Chiosando il commento di Zymon
'' Come cazzo si fa a cambiare? la solita petizione, la solita raccolta di firme?? Qui ci vogliono squadroni della morte, brigate di khmer rossi che distruggono fisicamente tutti questi naponapo di merda!! vanno eliminati fisicamente, sottoposti a torture fisiche! non è uno sfogo da esaltato ma è l'unica soluzione possibile...fate tutti come me, scappate via da quel posto di merda buono solo per tre giorni di vacanze e per mangiare una pizza!saluti dal Belgio ''
***
Il 12/12/07 ore 11'06 rif. al post del 10/12/07 '' Tornare a casa nella città infernale.''
Lettera ad un amico del Nord Italia conosciuto via-web.
I
Caro Attilio,
Grazie per avermi messo al corrente delle reazioni alla tua lettera stimolata dalla nostra corrispondenza [cfr nota 2] su Napoli e pubblicata da 'Italians' del Corriere.it.
Devo confessarlo: io mi sono riconosciuto nella prima lettera [cfr. nota 1]
Ora penserai di me il peggio: un fascistello forcaiolo !... Ma se tu vivessi qui a Napoli un solo giorno: o i naponapo ti manderebbero al manicomio ( fossero ancora aperti ci sarebbe scampo! ) o imbracceresti una mitragliatrice e inizieresti a fare 'la notte di capodanno' per strada o scapperesti a gambe levate. Sembra che siano paranoiche queste parole ma, credimi, i Napoletani vivono al di fuori di ogni accettabile sistema e mentalità dei tempi moderni. A parte 4 gatti su una popolazione di 3'000'000, tutto il resto di loro vivono nel XVII secolo, come ai tempi di Masaniello, quando c'era una plebe subumana. A detta di sociologi e antropologi, Napoli è l'unica città del mondo occidentale in cui sopravvive e vegeta un fossile sociale: le plebi incarognite e torve delle città antiche antecedenti alla rivoluzione industriale. E non ci vuol molto a vederlo ; basta camminare 15 minuti ovunque in città o periferia. La mente delle masse plebee è rimasta invariata dopo 5 secoli. Oggi addirittura vanno a scuola - i pochi che ci vengon mandati - fino alla 5° elementare, che vogliamo di più ? Ci sono addirittura delle avanguardie ormai: hanno i loro laureati, che gestiscono il top business criminale con genitori e famiglie-piovra nei 'vasci' che hanno fatto solo le scuole materne. Al giorno d'oggi sono finalmente del tutto emancipati grazie allo Stato Italiano. Si son costituiti in uno Stato a sè stante che chiameremo 'Il Nuovo Regno di Napoli ' dove non battono moneta propria solo per comodità di transazione commerciale sulle partite di droga.
Hanno conquistato un potere economico immenso e quindi imprimono da decenni ormai un potere culturale. La loro
acculturazione -mostro di ex-subalterni, ibridata sotto forma kitsch-trash con la cultura 'superiore' del ' mondo normale', che anelavano imitare, è imposta ora ovunque e a tutti. I loro giovani non riescono a dire una sola frase in italiano ma si fanno il cellulare UMTS, il sito web per vendere on-line, vanno ai Caraibi, vanno in TV, hanno TV, hanno i Neomelodici, hanno le proterve
'pruase' come commesse nei centinaia di
negozi-copertura del centro città a riciclargli denaro e i
'muschilli' per lo scippo come mestiere della loro vita; a 23 anni stanno
schiattati di soldi e si strafanno di droga a colazione per tenersi sempre
'frischi 'e cerevella'. I loro padri tirano su periferie abusive in combutta coi sindaci e assessori locali, dei semianalfabeti abbrutiti che scioglierebbero i propri figli nella calce viva dei cimiteri di camorra pur di raccattare mazzette. Ecco allora favelas allucinanti, lo sfasciume cementizio napoletano, incubatori di delirio e violenza ( da Caserta a Salerno passando per Arzano, Casoria, Casal Di principe, Pomigliano, Ottaviano, Melito, Villaricca, Casalnuovo, Acerra, Afragola etc..) muffa di cemento in stile fantatrash per centinaia di kmq. I figli delle famiglie-piovra dei clan usano e vandalizzano la ex-bellissima città antica come loro proprio cortile di casa, esportano merce falsa in tutto il pianeta, commerciano droga come neppure i cartelli di Medellin della Colombia.
