domenica 2 novembre 2008

SdG News

Blog Sdg News

martedì 8 gennaio 2008

Rubano la fermata del bus

Ecco a voi "Nugae": minuzie, scemenze in latino. Pinzellàcchere e quisquilie, direbbe Totò. Il trafiletto inzuppato di sfaccimma nel giornalino della SdG. Notiziole dell'Aldilà Napulitano; un piacevole snack di info sfiziose tra i Grandi Temi della Sfaccimma quotidiana. La Sfaccimma della Gente servita frijènn-magnànn (per gli itagliani: friggendo e mangiandole croccanti).


Volevano vendere il metallo a una fonderia.
A bordo della loro Ape Car anche 30 chili di cavi telefonici in rame.


NAPOLI - Un furto davvero particolare. Due persone sono state arrestate dai carabinieri, a Napoli, con l'accusa di furto aggravato per aver rubato la tabella segnaletica dell'autobus con il palo di sostegno. Insomma, i due avevano smontato e portato via la fermata del bus. Per farsene cosa resta un mistero. Emanuele Cantalino, di 23 anni, ed Emanuele Iaccarino, di 31 anni, entrambi di Napoli, già noti alle forze dell'ordine, sono stati bloccati dai carabinieri della compagnia Vomero in via Nuova Toscanella, nella zona di Chiaiano.

METALLO - Probabilmente i due avrebbero portato il palo e la tabella metallica in una fonderia dove avrebbero raggranellato qualche euro per la materia prima recuperata.
Il sospetto è alimentato dal fatto che i due sono stati trovati in possesso, a bordo di un'Ape Car, anche di ben 30 chili di cavi telefonici in rame, per il quale si è creato, da diversi anni, un fiorente commercio, insieme con arnesi per lo scasso. (22 dicembre 2007 -corriere della sera)


Lo strumento della retorica sarcastica è oramai insufficiente
Non state a credere all'estensore di questo trafiletto, o Voi lettori dell'ItaGLia! Leggo dal blog di Grillo che gli Italiani non si fanno capaci di ciò che sta succedendo a Pianura (camorra organizzata all'attacco, ma voi non lo sapete) e del disastro rifiuti; semplicemente gli italiani non ne verranno mai a capo con un'opinione, perche' non sanno niente di noi.

Non e' un furto davvero particolare questo qui, come dice il giornalista, che sarà, chessò, milanese.
E' un furto che rientra, diciamo cosi, nell'opera certosina di quotidiana raschiatura e scheletrizzazione che subisce Napoli da parte della sua plebe micro-criminale e dai negozianti che si 'addobbano' le loro puteche a scapito dei palazzi del '500 e '600 - i putecari - i quali odiano evidentemente il tesoro bello e antichissimo che è(ra) questa città tanto quanto la plebe ne fa uso per sostentarsi(per il maxi-crimine leggetevi Roberto Saviano e Vittorio Paliotti).

Qui a Napoli non regge niente, tutto l'abitato si sfascia, si smaglia, si squaglia, dissolve. E' assodato, dall'inizio della Repubblica, per l'incuria strafottente e criminale dei nostri amministratori e dei politici ma nessuno ancora sa che Napoli sta soprattutto sotto le mani nevrotiche e le unghia affilate di una plebe di antropologia sadica che ruba e devasta per due fini istintuali: mettere il piatto di pasta a tavola e divertirsi con la goduria della distruzione del mondo attorno a loro. Cosi è che le tribù guerriere e sadiche si sentono realizzate collettivamente in questi riti quotidiani catartici di saccheggio e vandalizzazione. Voi avrete sentito le storie dei tremendi saccheggi dei Lanzichenecchi in Roma nel 1500, no? Sono rimaste proverbiali; ecco, qui è tutti i giorni. Mancano solo gli stupri di massa di stampo etnico, tipo quelli in Bosnia durante il conflitto negli anni 90 o quelli in Ruanda tra gli Utu e i Tutsi. Non sto facendo sarcasmo iperbolico. Non farnetico. Giuro. Nell'epistolario fra Pablo Neruda ed Ernest Hemingway, sui loro viaggi in Italia negli anni '50, uno chiede all'altro: "Tu che sei stato più volte in Italia e conosci di più gli Italiani, mi spieghi perchè a Napoli non riesco mai a trovare un telefono pubblico che funzioni? Per me è un mistero inquietante".
A Napoli il grottesco e il sarcastico sono strumenti retorici insufficienti. E meno male che, in queste ore, 150.000 tonnellate di rifiuti in Campania e nella capitale delle metropoli preindustriali, fanno da testimoni alle mie parole.

