giovedì 8 novembre 2007

L' Asse Mediano: il Gran Premio di Imola per i Napoletani

Sotto stimolo della Bella Poesiola di Pedro (qui)

ECCO UN PO' DI INFO SUL FAMIGERATO ASSE MEDIANO.

MONUMENTALE SIMBOLO DELL'INGEGNERIA E DELL'AMORE PER IL PAESAGGIO DEI POLITICI NELLA NAPOLI DEL XX-XXI SECOLO .

'' Napoli Assediata''.... Il progetto è un viaggio dell’immaginazione lungo una strada che è l’incubo di chiunque viva tra Napoli e Caserta: l’Asse Mediano. L’Asse Mediano è il simbolo delle periferie napoletane e dell’intera regione, periferie cresciute lungo il suo tracciato come una muffa urbanistica demenziale, un delirio organizzato dall’abusivismo o dalla cecità. Ma Napoli assediata è anche un viaggio dentro le case che crescono lungo l’Asse Mediano, dentro l’angoscia delle merci che già domani saranno spazzatura: è per questo che il video è stato volutamente girato con telecamere amatoriali, le stesse che si possono comprare negli ipermercati che costellano e ingorgano l’Asse, cercando di testimoniare con un’arte “povera” la miseria non solo esteriore di questa oscena Ipernapoli che presto, se niente cambierà, sarà solo, tutta, una immensa Infernapoli: immagine di quello che diventaranno l’Italia e l’Occidente strangolati tra interessi particolari e incapacità amministrative. Che può fare l’arte di fronte al brutto spinto fino all’orrore e al crimine? Può la poesia, con il suo tentativo di attraversare il brutto per immaginarlo diverso, diventare una forma della politica non politica? Forse sì. Così che è nato il progetto Napoli assediata: una città assediata dalla sua periferia, assediata dai barbari che ha dentro i suoi confini, assediata dal suo ceto politico, assediata dalla mancanza di una ecologia della mente. A Napoli le parole “arte” e “cultura” sono diventate un sipario istituzionale per nascondere la realtà che è sotto gli occhi di tutti: le montagne di immondizia concreta; l’immondizia dell’invivibilità; l’immondizia della menzogna. Napoli assediata è un inizio, un primo, piccolissimo tentativo per far ritornare l’arte e la cultura a quello che sono sempre state: tagli dell’immaginazione per squarciare il sipario delle menzogne.


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L'Asse Mediano non esiste .