II
Essi si sono SISTEMATIZZATI, ISTITUZIONALIZZATI. Ti parlo di almeno della metà della popolazione a Napoli e provincia oggi. I figli della piccolissima borghesia senza mezzi di un tempo, ma passabilmente onesta, il popolino del folklore napoletano che tanto ha bonariamente incuriosito voi Nordici come animalucci dello zoo, sono tutti passati più o meno fra le file dell'esercito criminale dei clan. I guadagni sono enormi e sicuri, la vita a 3-5000 euro al mese è sfiziosa e la sanzione nel loro codice tribale penale-d'onore è un rischio tutto sommato trascurabile per la loro cultura fondata su odio e violenza rabbiosa parossistici; vi vengono allevati fin da bambini, quindi uccidere, rubare, vandalizzare, vendicarsi è assolutamente bello e normale. E' il mondo ordinario napoletano in cui vengono fagocitati. Essa è unica e applicata senza indulti, sconti e altre amenità all'italiana: pena di morte. Comminata dai capiparanza al minimo sgarro. Ecco che il Nuovo Regno di Napoli funziona come un cumputer. La certezza della pena e la sveltezza della sentenza che pende su ogni loro cittadino fanno muovere il culo di ciascuno a lavorare e produrre per il 'bene comune' con efficienza tedesca. Non è vero che i Napoletani siano degli ignavi scioperati e disprezzino il valore del lavoro ; loro lavorano come muli e sono rigorosi come Tedeschi ma, per imperativo culturale, devono lavorare a scopo criminale, distruggendosi, odiandosi, derubandosi e truffando. Nessuno Napoletano, fiero di esser tale, sopporterebbe nel suo inconscio il disonore di non aver sfruttato o fottuto un altro Napoletano o uno straniero almeno una volta in un rapporto d'affari o di lavoro. Il massimo onore è seminare sfiducia totale nel gruppo con soprusi e trucchi moralmente infimi e assorbirne il potere su tutti gli sfiduciati asserviti. Il lavoro per il Napoletano è sacro in quanto sia fatto per il crimine e deleterio per il gruppo. Un' antichissima cultura di falliti subalterni, sfruttati e dominati per 1000 anni dagli stranieri in combutta con le stesse classi dirigenti locali, i nobili un tempo, gli pseudoborghesi oggi, non può tollerare una Legge impersonale di uno Stato valida per tutti, nè la Giustizia, l'Equità, il Buon Vivere. Li vedono come simboli del NEMICO. Il Napoletano sente di doversi prima di tutto riscattare personalemnte delle angherie subìte ogni giorno con la sua personale legge, quella del più violento e del più carogna. E' semplicemente una nevrosi ossessiva collettiva. E' un disonore per il Napoletano non imporre un lavoro sfruttatorio. Anche per il lavoratore assunto, esser trattato onestamente e non aver modo di ricambiare l'inganno e il sopruso è sconcertante e disonorevole perchè lo si priva della chance di imporsi. La vendetta sarà implacabile su chi fra i due Napoletani ha trattato l'altro con onestà: è sintomo di debolezza e va punito o dal singolo o dal gruppo. Per un popolo che non ha mai assaggiato la Libertà e la bellezza dell'autogoverno, del vivere come una comunità di pari, orizzontale, ma di sudditi sfruttati in lotta per la sopravvivenza, verticale, il rispetto di una norma comune o del mero fair play è un' onta da lavare.