Persino la eccelsa cappella Pappacoda del 1400 dovette esser murata dal sovrintendente ai beni architettonici per evitare che i finissimi manufatti merlati marmorei e le statuine fossero staccate e frantumate giorno per giorno dalla facciata o per esser rivendute ai robivecchi o per tirarvi due calci col pallone nel portale di bronzo nella piazza antistante palazzo Giusso, sede dell'Università Orientale; ve lo ricordate per quanti anni? Si?
Nessun oggetto dell'arredo urbano, dell'arte, dell'architettura a Napoli puo' esser difeso a salvato dagli sciami della plebe. Questa sfaccimma di tutte le plebi ataviche, amorfa, assassina, violenta anche nel succhiare il latte dal seno materno, un tempo si parava il culo davanti all'opinione pubblica italiana e mondiale venendo difesa da noi stessi che la subiamo, dalla "borghesia" (termine improprio per definire i buoni a denari e gli scolarizzati napoletani) intellettuale nostrana. La plebe di Napoli non vive con noi, nè con voi italiani, le plebe di Napoli è potentissima nella sua sfera sociale criminale e vive avulsa dal tempo e dal consesso nazionale, non sa che farsene del resto d'Italia, ci gioca a monòpoli coi miliardi da riciclare, con esercito, polizia, ministri e magistratura: ma avete visto le sassaiole a Pianura? Che hanno fatto i soldati? La plebe camorrista li ha trattati con rispetto facendo quello che ha fatto, li avrebbe uccisi a scorze di melone in faccia per quel che valgono davanti ai loro occhi, i borghesi dirigenti dello Stato. Loro non vi pensano proprio. Sono una immensa tribù delle foreste del Borneo uguale a se stessa da 600 anni. Dell'orrore delle munnezza di questi giorni, del rischio di morire come sorci infettati e cancerosi a loro non fotte un cazzo, ci hanno sempre campato in mezzo. Dei 30 quartieri di Napoli, 20 sono presidio armato della plebe camorrista-vandala, e disgraziati quei pochi cristi che vi sono rimasti carcerati senza soldi per scappare altrove! Fanno ammuina a Pianura per sbancare varchi al loro munnezza-business e tirar consensi e la coibentazione del popolino piccolo borghese come massa di manovra. Della riapertura della discarica di Pianura (fatto gravissimo di offesa ai cittadini dopo le prese al culo di 45 anni) a quelli là che bruciano ambulanze non fotte niente. I borghesi, l'intellighentsija universitaria e culturale locale li ha vivisezionati nei suoi studi e libri prestigiosi, nelle "analisi del fenomeno" con sofisticate analisi politche di partito. Coi pretesti della miseria, della moltitudine torbida e ineducabile, del sistema atavico di mentalità di una metropoli preidustriale difficilissimo da scardinare, col pretesto del farabuttismo di politici locali (verissimo), ma senza mai imporsi con rabbia e senza mai imporre una "soluzione finale". Quando i borghesi studiosi e coscienti tornano a casa e vedono "uno di quelli" che gli incendia il portone del palazzo di casa con un falò di munnezza,i falò dell'allegria, sorridono, sia per paura sia per l'inconscia certezza che i carabinieri a Napoli non accorreranno mai, a meno che non si tratti di una strage.

Ma insomma, eravamo nell'800 e nel'900 quando Napoli, unita al resto dell'Italia iniziò a far capolino nelle menti esterrefatte degli italiani (Salvemini, La borghesia intellettuale del meridione, 1910 e 1950; Renato Fucini ,1877, Napoli ad occhio nudo; Jessie White Mario, giornalista inglese, 1877, La miseria a Napoli).

Ma oggi questa plebe non ha alibi e scuse reali e convincenti. I tempi sono cambiati, e moltissimo. Il progresso economico e tecnico e il sistema capitalistico avanzato mette in grado ciascuno di noi di andarsi a trovare una fortuna e un sostentamento ovunque, studiando, lavorando, viaggiando. Perchè questi stanno sempre qui e fanno questo? Per postulato, almeno, nell'Europa occidentale del XXI secolo è matematicamente impossibile morire di fame; si puo' esser poveri ma non in miseria. Ora mi chiedo e vi chiedo: perché questo verminaio immenso ancora vive rubando per sostentarsi, per mettere il piatto a tavola, avendo però ormai il cellulare in tasca e lo schermo al plasma nelle sue case-bunker antisparatoria?

La "borghesia" napoletana
Io mi son dato una risposta: perchè e' un fossile psicologico collettivo di cui loro non sanno niente, ovviamente, ed esercitano all'infinito ritualmente e poi perchè c'è la vera Sfaccimma della Gente; c'e' la borghesia napoletana. Connivente con la loro mentalità plebea. Per non farci uccidere e gambizzare e incendiare il negozio e l'ufficio e l'automobile, abbiamo un compromesso con loro: invece di perseguitarli riunendoci in gruppi di lotta contro questi virus che abbiamo in corpo, ci mettiamo a ridere e consideriamo tutto folklore di Napoli. Noi borghesi naponapo non abbiamo nerbo, unità, moralità, stile etico negli affari e nella cultura, niente. Ci facciamo sterminare man mano dalla plebe mettendo come filtro osmotico tra noi e loro i politici, gli amministratori, i professionisti della parola e del sofisma retorico bizantino di ogni titolo e livello. Essi fanno da cintura di redistribuzione e trasmissione del mal di vivere e del malaffare su tutta la popolazione. Noi naponapo di merda dei quartieri Chiaja, Posillipo, San Ferdinando, Vomero, Colli Aminei, Fuorigrotta (e sottintendo qui anche tutti gli altri, e le centinaia di migliaia in periferia e provincia) azzuppiamo la scorzetta di pane nella zuppa del malaffare più lurido politco/camorristico per convenienza o per quieto vivere. Il risultato di non aver mai detto "stop", "ora è troppo", "ora basta", sono i giorni che stiamo vivendo oggi, ignominiosi, come sempre, e le bande di "micro-criminalità" (AHAHHAHA! altro eufemismo imposto della SdG politico-giornalistica locale con effetto prozac). Questi estirpano le fermate dei bus per andar a vendersi il metallo, bruciano come totem dell'allegria i cassonetti della munnezza? E noi li lasciamo fare. Pensando che è lo Stato che ci deve pensare. Loro portano la campata a casa e noi moriamo di diossina. Noi guardiamo agire questa plebe, che pur ci opprime e ci disprezza, perche' siamo mucillagine fetida e stiamo fianco a fianco nella loro stessa città, nella quiete della non-speranza degli ostaggi di guerra, ben certi che un esercito, un magistrato, un sindaco, un presidente della repubblichetta, un parlamentare, un carabiniere non ci verrà mai a salvare. Loro infatti sono napoletani come noi: si è mai visto che col colera si può estinguere il tifo?