di Roberto Saviano
[...] Ognuno è convinto di sapere dove inizia e dove termina l'Asse Mediano. Ciò che è ufficialmente l'Asse Mediano non è ciò che la gente chiama l'Asse Mediano. Qualcuno che va a Nola o a Villa Literno, dice di prendere l'Asse Mediano. «E poi prendi l'Asse Mediano» è la frase che quando qualcuno spiega su come arrivare o andar via dai paesi del napoletano, arriva prima o poi a dire. Ma è Asse Mediano tutto quello che si avvicina all'Asse Mediano. È Asse Mediano, tutte le strade che tagliano dall'esterno i paesi, è Asse Mediano tutto ciò che dall'Asse Mediano si vede, è Asse Mediano tutto ciò che è sopraelevato. È Asse Mediano tutto al punto che ogni mediana è persa perché tutte le strade dell'hinterland sono divenute mediane, come se l'Asse Mediano originario fosse stata la spina dorsale e il resto delle terminazioni nervose fossero la diretta sua emanazione. Ma pur sempre Asse Mediano. Io attraversavo l'Asse Mediano ogni fine settimana per andare dai miei nonni. L'ultima volta in cui la mia famiglia l'ho vista al completo, tutti insieme intendo, mio padre mia madre e mio fratello, è stato proprio in auto, sull'Asse Mediano. Molti anni fa. L'Asse Mediano l'hanno costruito su discariche. Su terreni che erano abusivamente usati come discariche, e quando la terra sazissima non ne poteva più e iniziò a sputare tutte le tonnellate abusivamente sotterrate, il miglior modo per guadagnarci dall'occultare le discariche era costruirci sopra una strada. Così, dopo aver comprato della terra a quattro spiccioli, averla sodomizzata con le discariche, averci guadagnato capitali astronomici, hanno reso edificabili i territori marci di monnezza ed hanno condizionato i piani regolatori per farci sopra questa strada e occultare guadagnando. Terra, discariche, cemento. I guadagni dei clan di camorra sull'Asse Mediano sono stati infiniti. E poi fiocca una sorta di mitologia dell'Asse Mediano. Presunti corpi delle diverse faide di questa terra. Tutti ficcati lì dentro. Come una sorta di invisibile cimitero. Ma questo sino ad ora solo nelle voci dei guaglioni che l'Asse Mediano ce l'hanno davanti agli occhi. L'Asse Mediano non serviva agli abitanti ma alle fabbrichette. Migliaia di fabbrichette a nero, che producevano scarpe, guanti, borse, vestiti, confezioni. E ufficialmente l'Asse Mediano, l'A1 Acerra-Afragola, era lì come lingua di catrame invitante a sputare i furgoni delle fabbrichette direttamente a Roma. E quindi piovve quasi dal cielo, come un'opera immensa che non serviva all'agricoltura di questi paesi e neanche ai paesani per spostarsi meglio. L'Asse Mediano serviva a chi appaltava nelle fabbriche a nero per avere subito e comodamente i prodotti e non essere più costretto a far perdere nel dedalo dei paesini i camioncini e i furgoni. Queste dannate fabbriche avevano nella velocità di realizzazione la loro forza prima e non poteva essere abbattuta da strade e stradine, vicoli e vicoletti che impedivano la fuga verso le aziende del nord. L'Asse Mediano mi faceva schifo. L'Asse Mediano è una chioccia di metafore per narratori. E noi usavamo l'Asse per esercitare le nostre prime palestre intellettuali. Spesso capitava con amici che ci sedevamo fuori uno schifoso parco a Frattamaggiore. Vedevamo l'Asse Mediano davanti agli occhi. Non avevamo la luna di Mosca di Majakovskij, le scogliere di Jünger, e neanche l'Aspromonte di Alvaro. Avevamo l'Asse Mediano. Da sopra all'Asse Mediano è possibile osservare tutti i paesi, tutte le casette, tutto. E persino un palazzo vuoto che sembra l'ennesimo cantiere bloccato in costruzione e rimasto incompiuto perché abusivo. E invece no, è un palazzo fatto apposta per le esercitazioni dei vigili del fuoco. Si gettano dalle finestre sui materassoni, e spengono incendi indotti. L'Asse Mediano ad un certo punto diviene scrittura di un territorio. Che ti permette di osservare un tutto che non sai mutare e dei particolari che non vorresti mai fissare. Un trucco imprudente quest'Asse Mediano. Per arrivare prima, ma dove? Attraversare velocemente terre martoriate, isolate, lavoro nero, solitudine. Perché scrivere è un invito a lasciarsi cogliere in flagrante. L'Asse Mediano è un cogliere in flagrante un territorio. Vederlo nella sua spietata realtà di cemento quasi spruzzato a caso come un gigante che ha spisciacchiato in ogni angolo. Vedere dove vai, arrivarci e non tornare indietro. Questo mi pare l'Asse Mediano. Per far saltare l'Asse Mediano da ragazzino volevo usare il tritolo, ma poi interveniva qualcuno scettico dicendo che il tritolo costava troppo, e poi qualcun altro dicendo che non potevamo uccidere innocenti. E giù discussioni infinite, citazioni rimbalzanti tra mucchi di monnezza e puzzo di catrame fuso dal sole. E così una volta, nell'ingenuità del mio cervello deformato, non mi rassegnai all'idea di non colpire l'Asse Mediano. E così riuscii a procurarmi da tutte le pupatelle, le bombe carta usate la notte di capodanno. Presi tutta la polvere pirica possibile, la pressai in una scatolona, strinsi tutto con lo scotch da pacchi. Almeno due interi rotoli girati intorno lo scatolone. Ne feci una vera e propria bomba innocua come una bolla di sapone ma pur sempre bomba. L'Asse Mediano era lì, inutile e necessario, lungo e pronto a mostrarti tutti i giorni la chiavica di paesi in cui vivevamo. E così portai il mio ordigno artigianale con una coda enorme, la miccia che avevo fatto con i trac. Avrei voluto piazzarla al centro della strada, volevo aspettare notte fonda per non creare danno a qualche automobilista, ma poi mi venne sonno e così misi il mio ordigno sul ciglio della strada. Accesi questo miccione, e scappai. Fece un enorme botto che ci sembrava davvero venisse giù l'intero Asse Mediano. Invece niente. Un forellino, uno di quelli che avrebbe fatto bucare la ruota ad una vespa, niente di più. Ma per me era un ricambiare la ferita. Immaginaria e reale. Tutti i viaggi dannati, tutte le puzze sopportate, tutta l'inutilità subita. Sono convinto che l'Asse Mediano non esiste. E che tutte le strade prima o poi attraversano qualcosa senza arrivare da nessuna parte.
( fonte : http://www.tecalibri.info/M/MONTESANO-G_napoli.htm#fine )