III
E' un terrore atavico da esorcizzare: facendo del male e lavorando sodo a difesa del Male. E' un imperativo trasmesso sin dall'infanzia dalla società e dalla famiglia, quello di temere e scampare più della morte di finire per
esser fatti fessi. I tantissimi Napoletani dissenzienti, che non si riconoscono in questo schema psicologico, non sono ritenuti Napoletani a tutti gli effetti e quindi vengono emarginati, derisi, o eliminati dal gruppo. La forma naturale di organizzazione dei Napoletani è la Camorra ; è sotto questo, e solo questo, schema che i Napoletani si sentono vivi e degni e possono funzionare; tanto il sindaco, quanto il professore universitario, quanto il
'muschillo che va a fare il piezzo sulla moto. Camorra= vendetta=potere=onore= rispetto personale. Dei due l'uno: o si lotta una vita per il potere individuale violento o si lotta per il benessere collettivo. I Napoletani hanno scelto il primo per la loro esistenza. Altri popoli il secondo. Legittimo, no? E' qui tutto il nucleo dell'Inferno. Dunque, come si è evoluta questa invincibile macchina culturale dei falliti alla conquista nevrotica di vendetta-riscatto ? Si è finalmente attuata quella che potremmo chiamare: la
'grande mutazione antropologica', il
'great crime-shift', lo
spostamento verso il crimine di intere fasce sociali. Il fenomeno accessorio a questo è poi l'imbarbarimento dei costumi e del gusto nel vivere: oggi a Napoli tutto è trash e kitsch puro. I Napoletani vestono, parlano, arredano casa, pensano, costruiscono case abusive, si esprimono culturalmente grufolando nel kitsch più assoluto. Ciò causa un deterioramento penoso dei rapporti umani e nei valori condivisi: cortesia, onestà, competizione leale negli affari, buona educazione, associazionismo, rispetto, onore, buona reputazione, buon gusto, amore e cura per il paesaggio e i monumenti etc..sono aboliti - anche fra i ceti di alta scolarizzazione e più abbienti. Per balorda che possa sembrar la notazione, i Napoletani non avevano mai raggiunto tanta produttività e un potere planetario come ora se non grazie ai clan fattisi Sistema. Non importa che il Potere di vita e morte e finanziario sia in mano di pochi, pochissimi, politici subanimali e boss di clan, conta il '
prodotto' finale: lo si è raggiunto col coagulo della sofferenza, la morte, l'oppressione, il servilismo, l'immiserimento morale e materiale di TUTTI i componenti del gruppo sociale. Roberto Saviano in Gomorra ci spiega la qualità granitica e il peso specifico di questo prodotto economico-culturale frutto degli sforzi immani di tutta la razza napoletana, nessuno escluso. Fino a 25 anni fa i ceti popolari-plebei erano sopravvissuti alla miseria nera entro il secolare sistema economico parassita e retrogrado dei Napoletani, standosene nel limbo della furberia, malandrina e folkloristica, immortalata dai personaggi di Salvatore di Giacomo, di Carosone nelle canzoni, di Totò e dei fratelli De Filippo. Il popolino dei '
Pazziarielli', dei
triccabballacche e dei putipù, delle feste di Piedigrotta, dei mille mestieri arrangiati, dei magna-maccheroni e delle pizzette a mezzogiorno pagate col credito
'oggi a 8 ', ha messo i suoi figli al sicuro a farsi una posizione nel Sistema dei clan. La vastissima zona grigia dei Napoletani abitanti dei
'vasci ' ha smesso, da Don Raffaele Cutolo in poi - 23 novembre 1980 post-terremoto - di supportare indirettamente la camorra è si è rifatta una vita facendosi assumere dal Sistema come personale in organico effettivo. De Mita, Gava e i loro sottoboschi, coi fantastiliardi della falsa ricostruzione post-terremoto con cui hanno inondato dal Parlamento la Campania, hanno scientemente concimato un verminaio subumano ( vedere i racconti di Jessie White Mario e Renato Fucini del 1877, del Marchese de Sade e di Montequieu, De Brosses nel '700 che videro Napoli, la fine misera e orrenda dei nobili congiurati nella Rivoluzione della effimera Repubblica Partenopea anti-borbonica del 1799, gli stessi risvolti della rivolta di Masaniello contro gli Spagnoli del 1647, che noi tutti tanto amiamo come vessillo del nostro spirito autonomista, la qualità della nobiltà ora riottosa e subdola ora servile durante la dominazione Aragonese del '400 o Angioina del '300, le impressioni dei viaggiatori del '900 e gli scritti di Pasolini sui Napoletani degli anni 1970), verminaio che non aspettava altro inconsciamente che la sua grande occasione sin dall'Unità d'Italia. La
zona grigia plebea si è smarcata ormai definitivamente dall'Italia e vive nella zona nera-totale, essendo mancato del tutto uno straccio qualsiasi di Stato che la marcasse stretto entro il bianco. La
zona grigia alta, dei borghesi, dei professionisti, dei politici, ne ha preso man mano le veci e orbita come gli anelli di Saturno attorno ai clan, di cui vive e con cui fa affari ogni giorno. I clan sono ormai l'unico riferimento culturale -economico per il resto della popolazione pseudo-borghese succube e
stanno 'meridionalizzando' il resto d'Italia.