I borghesi napoletani sono del tutto instupiditi davanti alla plebe napoletana. Hanno inventato la napoletanità delle canzoni classiche. Pizza, sole e mandolino; sono assurti a idoli culturali intoccabili; la battuta spiritosa e le sfogliatelle, la mariulizia e la cazzancularia. Questo è il nostro patrimonio degli antenati che custodiamo gelosamente ancora oggi, XXI secolo, anno 2008. Abbiamo da un lato una paura fottuta di esser fatti fuori dai camorristi, dall'altro siamo ladri e disonesti fra di noi e divisi in tutto. In queste condizoni, non potremo mai far fronte a quella massa iper-organizzata e coesa fino alla morte di incarogniti e assassini. Allora, esorcizziamo, nell'orgoglio della napoletanità e nell'omertà, la filosofia dei Pulcinella: i canoni morali di una classe sociale di pavidi, falliti e profittatori (guardatevi il film Cosi parlò Bellavista di De Crescenzo, dove si arriva ad adorare la napoletanità versus la "nordicità" dei settentrionali; e il regista ci crede davvero, solo che appena si è fatto i soldi se n'è andato a vivere in Toscana, o a Roma, mi pare, chissà perchè...).

Guardiamo i criminali della plebe con paura e con orrore. O ne ridiamo perchè sentiamo il loro fiato sul collo, come un barboncino che digrigna i denti quando è azzannato da un mastino sul collo per mostrare che si è sottomesso e farsi cosi mollare la presa. Son certo che alla notizia del furto di una pensilina alla fermata degli autobus noi ridacchiamo beati, dicendo in cuor nostro: "Gesù, Gesù! cheste so' ccose 'e pazz!", ma non pensiamo: "Oddio! Se siamo arrivati a questo e' conseguenziale avere la sfaccimma di tutte le istituzioni giuridiche e politiche e 150.000 tonnellate di munnezza per strada!"

Discarichiamo tutto dalla nostra coscienza marcita come folklore divertente. Se ci strappassimo i capelli davanti ad una pensilina rubata e allo stillicidio della vandalizzazione della nostra città, capiremmo che un disastro ecologico e sociale quale lo tzunami-munnezza di questi anni, che oggi, grazie a Dio, e' arrivato al suo epilogo politico, sociale, ecologico, sanitario, è la normale conseguenza della mentalità della Sfaccimma della Gente àveta (alta) napoletana.
Non si puo' pensare, a mio parere, che si possa evitare il malaffare più putrido che porta a 150.000 tonnellate di munnezza su strada e migliaia di kmq di terreni inquinati e pericolo di sterminio di massa per tumori, in un posto dove si è lasciato, per 150 anni dall'unità, che una classe sociale avvertita e scolarizzata quale i napoletani borghesi di merda ridesse solamente dei suoi scarafaggi in casa.

lunedì 7 gennaio 2008

Uè, napoletani di merda, tenete la strada pulita davanti a Nerone e Guendalina!

Spazzatura sotto casa di Bassolino e Iervolino. Un sms per portare i sacchetti in via Posillipo e in via Duomo: leggi il testo del messaggino. Poi i camion Asìa hanno ripulito le zone. Segnalato da Ernest (grazie mille!).

Ancora tensione a Pianura (Corriere del Mezzogiorno)
NAPOLI - Mentre cresce la tensione per la riapertura della discarica di Pianura,
messaggi via sms sono stati lanciati domenica sera per portare i sacchetti sotto casa di Bassolino e Iervolino. Ecco il testo: «Domenica 6 gennaio 2008 liberiamo la città dall'immondizia e portiamo un sacchetto con dedica in via Posillipo... (Bassolino) e uno in via Duomo .... Fai girare». In tanti hanno risposto all'appello e centianaia di sacchetti sono stati depositati sotto la casa del governatore e della sindaca. Ma lo stazionamento dell'immondizia è durato solo poche ore: in breve tempo sono intervenuti due camion compattatopri dell'Asià che hanno ripulito la zona. Quando si dice l'efficienza del servizio.

PS. Mo' quegli sfasulati, scioperanti a vita, della nettezza urbana sùbito sono andati au sécours dei loro stipendianti privati?! E comm va stu fatt, nèh?

domenica 6 gennaio 2008

Sentimenti dei nostri lettori

SUPERUMBY ha detto...

