisa però ha capito: vogliono i suoi soldi. Vorrebbe consegnare il denaro ma i banditi non gli lasciano respiro e il dolore è così forte da impedirgli di tirar fuori il portafogli dalla tasca della giacca. [...] Il cortile, deserto fino a un attimo prima, si affolla di curiosi. Il titolare del bar di fronte corre in suo aiuto e chiama un’ambulanza. Polizia? Carabinieri? Vigili urbani? In zona, a quanto pare, non c’è traccia di uomini in divisa. Gli agenti si faranno vedere solo più tardi, nel pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, dove Schisa è stato medicato e ha presentato una prima sommaria denuncia dell’accaduto. Domani si deciderà per eventuale intervento chirurgico al naso.
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2 - «Il dolore è stato terribile. Paura no, penso di non averne mai avuta. E ora mi resta attaccato addosso un senso di impotenza. Se queste cose possono accadere alle otto e mezza di sera, in una giornata di festa, lungo una una strada piena di gente, vuol dire che a Napoli nessuno è al sicuro. In nessun posto». Massimo Schisa, il commerciante aggredito e rapinato ai Decumani, parla con fatica ma non riesce a smettere di parlare: «E il peggio è che nessuno ti aiuta. Mentre quei due banditi mi picchiavano ero solo. Completamente solo. «In mattinata il centro antico era pieno di uomini in divisa perché c’erano le celebrazioni dell’Immacolata con le autorità. Di sera, invece, non ho visto nessuno».[...] «Il problema non è soltanto la presenza fisica dei poliziotti e dei carabinieri. Qui ci sono, da anni, le telecamere per la videosorveglianza. Però non funzionano. Se fossero state accese forse mi avrebbero rapinato lo stesso, ma ci sarebbero state buone probabilità di identificare e catturare i banditi».
«Cercavano i soldi, sì, ma picchiavano anche per il gusto di picchiare». [...] È la prima volta che le capita un’esperienza di questo genere? «Qualche anno fa mi hanno rapinato sotto casa. Ma era diverso. Volevano il mio orologio, gliel’ho dato ed è finita lì. Stavolta, invece, una violenza inaudita. È il segno che qualcosa sta cambiando, in città, e purtroppo sta cambiando in peggio» Ha pensato di lasciare Napoli? «Questo no. Ma avrei voluto attuare una forma di protesta per far capire quanto siamo indifesi. Sbarrare il negozio durante le vacanze di Natale e mettere il cartello ”chiuso per rapina”. Poi ho cambiato idea». Perché? «Perché sarebbe una protesta contro i sordi. Quando si parla di sicurezza nessuno ti ascolta. Chi ci amministra, evidentemente, ha da fare cose più importanti».
( il Mattino 10/12/07)
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Postilla del redattore: Mio cognato è stato rapinato della terza moto al Corso V.Emanuele 5 giorni fa, perché , stronzo, si era fermato al semaforo rosso . Affiancato da due naponapo, faccia da Neomelodici, Tommy Riccio/MimmoDany-style, un coltello puntato al fianco destro e una pistola al sinistro e l'hanno fatto smontar dal sellino, ore 8 di sera. Nice & clean. In famiglia continuiamo a dirgli che deve piantarla co' sta fissa della moto a Napoli; le moto sono solo per gli scippi dei muschilli e per fare piezzi. Per cos' altro se no? Non se le puo' permettere ste cose qui, non e' per noi. Si difende :
'' Vengo da Marano, con la sfaccimma della metro e i bus e i tempi biblici di attesa arriverei sempre in ritardo al lavoro ''.
Linea1 Metropolitana(?) di Napoli: da 32 anni ( 32 anni !!! Fottuto Inferno che non se li porta !) in costruzione per fare 15km. Ultimazione 2012 o 15 boh! Per averne 25 ! Metro vecchia, linea 2 : in funzione da 80 anni, sempre uguale a se stessa, nessun adeguamento tecnologico. Catorci e stazioni mezzo-sgarrupate. Frequenza: 20min quando va bene. Mio cognato aveva 6 anni quando iniziarono la nuova, ne avra' 45 se mai la finiranno ... Coi bus ci metteva ore per piazza Dante negli '80; si partiva alle 6 del mattino, in viaggio, per stare a scuola alle 8'30, 11 km. Quasi idem oggi ; invece con la metro.. : uguale. Per arrivare a Mergellina 17km da Marano, 1 ora e 15 se va bene. Il pesce allesso di mio cognato doveva fregarsene del semaforo rosso o schiattarsi i nervi coi mezzi pubblici che non passano mai . Una metro gestita da uomini dotati di raziocinio e onestà e non dai naponapo subanimali - con frequenza di 3min max - avrebbe risparmiato a mio cognato il terrore di un coltello e un bella mazzetta di soldi della sua fatica.
E' tutta una catena.Gestione criminale di metro&bus>Uso coattivo di moto e auto per non ammuffire alle fermate bus e nelle stazioni>Semaforo Rosso>Rapine>Ministro/Prefetto/Questore/Carabinieri/Polizia-esercito inesistenti>e si reinizia la giostra all'infinito etc..
E' una catena di montaggio del terrore e dello snervamento : es., Il naponapo sgomma col motom sul marciapiedi, ghigna come una iena ridens- mi viene contro-i uardi non esistono, sono imboscati- io mi sento una merda- mi incazzo e lo piglio a male parole-il naponapo sente ed è armato- il naponapo mi vuole accoltellare-in più vuole crossare col motom contromano sul marciapiede a velocità - vuole che mi devo togliere dalle palle-io, non sono armato-mi sento una merda- mi sfogo da vigliacco con un altro sfaccimma di succube come me appena ho l'occasione di un semaforo rosso; e cosi via fra Napoletani. E' cosi per ogni singolo atto di questa vita di sfaccimma smerdata nostra. L'immensa catena di montaggio del Male. Noi, i coatti del terrore siamo gli ingranaggi, le ghiere di trasmissione . Vita Grottesca del Napoletano. Mio cognato se ne va a Rimini in primavera, per sempre. ITALIA ,ITALIA !!!

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