domenica 18 novembre 2007

Annalisa Durante

E' come un macigno che non mando giù da anni. Mi si è messo di traverso e mi provoca conati di vomito e rigetto verso la mia città a intervalli regolari. Io non riesco ad accettare che si possa morire a 14 anni, uccisi da un far west metropolitano. Un far west che se non fosse morta, Annalisa, sarebbe stato un altro classico muro di omertà e di sfaccimma. Non me ne riesco a fare una ragione. Non capisco neanche bene quello che è successo dopo, perchè sa di sfaccimma e come la sfaccimma è amaro. Ero in una sala di montaggio della Rai a chiaccherare con Luigi Necco, quando gli squilla il cellulare: annuisce, è silenzioso, qualcosa non va. Chiude il telefono. In quel momento ho visto un signore di 70 anni (era il 2004) e cento chili accasciarsi come un bambino. Ho visto un giornalista di 70 anni, gambizzato dalla camorra, avere ancora la forza di indignarsi e commuoversi. Aveva gli occhi lucidi, mi ha guardato e mi ha chiesto: "ma in che città di merda viviamo?". Non so chi fosse dall'altra parte del telefono, so solo che gli avevano appena raccontato l'ennesima storia di sfaccimma. Ad un padre a cui avevano ucciso la figlia veniva inflitta un'altra pena, a Napoli non si soffe mai troppo. Il papà di Annalisa stava cercando un lavoro, entrava nei negozi, si presentava, chiedeva, salutava. Appena usciva due ragazzi vestiti 'Paciotti' entravano, anche loro si presentavano, imponevano e non salutavano: "non deve lavorare".

Cronache di sfaccimma...
Buon week end.

Di: PABLO

Vivo e son contenta di vivere, anche se la mia vita non è quella che avrei desiderata.
Ma so che una parte di me è immortale e presto andrò in Paradiso


Dal diario di Annalisa.

Mia cara mamma e mio caro papà, seppur cosi giovane, è tempo che io vada dal Signore. E quando vi domanderanno dove sta Annalisa voi dolcemente risponderete
nei cuori e nelle pupille degli occhi di questa città.


(epitaffio sulla Tomba di Annalisa Durante presso il Cimitero di Poggioreale Nuovo in Napoli)

Link al blog in Memoria di Annalisa Durante

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