IV
La somma colpa morale -e i reati criminali- della nostra putredine al giorno d'oggi son sempre i loro, di quelli là, dei Politici Napoletani e dei parlamentari a Roma, categoria vastissima di puro malgoverno, corruttori della morale e della coscienza. La Casta dei Bestia. Agiscono come FILTRI OSTRUENTI della cultura e della civilizzazione. Sembra incredibile, ma sono convinto che la 'classe dirigente' napoletana condivida lo stesso ' blocco temporale-mentale' patologico e criminogeno con la plebe piu' assassina e distruttiva. LORO semplicemente non lasciano filtrare la modernità nelle menti dei Napoletani. Non c'è osmosi fra i Napoletani e il mondo moderno. E' vietata. Arrivare a Napoli alla stazione centrale o in aereo significa precipitare in una macchina del tempo, giù in mezzo ad una società plebea del XVII secolo. C'è invece osmosi massima fra il Sistema (delle plebi) e quello dei politici: generano e scambiano a vicenda crimine e tecniche di oppressione sociale di massa. 'Osmotizzano' benissimo la medesima mentalità criminogena attraverso favori reciproci e collusioni strettissime e fortissime. Fanno business fianco a fianco ogni giorno. A causa loro, Noi, a livello collettivo, siamo privi del ragionamento logico-deduttivo, della coscienza etica individuale borghese, delle conquiste dell'Illuminismo, della mentalità Galileana, delle conquiste rivoluzionarie socio-culturali e politiche del 1800 e 1900. Cioè non abbiamo nelle nostre coscienze nessun anti-virus contro queste bestie infette; non siamo in grado di giudicare il bene e il male di niente, non ci frega niente di niente, tutto ci appare normale; siamo del tutto integrati nell'inferno creato da politici e clan. Questa era l'intenzione dell' effetto-filtratura. Inoltre, le plebi, la piccola e la grande borghesia parassitaria napoletane sono privi di razionalità, non ragionano nemmeno sul modo più produttivo ed efficace di derubare e ingrassare sui beni pubblici, non pianificano niente della loro esistenza, non capiscono cosa sia progettare e vivere come una società organizzata per dei fini collettivi, agiscono solo su istinti ferini predatorii. Se avessimo cittadine amministrate come Como, Bolzano, Trento, Reggio Emilia, Siena, Nizza e Saint Tropez, pur coi maneggi tipici dei nostri criminali locali, invece di dover scontare il Purgatorio a Mondragone, Afragola ( feudo di Bassolino), Acerra e Ottaviano, etc se spolpate come si deve, i nugoli di clan camorristi e i politici sarebbero ancora più pieni di soldi da riciclare e noi saremmo tutti felici senza accorgerci di niente. E Invece.. Sono infimi e da impiccare perchè non sanno neppure saccheggiare, rubare intelligentemente, producendo ancora più ricchezza e denaro, ma solo impoverire e far estinguere tutto, se proprio dobbiamo rassegnarci a ciò, dati il nostro servilismo e vigliaccheria. Borghesia 'imprenditoriale' e intellettuale, politici e sottobosco amministrativo con le loro legioni di impiegati pubblici, non cercano altro dalla vita che esser lasciati liberi di poter approfittare in santa pace della corruzione generale e dell'impunità giuridica imperanti. Ingrassano sul caos malefico che essi stessi generano ogni giorno. I confronti coi casi, pur numerosissimi e inquietanti ormai, del nord Italia sono ridicoli. La bassezza criminale della popolazione napoletana in ogni campo politico-economico e sociale fa impallidire. E non ha limiti. Le TRUFFE DI MASSA, centinaia o migliaia di 'cittadini' incensurati associati a delinquere, contro la Sanità pubblica, le assicurazioni auto, l' erario, l'evasione fiscale, per il furto di risorse energetiche pubbliche, il lavoro nero etc.. sono specialità scadute da un pezzo ormai nel folkloristico o nel comico-grottesco tanto sono perfezionate ed endemiche. Le antiche tradizioni di vita sociale napoletana peggiori ( la napoletanità, il folklore, l'olografia del Napoletano simpatica canaglia) sono pervicaci nonostante la dirompente modernità omologante e razionalizzante post-capitalistica del mondo contemporaneo ( resto d'Italia, resto dell'Occidente). Perché è l'unica identità che ci resta. Non possiamo strapparla via, resteremmo senza nome e senza volto. O Pulcinella tutti quanti o signori Nessuno. Tu, Attilio, non sai il valore antropologico e il significato inconscio fortissimo di riscatto, odio, rancore, rivalsa, onore che c'e' nella mente di un Napoletano di ogni ceto, nell'atto di gettare una sacchetta di munnezza per strada, incendiandola, come sua abitudine quotidiana oppure nel trasgredire uno stupido semaforo rosso. E' un esorcismo contro il suo senso di fallimento come uomo, come membro di un gruppo umano oppressivo e ingannatore e violentissimo. Ecco partiamo da qui. Siamo una società, un economia, una struttura antropologica primitiva, inchiodati ad altri secoli. Abbiamo istituzionalizzato il crimine come espediente per la sopravvivenza economica su questa Terra. Suonano come parole balorde, ma se tu venissi a farti un horror-tour qui a Napoli -e soprattutto in periferia e provincia- capiresti di esser precipitato nella foresta pluviale del Borneo fra tribù cannibalesche...tanto questo modus vivendi assurdo e distruttivo per l'intera collettività è radicato in tutti gli strati della popolazione, alta e bassa.