La camorra ha sicuramente avuto quello che voleva. Ieri sera stavo inserendo un commento, ma ho dovuto abbandonare a causa delle pile del portatile. Mentre rimuginavo sugli effetti deleteri della politica in Campania, pensavo che, ovviamente, gran parte della colpa e' anche nostra. Negli ultimi 30 anni siamo riusciti a produrre quantita' enormi di Bassolini, Jervolini, Gava, Mastelli, Cirini Pomicini e Alfredi Viti. Nient'altro. In realta', ho poi pensato, a partire da Valenzi, ognuno di loro non era nient'altro che l'evoluzione del precedente. Un esemplare che lentamente, seguendo gli ordini della SdG, e del sistema, regrediva, perdendo aspetti importanti del carattere e della coscienza.
Valori quali moralita', etica, onesta', capacita' di organizzazione, assertivita', decisionismo, lentamente scomparivano, fino a produrre un esemplare privo di ogni capacita' intellettuale e morale e funzionale al Sistema. Sistema che dopo anni e anni di prove e ricerche riusciva a produrre il suo esemplare perfetto. Di esemplari ne abbiamo prodotti addirittura due e li abbiamo proclamati sindaco e governatore con maggioranze bulgare. Adesso pero' e' giustamente venuto il momento di pagare il conto.
Il Sistema, dopo 2 miliardi di euro di investimenti, non puo' tollerare che uno stato estero, nella fattispecie l'Italia, si intrometta cosi' pesantemente nei nostri affari interni, addirittura con l'intervento di una forza di occupazione militare.
Ecco allora che chiede ai loro scudieri di farsi da parte e prontamente le truppe poste a difesa delle mura esterne dela citta' intervengono, contrassaltando gli eserciti nemici con le classiche tattiche di guerriglia largamente sperimentate e utilizzate negli anni, nei campi addestramento della 167, dei Quartieri Spagnoli, del Monte Rosa, del Rione Don Guanella. Feroci e determinate queste truppe al soldo del Sistema reclamano il loro esclusivo dominio su tutto cio' che e' stato da loro comprato e per anni protetto tencemente dai loro scudieri. Terreni abusivi, palazzi abusivi, strade senza fogne o allacciamenti elettrici. Coltivazioni intensive di Rom da furto in appartamento, enormi discariche a cielo aperto dove sversare quello che ti pare, o interi quartieri dove decidere cosa la gente puo' o non puo' comprare, perche' se non paghi la tassa al Sistema non metti a terra manco una cassetta di friarielli. Bancarielli di sigarette dove pure la Sindaca, prima di divenire ministro dell'Interno, non disdegnava di andarsi a fare una capatina, e centinaia di autocarrozzerie pezzottatrici di auotoveicoli. Falsi uffici assicurativi e delegazioni di prestanome buoni ad ogni uso. Testimoni falsi fuori al Tribunale e impiegati del Comune che ti dicono che per un estratto di nascita ci vogliono 15 giorni, ma se gli dai i soldi per comprare il caffe' te lo danno subito.
Non l'avevamo capito, tutto si e' compiuto. Forse, per commentare gli accadimenti di questi giorni, piu' che i giornali, sarebbe interessante andarsi a rileggere L'Apocalisse, tanto per capire quali saranno le prossime mosse dell'angelo sterminatore che non sembra lontano dall'arrivare. Sempre ammesso che, nel frattempo, le nostre stesse menti non siano state divorate dal tumore e dalla diossina.
Don Pe', Hidalgo, alziamoci, e' tempo di migrare.

MASANIELLO '78 ha detto...
Don Pedro, ciao sono Masaniello, che dirti davanti a questa deriva non resta solo che scappare visto che reagire è umanamente impossibile, quanti ne saremmo? Forse tanti forse pochi non so, noi ci siamo scontrati civilmente, ricorderai, io ho sempre sperato ma adesso non se ne può più, io la soluzione non la vedo, non saprei da dove cominciare in questo lerciume dove sovrasta la famosa triade di politica-camorra-plebeismo, però una cosa la voglio dire: scusateci italiani onesti e civili per l'immagine che stiamo dando del vostro paese, vostro, si perchè noi incivili e non, con la nostra incapacità di reagire non ce lo meritiamo, non meritiamo il diritto di essere Italiani, forse avete ragione non lo siamo mai stati, non lo saremo mai.

Questi due commenti convogliano anche i sentimenti e i pensieri degli altri che avete affissi voi altri. Mi scuso con tutti gli altri lettori se, per non intasare le pagine di pubblicazione, non ho pubblicato tutti i finissimi e sentitissimi commenti giunti da parte vostra in questi ultimi giorni nero pece - altri su milioni - per Napoli (ma non per la maggioranza dei napoletani, a quanto pare camminando per strada). Dai vostri commenti ho appreso e mi sono arricchito.

L' Orlando Furioso

Questo che segue è un commento, firmato "orlando furioso", apparso nel blog di Beppe Grillo nel post di quest'ultimo dedicato alla SdG, in risposta ad un altro commento. Ovviamente bisogna specificare che colui che ha postato questo commento, essendo napoletano, vivendo a Napoli (si suppone) ed essendo sopravvissuto alla SdG fino ad oggi, è anch'egli una grandissima lota da esposizione e molte delle critiche che elenca debbono essere fatte anche a lui e alla sua famiglia. Non c'è via d'uscita, non esiste redenzione, caro Orlando: puoi essere furioso quanto vuoi, puoi lanciare tutta la merda sul parcheggiatore abusivo che vuoi, puoi schifare, in pieno stile chiattillo posillipino con golfino di cashmere rosa a tracollo, il disoccupato organizzato che fa la manifestazione quanto vuoi, ma sei, irrimediabilmente e senza ombra di dubbio, un essere di sfaccimma, un appartenente alla SdG®. Con la differenza che ne hai preso coscienza (si suppone anche questo; perchè se credi di essere al di fuori del sistema che critichi, Orla', hai sbagliato palazzo, hai sbagliato strada ed hai sbagliato città). (Hidalgo)

Mi rivolgo a quello stronzo che ha scritto il post: Siete tutti bravi a sparare su Napoli e sui Napoletani . Tu sei solo un povero stronzo, tu sei un immondezzaio di merda tu e tutta la gente come te; tu sei quello che butta la spazzatura dal balcone e le cicche dal finestrino della tua macchina di merda; tu sei il leccaculo della camorra, quello che le dà potere; tu sei quello che incendia la munnezza per protesta; tu sei il disoccupato che va alla manifestazione in motorino e brucia i pullman al grido "vulimme 'o post!", tu sei quello che compra lo stereo rubato, quello che urla per la strada, quello che se ne frega dell'educazione, quello convinto di poter stare sempre al centro dell'attenzione perchè è di Napoli, quello che si vanta di essere uno scugnizzo, quello che fa il mariunciéllo, quello che si vanta per la camorra, per i vicoli pullulanti di plebaglia infame e assassina, quello che va cantando con ridicolo orgoglio "comm è bbèll 'a città 'e pullicenell".