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Storie mediane
di Anna Giannetti

L'Asse Mediano non è un'autostrada e non porta lontano. Non collega punti distanti chiaramente individuati dal rassicurante pannello verde, come possono essere Napoli e Milano, per terre di antica e nuova immigrazione [...] Non è esattamente neppure una grande arteria [...] Non ha nulla a che vedere con l'Italia del "boom", le vacanze, i viaggi, la motorizzazione di massa, l'ingenuo ottimismo di quella Modernità giunta in ritardo.
L'Asse Mediano è un asse mediano, [...] Frutto avvelenato, per più motivi, come vedremo, di una lunga serie di tentativi di pianificare lo "sviluppo" di un area regionale, con tanta lentezza da giungere a ridosso della profonda crisi strutturale degli anni Settanta e nonostante questo battere il passo per circa un decennio, così da poter vantare una nobile genealogia di buone intenzioni e colpevoli ritardi: Piano del Comprensorio di Napoli del 1964, piano A.S.I. del 1968, Piano Territoriale del Comprensorio di Napoli del 1970 e quindi modelli interpretativi come Comprensorio, Area metropolitana, poi introdotta dalla legge 142 del 1990, «città lineare».
Uno strumentario verrebbe da dire sovradimensionato, fornito da qualcosa di simile al difetto di «intelligenza dei luoghi» che Leonardo Benevolo rimprovera alla cultura architettonica italiana del «nuovo millennio», visto che per vedere la realizzazione dell'Asse bisogna aspettare il terremoto del 1980, anzi la legge 6 agosto 1981 n. 456, che agli articoli 5 bis e 5 ter, prevedeva, nell'ambito del programma per Napoli, la possibilità di estendere le procedure straordinarie per la realizzazione degli alloggi anche alle infrastrutture indispensabili al funzionamento dei nuovi insediamenti abitativi.
[...] Tra assi autostradali, bretelle e collegamenti viari, non poteva mancare l'Asse Mediano che assieme all'ampliamento della Strada Provinciale "Cantariello" inizia negli ultimi mesi del 1984, finanziato dallo stanziamento titolo VIII, legge 219/81. Dopo tutto, il Piano A.S.I. già prevedeva un "asse di supporto" tra Aversa e Nola e un "asse mediano" corrispondente alla circonvallazione provinciale di Napoli nel settore Nord-Ovest e al ramo autostradale Napoli-Noia in quello Nord-Est, a sostegno degli insediamenti industriali di Giugliano e Arzano il primo, e di Pomigliano il secondo. Nel 1990 i lavori, previsti in 18 mesi, non erano ancora stati ultimati e, come si legge nell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2001 tenuta dal Procuratore Regionale G. Stanco, tra perizie di variante e suppletive, i costi da 90.370 milioni erano arrivati a 287 miliardi al termine delle concessioni, quelli del raccordo della circonvallazione esterna da 10 a 265 miliardi e del collegamento tra le varianti alla SS7 quater da 30 a 304 miliardi.
[...] Non è stato neppure necessario che su tali arterie vi fosse traffico, perché il denaro scorresse a fiumi, percolando all'intorno e per di più in base ad un progetto redatto in un mese. Progetto, meglio, dovuto atto burocratico-amministrativo: pura forma, anzi necessario atto formale, trionfo retorico sulla realtà delle cose, e visti gli anni, col dubbio di dovervi leggere la fine del Progetto per mano di una Post Modernità all'italiana, anche se non appare ancora chiaro quando la soglia della Modernità fosse stata superata.







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