V
Ti faccio degli esempi e fra i più lievi: sabato e domenica scorsi [17/10/07 ] e' venuto il Papa, su invito del cardinale di Napoli, Sepe. Hanno asfaltato incredibilmente il Corso Di Capodimonte ( come dire corso Beunos Aires a Milano, come importanza di via di collegamento ) dopo 14 anni !!! Cioe', l'ultima volta che ho visto operai con la bitumiera là, fu per l'arrivo di Clinton e del G7 nel '94, quando Bassolino divenne satrapo di questa oscura provincia mediorientale coi voti di tutti i Napoletani. Tu immagini cosa sia diventata una strada trafficatissima del centro storico MAI più asfaltata per 14 anni? E cosi è la sorte di ogni cosa dell' abitato di Napoli: palazzi, monumenti,chiese, fogne,ospedali, impianti, i litorali di questo golfo bellissimo, tutto, tutto. Le auto, si accartocciano cascando nelle FOSSE stradali e nell' immondizia che va ad otturare le fosse. Il sudiciume vandalico delle strade di Napoli e provincia è lavato via solo dai temporali invernali e autunnali.. Ecco, è da qui che devi iniziare a farti una misura di cosa intendo quando dico che la classe dirigente napoletana, politici, professionisti, professori universitari, imprenditori (?) sono il filtro ostruente della mente dei Napoletani. A loro di tutto ciò non gliene può fregar di meno. Ci vivono bene. Non hanno alcuna vergogna. Niente. Giornalisti lottizzati e media locali diffondono come condizionatori d'aria i loro gas nervini, rappresentazioni di una falsità delirante attorno alla realtà quotidiana napoletana e noi tutti ci crediamo pur avendo sotto gli occhi morti, sangue, sfacelo, munnezza, corruzione, miseria, inquinamento, disoccupazione al 70% per tutta la nostra vita. E il gioco è fatto. Questa è una mentalità arcaica di una popolazione di falliti, messa a morir di fame per secoli che si vendica distruggendo se stessa non avendo oggi altri dominatori stranieri con cui prendersela. Parafrasando lo scrittore Ennio Flaiano, la peggior dominazione che hanno subìto i Napoletani nella loro storia è stata quella napoletana. Si fa festa per la personalità al potere che viene di passaggio o per la processione del santo patrono; allora l'abitato per 72 ore, ordini dall'alto, deve esser tirato a lucido alla bell' e meglio per non far brutta figura. E' la mentalità delle mezzecalzette abiette al potere che infestano tutto il Sud Italia. Si pulisce casa perchè viene il barone e si butta la schifezza sotto il tappeto, si tira fuori il servizio da caffè di porcellana buona, ma per il resto dell'anno si può benissimo campare nella merda. Non ti dico poi lo spiegamento di forze per proteggere tutte le personalità al sèguito del Papa e per il 'Convegno Internazionale delle Religioni e della Pace' ! A noi venivano le lacrime agli occhi. Tutta quella protezione di forze armate per sole 72 ore e solo per loro lungo via Partenope. LORO, i politici e i funzionari di Stato, sanno bene che e' pericolosissimo camminare qui per strada e si son fatti il muro protettivo di uomini armati 'per sé e per i suoi' e non volevano far brutta figura coi visitatori stranieri purchè fossero anche loro presenti. Il terrore della brutta figura e della bella figura davanti ai più potenti prestigiosi è tipico delle classi dirigenti di tàngheri ripuliti, parvenus che hanno bruciato una vita intera ad arrancare per uno straccio di potere e si illudono di darsi un tono di eleganza lucidando le scarpe dei personaggi prestigiosi in rassegna a turnazione. E' sempre e solo con questo spirito che si è fatta uno straccio di manutenzione della città ogni 10-15 anni: G7, visite del Papa, Congressi internazionali ridicoli, passerelle di presidenti della repubblica, concerti ripresi dalla Tv in piazza e porcate varie. I milioni di cittadini che strisciano letteralmente nella merda ogni giorno sono meno dell'ultimo loro pensiero: solo una massa di manovra di miserabili imbecilli, bestiame per elezioni. Insomma tutto uguale come al tempo dei Vicerè Spagnoli.