Tu fai semplicemente schifo!, la gente come te hanno rovinato quello che era un paradiso in terra, quelli come te non hanno dignità, non sanno cosa sia l'onestà, siete senza pudore,tu sei quello che ha votato e voterebbe ancora Bassolino-Jervolino; tu sei l'ottuso che va ancora a fare il teppistello sullo stadio, tu sei quello che pensa di potere continuare ad andare avanti fottendo il prossimo, tu sei la vergogna d'Italia, tu sei la rovina di Napoli, della Campania e di tutta Italia. Io, quando sento parlare quelli come te,e purtroppo ce ne sono troppi, mi vergogno di essere Napoletano.

Quelli come te, che si vantano di Forcella e della munnezza, li brucerei nel Vesuvio, per colpa tua io sogno notte e giorno come fuggire da questo posto, tu appesti questa terra; Tu Pulcinella, i Neomelodici, la Camorra, 'o ccafè, 'a pizza, 'o mar, 'o ciel...

Mi fate schifo! VERGOGNATEVI!IMPARATE A RENDERVI CONTO DI QUANTO FATE SCHIFO (VOI) E FORSE SI POTRA' TROVARE LA DIGNITA' PER RISOLLEVARCI.

Un Napoletano (orlando furioso 05.01.08 18:57)

sabato 5 gennaio 2008

Attizzando i fuochi 'e Sant'Antuono

Sono perplesso sui fini persuasivi del giornalista pseudonomizzato 'corvo rosso' del 'Roma', classico giornale napoletano rinato come una fenice. Interessi di bottega, soffiar sul fuoco ora con queste pampuglie. E' istruttivo però fare nostre le sue considerazioni, che trovo in sé razionali, ineccepibili e addirittura morali. Il fine, presumo, sarà quello comunque di giornale di (pseudo)'opposizione' politica: arruffare il popolo per farlo saltar sul carro che aspetta al di là della strada? E vabbè, un popolo incosciente, semplice e felice come noi, in questa nuttata nera nera, che non passa da molti secoli, non aspetta che farsi dare un passaggio da un altro carro per accomodarsi solo un po' più in là. Vedremo come va a finire.

Intanto, nell'articolo qui di sèguito si fa cenno al colera famoso del 1973 (Napoli unica nell'occidente ipersanitizzato e tecnologico del XX secolo, si fece ripulire ancora una volta dal colera, come in un secolo qualsiasi dell'era preindustriale). L'altro colera famoso, sempre parlando del nòvero delle great epidemie più recenti nei secoli, fu quello di 24 anni dopo l'Unità del Regno col resto D'Italia, nel 1884 - anno a me caro perchè nacque mia nonna; e poi importante perchè si costruì il Rettifilo ( la grande via centralissima dove hanno messo i manichini impiccati l'altro giorno, nice!). Oggi finalmente ci risiamo, pare. E' tradizione, folklore, come le sfogliatelle e le pastiere a Pasqua. Se vi andate a comprare Storia fotografica di Napoli dal 1890 al 2003, centinaia di belle foto e reportages giornalistici di ciascun anno interessantissimi, nel volume degli anni 1969-1979, ci sono foto di Napoli e Napoletani artigliati dal colera del '73. Evento folk che io ricordo benissimo, pur nella mia piccola cella di memoria di bimbo che dovette, come tutti, vaccinarsi.
E ci sono anche foto di montoni di munnezza per strada e zozzimma assurda mista allo sgarrupo dell'intera città del '70 e '71; fotogrammi pari pari come nei miei ricordi del '74 -'77, fra i più gai. C'era l'emergenza rifiuti (tipico eufemismo mistificante della Sdg politica delirante, "emergenza"... ppuh!). Lo dicono le didascalie dell'album fotografico.

Quindi proprio come mi ricordo io: con mamma e papa' andavamo in auto dagli zii a Santa Anastasia (paesi vesuviani interni) e vedevo ste puttanone in piedi a rucielli (cioè in piedi disposte "a crocicchi", all'epoca ancora carne nostrana). Le ciacione carnalone napulitane doc, che si ascarfavano d'inverno la ciucètta coi fucarazzi dei montoni di munnezza e di pneumatici lungo tutta via Marina, montoni alti 3 metri; da piazza municipio alla reggia di Portici. Otto km di esposizione. la fiera del libro di Torino. Nessuno eccepiva niente. Forze dell'ordine? Naaaaa! Politici? Naaaa!Magistratura ? NaaaaaAA! I Presidenti Napolitani ? bhuuu! I presidenti di oggi facevano 'o mestiere pure loro, i segretari di partito..e con quelle 2 lire mettevano assieme na menestra ammaretata pe'campà, sempre tenendo d'occhio la riscossa d'e muort'e famm,per carità ! In Italia detti : i proletari .Bum!
All'epoca di chi era il potere di vita e di morte? Ah! Il sindaco mi pare fosse Valenzi (quello del nulla osta alle Vele di Scampia su progetto dell'architetto naponapo Franz di Salvo nel 1979).
Emergenza rifuti da 14 anni? Uhm... AHAHAHAHHAA! Colpa di Bassolino solamente! Mai arrivati cosi in basso! A morte Bassolino! AHAHAHAHHAA! Vabbuò, facciamo to-ttò su cculetto a Bassolino, ci basta che si dimette, e non se ne parli più! ccà iamm 'e pressa : amma magnà ! La memoria abrasa aiuta sempre la SdG a proliferare.

Plus ça change, plus c'est la même chose - Les Français.