VI
Non è ìnsito in noi il concetto democratico di manutenzione e cura perpetua dell'abitato. Esso è il primo riflesso del grado di civilizzazione e di coscienza civile e critica di un cittadino ; non parliamo quindi di concetti come azione politica, amministrazione, giustizia, diritti, doveri. Il nostro sistema socio-politico e' altomedievale; roba da tempi di invasioni barbariche. Nelle nostre menti è così. Questo impariamo in famiglia, a scuola, all'università, al lavoro, in contatto coi burocrati, le forze dell'ordine e i funzionari giuridici. Loro sono Napoletani come noi, cittadini anonimi, hann la stessa nostra mentalità di pulicinella falliti e ci insegnano l'inciviltà e il malaffare. Noi promuoviamo loro a posti di potere per profittare dei loro favori. Loro sfruttano la miseria e il bisogno in cui ci tengono regalandoci raccomandazioni, ricatti, estorsioni, connivenze, collusioni, e ci ripiazzano sulla scacchiera per riottenere nuovo potere dalle nostre mosse. Entrambe le categorie vittime e aguzzini l'una dell'altra allo stesso tempo. Infernale. Quelli della classe dirigente sono massimamente colpevoli perchè hanno avuto potere, istruzione superiore, possibilità di sprovincializzarsi etc. e non hanno mai voluto far niente di buono per il bene comune. Io li odio e li disprezzo perchè avrebbero anche potuto rubare a man bassa, alzando i costi alla stratosfera col sistema perfetto di tangenti e concussione all'italiana, ma almeno, diamine!, ci avessero dato, strade, impianti sportivi, trasporti pubblici, giardini pubblici, mercato del lavoro, pulizia, ospedali umani etc ! Come succede al nord Italia! Invece siamo poverissimi, miserabili e zozzi. Napoli e il sud sembrano Beirut dopo un bombardamento. Quindi il crimine maggiore è morale: hanno abbrutito e avvilito per 60 anni un popolo che già proveniva da uno status di profondo imbarbarimento prima di esser unificato - suo malgrado - col resto d'Italia. Fummo separati dall'Italia fin dal 500 d.C. Noi avremmo avuto bisogno di programmi giganteschi di 'rieducazione alla legalita', ai doveri di cittadinanza, civismo etc.. I nostri rappresentanti locali sono stati invece come i Lanzichenecchi nel '500 che non si accontentarono di saccheggiare Roma in maniera spaventosa, ma stuprarono e fecero strage anche di donne e bambini per il solo gusto di farlo in un modo che è rimasto proverbiale nella storia.
In tali condizioni di vita, misere e ignominiose, si abbrutisce un intero popolo che diventa quel che è diventato il napoletano oggi. Incapace, nella sua psicologia collettiva, di assorbire e reagire ormai a qualsiasi stimolo positivo esterno, prigioniero della sua cultura di lazzari ribelli e felici.
VII
Io avrei da aggiungere molte altre cose alla lettera del signor 'antipatico'; la realta' di Napoli è ben peggiore di quella cui accenna il tizio riguardo alle forze dell'ordine: fino a una decina d'anni fa si vendevano testimonianze false nel cortile di Castel Capuano, tribunale civile, per 20'000 lire; c'erano gli strilloni e giudici, avvocati e forze dell'ordine passavano ridacchiando e lasciavano le loro auto 'in custodia' ai parcheggiatori abusivi della camorra fuori al castello.