05/01/2008 - E' peggio del colera del 1973 (di Corvo Rosso)

SIAMO AL CAPOLINEA. L’emergenza igienica è diventata una emergenza sanitaria. È peggio del colera del ’73. E’ a questo che ormai si deve far fronte. Ed è necessario uno sforzo solidale di tutti, non solo Napoli e la Campania, ma dell’intera comunità nazionale. La condizione è che vengano allontanati tutti i responsabili a cominciare dal sindaco e dal Governatore. Se si vuole evitare il peggio Bassolino e la Iervolino se ne devono andare. Da parte loro sarebbe un atto doveroso. Se il Presidente Napolitano vuole aiutare Napoli e la Campania, come ha sempre dimostrato di voler fare, dia una mano in questo senso e solleciti Prodi, Amato e Parisi a prendere provvedimenti adeguati alla catastrofe in atto. Quella di oggi è una emergenza peggiore di quella del vibrione di trentacinque anni fa perché il percolato delle ecoballe e la diossina dei roghi avvelenano la filiera alimentare con danni prevedibili ma non arginabili con adeguate profilassi. La scoperta di centinaia di topi morti sotto le montagne di rifiuti a Pianura, nella ex contrada Pisani, conferma il sospetto che la diffusione di infezioni e agenti cancerogeni è in atto. Siamo, dunque, in piena emergenza sanitaria.
La gente brucia i bus a Pianura perché è stata presa in giro da Bassolino che da sindaco aveva promesso su quella discarica, chiusa dopo 42 anni, un campo da golf, alberghi e un centro congressi La gente protesta e dovrebbe addirittura insorgere perché è inammissibile che in quattordici anni sia in costruzione un solo termovalorizzatore per il quale sono finiti i soldi, mentre sono stati bruciati due miliardi di euro per stipendi ai dirigenti del Commissariato, ben quattro sedi del commissariato, l’assunzione di 2.361 persone che non hanno mai lavorato, consulenze ad amici e parenti, decine di automezzi acquistati la sera e rubati la mattina, assunzioni clientelari per “un call center ambientale” mai entrato in funzione, progetti fantasiosi e costosi (10 milioni di euro) come l’installazione sui camion dell’immondizia di un sistema informativo collegato al “Network Tecnologia Ambientale”, un fallimento totale ed innumerevoli altri sprechi verificatisi in massima parte nei quattro anni di gestione Bassolino, tutti documentati dalla prima relazione della commissione bicamerale per lo smaltimento dei rifiuti presieduta dall’onorevole Paolo Russo nel gennaio del 2006 e successivamente confermati dall’attuale presidente l’ex bassoliniano ora socialista senatore Roberto Barbieri.
La gente è incazzata perché non si fida più di istituzioni che fino ad ora hanno dormito e media che hanno taciuto o minimizzato. Se alla Regione o al Comune ci fossero stati uomini del centrodestra, arresti, inchieste, sospensioni, perquisizioni, sequestri, intercettazioni, azioni di responsabilità, ecc. avrebbero intasato gli uffici giudiziari e riempito Poggioreale; si sarebbero mobilitate tutte le magistrature, penali, civili, contabili, amministrative e, per l’immondizia nelle strade, avrebbero mandato un avviso di garanzia anche a Berlusconi. Le responsabilità sono di chi governa da quindici anni con poteri assoluti e ingenti risorse. Il centrosinistra rifletta sui suoi errori e faccia più di un passo indietro. E la magistratura faccia sì che la giustizia sia uguale per tutti. (Corvo Rosso)


(Dal quotidiano Roma del 05/01/2008 )

Le bolle di sapone di 'o cacaglio

Il portiere del mio palazzo mi disse tanti anni fa, nel 1993, all'inizio della satrapia di Bassolino, che girava tale voce: appena insediato a palazzo San Giacomo, Bassolino si vide costretto a pagarsi un professore di lingua italiana e grammatica per riuscire ad affrontare delle conversazioni di base, ora che stava entrando nel beau monde delle visite internazionali. Nell'ovile del partito fino ad allora dove il vocabolario era ristretto, contava esser lesti al tressette fuori al bar del paese: "lotta operaia", "abolizione della borghesia" e non so che altre amenità. Soprattutto studiò a tarda età come convertire la sua fonetica, prettamente provinciale, in fonetica italiana. Il partito (quale?) aveva imposto ai propri chierichetti solo l'apprendimento di due vocaboli, il resto della capacità di eloquio non importava: soldi e potere. E' un gossip, un pettegolezzo, chissà qual'era la fonte maliziosa che lo diffuse arrivando all'orecchio mio portiere (della stessa ridente cittadina di Bassolino).

Vediamo oggi come e se ha fatto tesoro di quelle lezioni di lingua e pronuncia italiana con queste esilaranti bolle di sapone che gorgheggiano dalla sua bocca. Tenete sempre presente che ha ricevuto voti per il 60%, percentuali cosiddette bulgare. Chissà perchè i Napoletani continuano a scegliersi semianalfabeti per farsi sterminare...

Notate anche la fatica a non balbettare (incacagliare, 'o cacàglio, soprannominato qui in lingua napoletana). Sembra che l'emozione nel dire cose senza senso lo faccia ricadere nel suo difetto elocutivo giovanile che tanto ha lottato per eliminare. Comunque Lui non si dimette (come se poi dimettersi fosse una sanzione adeguata per quanto ha fatto, manco dimettersi... ppu!).

La sfaccimma della gente e il forte sentimento per la comunità e per la propria terra


La migliore Protezione Civile mai vista? Un popolo che ama la sua terra e ama se stesso! La vecchietta non dà l'impressione di far parte dei cani arraggiati di Pianura sguinzagliati dal Sistemaclan e non pare che qualcuno stia per dare fuoco al petrolio con un micciariello. Come mai?

La Sfaccimma della Gente (che siamo noi medesimi di persona tali e quali) ama fino a dare la vita per la sua terra (a parte l'ammore pe 'o sole, ovviamente, che non si può toccare, e pe 'o golfo, che non sappiamo ancora come piastrare di cemento per farci villini abusivi in stile fantakitsch).