Il PM Agostino Cordova ne sa qualcosa, e lo ha spiegato in tante interviste ai giornali e a Giorgio Bocca in 'Napoli siamo noi' ; questo comportamento criminale massificato già proveniva dalla Napoli spagnola e borbonica e tutti lo hanno lasciato cosi come era nel cervello della gente, indovina perche' ?.. Perchè faceva comodo per la gestione del potere più abbietto; diceva Eduardo De Filippo ''Mettiti un povero affianco, ci camperai tutta la vita''.
Noi Napoletani tutti crediamo che gli uomini delle forze dell'ordine dello Stato Italiano siano, cosi come sono, uomini del tutto smidollati o ridotti all'impotenza. Chi viene a Napoli con la divisa o viene per star seduto dietro una scrivania ed aspettare lo stipendio, o viene per farsi uccidere. E' tremendo ma e' cosi. E' sempre stato cosi fin dal II dopo guerra. Abbiamo un bisogno estremo di 'ingegneri' sociali: sociologi, antropologi e uomini di cultura storica e politici di altissimo livello che possano concertare piani decennali di 'rieducazione delle masse' ; e di un apparato di uomini della Giustizia che amministri una giustizia ferrea e applichi una repressione penale all'americana. Solo cosi avremmo speranza di poter esser estratti dal nostro secolare abbrutimento.
Invece abbiamo avuto: Bassolino, Jervolino, Gava, Pomicino, DeLorenzo, DeMita, Vincenzo Scotti, Achille Lauro e TUTTI i sindaci dal '44 ad oggi, le legioni di amministratori, intellettuali di sinistra e destra, studiosi, professionisti del beau monde che tranquillamente, chessò, passano col semaforo rosso, buttano immondizia dove capita, estorcono e corrompono, intrallazzano molto più e peggio di quanto si faccia normalmente al nord Italia etc..
Agiscono proprio come l' ultimo cane della plebe assassina nel quartiere Sanità senza però sporcarsi le mani di sangue. La plebe è stata sempre la vera padrona di Napoli nei secoli.
I Borghesi cosiddetti, da cui ci si aspetta l'affermazione di certi atteggiamenti morali e politici, non sono mai esistiti a Napoli. E' solo gentaglia, analfabeti di ritorno con lauree comprate, che sbavano per vestirsi griffato coi soldi arraffati dagli appalti truccati e dalla corruzione endemica del loro ceto dove sguazzano come alligatori.
Nel 1998, aiutai un vecchietto in una piazza di Napoli centro a cambiar la ruota forata della sua auto; egli, per ringraziarmi mi disse '' Giuvinotto, se non posso offrirvi un caffé ora - io declinai l'invito, avevo fretta - appena avete bisogno chiamatemi su questo numero; c' ho mia figlia che FA la magistratA, ACCONCIA tutte le cause..civili e penali, vabbuo' ? ''
Ora, uno che serenamente dichiara al primo sconosciuto incontrato per strada una cosa cosi, in che tipo di contesto sociale protettivo pensi sia sicuro di vivere per vantare una cosa del genere?
Ti saluto,
Con stima, Don PdT
***
[ Nota 1]
Caro * Don Pedro de T.*,
Robuste reazioni alla lettera su Italians? Diciamo poche e tutte un po' rassegnate. Te ne riporto il testo( ne sono arrivate 3)
Attilio
1. ( la più antipatica): "E la "pena di morte" te la sei scordata?? Sei un illuso, caro A.B. hai letto la dichiarazione di Mastella? che ha detto esattamente: " le carceri italiane traboccano letteralmente...immaginate se l'anno scorso non avessimo fatto l'indulto ". Come saprai mise in liberta' 14/15mila delinquenti. Mezza Napoli andrebbe arrestata immediatamente, e dove li metteresti??? Potresti sempre chiedere alle autorita' tedesche se I famosi "forni" crematorii di Hitler potrebbero essere rimessi in funzione. E la Sicilia?? e la Calabria?? E I "politici in odore di camorra/delinquenza" ?? Mio figlio fece il servizio militare nei Carabinieri a Napoli, 400 ed oltre effettivi, chiusi a chiave nella caserma, uscivano solo la domenica per le partite di calcio. Questi erano gli "ordini superiori", mentre a 300 metri si spacciava liberamente droga e a 400 metri dalla caserma vi erano innumerevoli furti e scippi senza che alcuno mai intervenisse. Nessuno !! Il marciume detta ordini dall'alto....questori e prefetti; la sola scusante parziale per questi ignobili è che essi sono obbligati, per le loro brillanti carriere, ad eseguire gli ordini del Ministro! E, come sai, per 50 anni e passa il Ministero degli Interni è stato totale egemonia della Democrazia Cristiana. Un immane marciume di documentazione, o distrutta, o assolutamente proibita agli occhi di tutti. Anche se dovesse andare a capo del Ministero oggi un uomo forte e deciso non credo che vi sia un possibile rimedio a 50 anni di cloaca massima e di assenteismo. No, non sono d'accordo con te....io toglierei da Napoli tutte le forze dell'ordine...tutte....Che si arrangino da soli, nell'arrangiarsi I Napoletani sono bravissimi.