Da una lettera alla redazione di "Italians", rubrica del Corriere Sera tenuta dal giornalista Beppe Severgnini, oggi 4/1/08, leggiamo :

I rifiuti in Campania e le spiagge coreane

Caro Beppe, leggo sui giornali e vedo in televisione le montagne di rifiuti che invadono le strade nelle città campane e riesco con difficoltà a seguire le ragioni di questo disastro. Osservo tuttavia un atteggiamento comune: tutti (cittadini, politici, responsabili) protestano, si lamentano e non fanno nulla, vivendo tra i rifiuti. Negli stessi giorni, un disastro ambientale ha colpito le coste ed i mari della Corea del Sud: l'ennesimo cargo ha perso fiumi di petrolio devastando le spiagge. Sapete come hanno reagito i coreani? Migliaia di persone, spontaneamente e volontariamente, giovani, anziani, ricchi e poveri, residenti e non hanno passato giornate del loro tempo libero ripulendo uno a uno i sassi delle loro spiagge dai residui di petrolio e hanno considerato il farlo, una cosa normale.
Ora, mi risulta difficile commentare i due fatti e lascio a ognuno le proprie considerazioni e pensieri augurandomi che nel 2008 tutti ma soprattutto noi italiani saremo in grado di pensare un po' più al bene comune e non sempre al proprio interesse, magari anche a costo di qualche sacrificio. (Andrea Favara)




Ggènta bbèlla 'e Napule, mettìteve scuorn!

Parla il pompiere ferito dai petardi nascosti tra le sacchette: un percolato di bella Napoli

Napoli - Il vigile del fuoco Mimmo Vituat sta steso con la flebo nella vena su una barella di ospedale dove gli hanno detto che passerà la notte (perché, ovviamente, i letti veri sono tutti occupati), si massaggia la faccia pallida e dice con un filo di voce: «Siamo disarmati. Non possiamo farci niente». Parla della città che brucia nella notte, delle montagne di immondizia date alle fiamme in tutta la periferia. E parla naturalmente del mucchio che bruciava in via Stadera, nel cuore di Poggioreale, e che gli è esploso in faccia mentre lo stava spegnendo insieme ai colleghi. Si è ritrovato faccia sull'asfalto, a tremare e a delirare con le orecchie che gli fischiavano. È rimasto sull'asfalto un quarto d'ora prima che arrivasse l'ambulanza. Venti metri più in là, il branco dei guappi del quartiere si godeva la scena chiacchierando e ghignando, e tra di loro magari c'era chi aveva dato fuoco al mucchio, magari anche chi nel mucchio aveva lasciato i botti di Capodanno esplosi addosso al pompiere Vituat.

La storia dell'emergenza rifiuti a Napoli è anche la storia di chi sta in trincea. Dei celerini che si alzano alle due per andare a forzare nelle tenebre il blocco della discarica di Pianura. Dei carabinieri, delle Volanti, delle ambulanze impegnati nelle centinaia di pezze da mettere a questo disastro. E soprattutto dei pompieri del comando di piazza Tarantini, che di questa emergenza devono fronteggiare il lato più surreale: quello di una popolazione che per protesta decide di autoavvelenarsi appiccando fuoco a mucchi di spazzatura che contengono di tutto, e che riempiono le strade di un fumo acido. «Non mi capacito - dice Salvatore Ferraro, trentadue anni di incendi sulle spalle - è come se non capissero che con gli incendi il disastro spazzatura diventa dieci volte più grave, e che a pagarne le conseguenze sono loro».

Eppure gli incendi non si fermano. Ottanta l'altra notte, cento ieri. Un'ora passata nella centrale operativa del 115 è il racconto di una città impazzita, i telefoni che suonano in continuazione, brucia Arzano, brucia Ercolano, brucia Secondigliano. «Chesta è 'na guerra»: e al vigile Gigi Fioretti cascano le braccia, al centesimo napoletano che chiama e sbraita e insulta perché l'autobotte ancora non si vede. Fuori a bruciare è la Napoli vera, non quella del ridotto luminoso di Toledo e di piazza dei Martiri, sempre più assediato, ma quella dei quartieri popolari, delle banlieu disperate e degradate. È lì che devono avventurarsi le autopompe rosse dei pompieri. Ed è lì che li aspettano agguati come quello che ha investito Vituat: «Non voglio credere - dice il comandante Bonessio - che siano gesti fatti apposta per farci male. Ma è sempre così. All'altra emergenza rifiuti, nei mucchi di spazzatura incendiata c'erano persino le bombole cariche di gpl».

Così ai pompieri e ai poliziotti tocca dannarsi l'anima, tra riposi che saltano e turni di ventiquattr'ore, per salvare gente da cui non si sentono amati e che non ricambiano. E in quella malabolgia che è l'astanteria del San Giovanni Bosco, l'ospedale dove hanno ricoverato il vigile ferito, a un medico di un'autolettiga scappa - quando gli raccontano dell'immondizia esplosa - un «Salviamo gente che non se lo merita» che la dice lunga sull'aria che tira. Nel pronto soccorso accade di tutto, ragazze che urlano in crisi isterica, donne che si picchiano con furia incredibile, coltelli a serramanico che appaiono qua e là, mentre la radio della polizia annuncia che al rione Traiano le Volanti sono state aggredite e devono battere in ritirata. «Eppure - dice un infermiere - io penso che i napoletani siano troppo buoni. Altrimenti tutta questa immondizia l'avrebbero già scaricata sotto la casa di Antonio Bassolino». (Il Giornale 4/1/08)

martedì 1 gennaio 2008

RRJ ci ha fottuti anche a capodanno

Ore 04.41am, ero indeciso se sfogarmi o no, non volevo annoiarvi con un susamiello ma poi ha vinto la rabbia e scrivo; dovete fremere appresso a me di rabbia e sdegno: ero da solo, son sceso di casa alle 1.30 stanotte per andare a vedere 'e fuoche ammare come diciamo in lingua. Avevo letto di questo sul nostro rotolo di carta igienica locale, "Il Mattino", e visto i tabelloni pubblicitari di merda piazzati a stuprare la città e i panorami del golfo dalla assessorA allo stupro urbano Gambardella. Io, fesso di merda che sono, ci cado sempre e credo ancora a qualcosa seppur minima dovendo scontare il purgatorio qui. Alle 02.00, il lungomare Caracciolo era sufficientemente pieno di gente accorsa per spensierarsi 15 minuti, tranquilla devo dire. Anche i giovani, in auto, pareva di stare a Oslo, mi meravigliavo, tutto molto civile, silenzioso. Anche i tamarri, civili per un'ora. C'erano vecchi e bambini. Lo spettacolo di fuochi nella notte ti apre l'animo, rasserena. E' sempre bello, ad ogni età. Per me Capodanno era questa cosuccia ingenua e poi stare fra gli altri miei simili, i naponapo, con sconosciuti per un sorriso, un augurio, una chiacchiera.
Bene, si sono fatte le 04.00 , dico le QUATTRO! Tutti guardavamo Castel dell'Ovo e NIENTE! Un cazzo di niente! Migliaia di persone venute con auto e metro da tutti i quartieri di Napoli verso il lungomare, vecchi, bambini, coppie, turisti (poveri stronzi non ancora scippati e scivolati su una sacchetta di munnezza, avvertiti forse dai receptionists di quei 4 alberghi di pseudolusso penosi che affacciano sul castello). Figura di merda nera con gli stranieri. Tutti a ghiacciarci per 2 ore e 30!
Ognuno, senza brontolare troppo, è andato via e tutti, anche se napoletani preparati ai peggiori tiri mancini, abbiamo accusato malamente proprio 'sto sputo in faccia anche il 1° dell'anno che ci ha lasciati delusissimi e stanchi.
Io ero furioso; non per il mancato spettacolo ma perchè ancora una volta quella 'nguacchiata zucculona di RRJ (come la ha chiamata a buon diritto la grande zantraglia di Ponticelli di nero vestita nel filmato), o chi per essa, ci ha trattati fin dalle prime ore dell'anno nuovo come cani (sarebbe uguale con chiunque altro al potere in questa topaia; tra topi come noi vigono quelle regole di etologia animale dei mùridi, non quelle umane, no?).
Cioè, le guardie municipali avevano bloccato il traffico e transennato pure tutto da piazza Vittoria al Palazzo Reale. Stavano facendo il loro dovere: erano guardinghi addirittura verso furbetti con l'auto. Anche loro fottuti, nel loro lavoro sputati in faccia. Alle 3.30 hanno sbaraccato tutto, senza sapere manco perchè, e se ne son andati pure loro. Mi sono avvicinato ad una vigilessa e ho chiesto il perchè: "Signore, mi spiace, anche noi non ne abbiamo la più pallida idea, abbiamo provato a telefonare all'ufficio del Comune, non ci risponde nessuno". "Sono allibito; non per noi che siamo bestie e non abbiamo diritto al rispetto minimo, ma per voi che state attorno a quella stronza scrofa e non ne sapete niente!". "No Signore, si sbaglia, lei non sa che razza di bestie siamo noi, come siamo trattati e cosa subiamo... Sono desolata perchè porto questa divisa e non so darle manco una risposta. Lo so, e' molto squallido: manco i fuochi a capodanno organizzati con decenza".
Ora, io vi chiedo, se non è responsabile lei, perchè, chessò, ora sta a Roma strafogando e abita alla Balduina (poi c'ha il pied-à-terre a Spaccanapoli di fronte alla basilica di Santa Chiara) chiunque sottoposto, lurido ratto, perchè non era al posto suo a dar direttive o informare polizia municipale e questo popolo bolso di andarsene affanculo a casa in tempo? Ce lo siamo dovuti capire da soli che abbiamo buttato una nottata a guardare l'aria e a gelarci, perchè a loro, i figli di cani della politica gli era passato 'o ggenio? Ancora nesuno sa cosa sia successo. Per due fuocarazzi di merda.

Ma se fanno cosi per 15 minuti di fuocarazzi a mare davanti a migliaia di cittadini (?) con sommo disprezzo, cosa succederà quando il Vesuvio farà la sua prossima catastrofica eruzione (è solo questione di tempo)? O cosa con un qualsiasi grosso problema di ordine e salute pubblica?
Ma vi rendete conto in mano a chi sta la nostra vita? Voi mangiate babbà, mi raccomando. Futtitevénne. Non ci arrevotiamo mai. Colludiamo, facciamo i conniventi, azzuppiamo pure noi con loro dal piatto di minestra.
Io ho ancora la bava alla bocca per lo sdegno e la rabbia idrofoba. Ma ci pensate cosa ci aspetterà per i prossimi 365 giorni ad aver a che fare con quelli del Comune di Napoli per ogni necessità quotidiana?
Non mi consola pensare che il Vesuvio ci seppellirà finalmente, perchè quella là e tutti i suoi àscari schifosi degli assessori e tutti i successori di questo sistema, giù fino all'ultimo lottizzato, di sicuro si salveranno scappando con gli elicotteri insieme al conte Dracula, suo signore. Solo la sfacimma della gente creperà sotto lava e cenere, ed è troppo poco. Ma resterà sempre la radice della malapianta napoletana a far del male sulla Terra. Più lo sputo in faccia è a causa di questioni minime e banali più è grave l'offesa, più la esasperazione diventa cupa, più si ha la percezione orripilante di stare in una scarrafunera.

Buon anno a tutti. Abbiamo iniziato bene.