Saluti, E.F. "
***
2. "Sono Napoletano e non vivo a Napoli ormai da oltre 16 anni. Sono d'accordo con quello che scrivi su 'Italians'. Sono ormai molti anni che la penso come te e non penso abbia niente a che fare con fascismo, militarismo o altro. E' solo buon senso.
Grazie per il tuo intervento, Vincenzo "
***
3. "Grazie per aver espresso un pensiero sintetico e appassionato sulla mia città. coincide perfettamente con la mia idea per Napoli. E io sono Napoletana a tutti gli effetti. Soffro, attendo e chiedo giustizia per questa città che amo profondamente mentre la vedo agonizzare nell'indifferenza di tutti."
L.B.
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[ Nota 2]
§ Napoli alla deriva §
Caro Beppe, cari Italians,
Fin da piccolo, il fatto di essere nato a Napoli, pur non essendo originaria di Napoli la mia famiglia e soltanto perché lì, per motivi di lavoro, vivevano in quel periodo i miei nonni paterni (siciliani), mi ha sempre riempito d'orgoglio. Nato a Napoli. Mi è sempre piaciuto dirlo e rimarcarlo. Napoletano senza esserlo veramente. Con il rammarico di non avere mai vissuto a Napoli. Da tanto, troppo tempo ormai, Napoli è una città alla deriva. Come si usa dire quando si parla di zone del nostro Paese ormai fuori da ogni controllo, a Napoli lo Stato è latitante. A Napoli da sempre sembra regnare l'anarchia. Ma è una finta anarchia, perché chi comanda e "governa" è la criminalità organizzata. Cosa farei per Napoli?
Adotterei misure drastiche. Farei una legge speciale "pro Napoli", che dovrebbe prevedere: - l'azzeramento di ogni organismo politico-istituzionale- l'affidamento pro tempore del governo della città a due alti ufficiali di Carabinieri ed Esercito, con il compito di amministrare esclusivamente attraverso personale militare e, soprattutto, con poteri straordinari nell'ambito della sicurezza e con un'ingente presenza sul territorio di forze militari e di polizia.- procedimenti giudiziari assegnati alla magistratura militare Soluzione semplicistica, fascista, liberticida e utopistica? Può darsi. Ma è ciò che penso e che, se potessi, metterei in pratica non soltanto a Napoli ma anche in altre grandi città del Sud, anch'esse afflitte dai mali del capoluogo partenopeo.
So bene che i problemi di Napoli sono molto più complessi, che vengono da lontano, che bisognerebbe affrontarli con politiche strategiche, con una seria e attenta pianificazione dello sviluppo sociale ed economico della città. Ma solo rileggendo la frase appena scritta, mi accorgo che si tratta di "politichese", di parole che hanno riempito la bocca di tanti, di troppi nostri politici e che mai hanno sortito effetto alcuno. Sulle belle parole, e non è solo il caso di Napoli, hanno poi sempre prevalso il malaffare, le clientele, le collusioni tra la politica e le organizzazioni camorristiche e mafiose. E allora penso che bisognerebbe cominciare a fregarsene del politically correct e iniziare a puntare sulle persone oneste che ancora ci sono all'interno delle istituzioni. Purtroppo l'unica cosa certa è che la casta non avrà mai il coraggio di prendere provvedimenti di questo tipo.
Attilio B.
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PS. Son sempre stato convinto che, in maggioranza, i Settentrionali non ci disprezzerebbero affatto se la smettessimo di fare i Napoletani e aspettano da 147 anni che cambiamo un minimo per trattarci con fratellanza e stima. Di sicuro amano e apprezzano la nostra terra e la sua arte e i monumenti, non potrebbero però mai aver simpatia per i demonii che ci vivono. Don PdT.