LA MACCHINA DEL TEMPO - VIAGGIO IV
§ RADICI. LA SdG ATTRAVERSO I SECOLI. I NOSTRI ANTENATI §
Risate al Parlamento, I
Alla Camera dei Deputati, sul finire dell'800 si parlava sovente di camorra e camorristi, e anzi si lanciavano talvolta accuse, molte delle quali più che fondate, contro quei deputati napoletani che non avevano esitato a trasformare 'capintesta' e 'capintriti' in altrettanti grandi elettori e che si erano associati ad essi in imprese quanto meno poco pulite.
Uno fra i primi parlamentari ad attaccare la camorra, fu Ferruccio Macola, quello stesso che ucciderà in duello Felice Cavallotti. Con interventi diretti alla Camera e con un articolo pubblicato sulla Gazzetta di Venezia del 31 marzo 1896, egli svelò, fra l'altro come la camorra si fosse insinuata fra le file dell'esercito e avesse contribuito alla disfatta di Adua in Eritrea [ per gli Italiani dei ceti alti la data 1/3/1896 ebbe un effetto analogo a quello dell'attuale 11 settembre 2001 ; Francesco Crispi che aveva spinto la giovane nazione in questa impresa coloniale perdente si dimise da capo del governo - fonte: wikipedia, n.d.r.]
Mediante il cosiddetto 'arruolamento a spizzico' , documentò il deputato, i camorristi napoletani avevano partecipato in buon numero alla nostra campagna d'Africa, ma non per spirito patriottico, bensì per poter allargare il loro raggio d'azione e nel contempo sottrarsi ai superiori ordinarii. Sùbito dopo la partenza i camorristi si erano messi all'opera sulle navi, taglieggiando i militari delle altre regioni d'Italia; nel quartier generale di Adigrat in Eritrea, quindi, si erano abbandonati ad ogni sorta di violenza e avevano derubato di 2000 talleri il tenente Ghirardi. Il comando aveva tentato di correre ai ripari adoperando sentinelle 'chitet' a preferenza di quelle bianche, ma i camorristi napoletani, uniti ai mafiosi siciliani, incitavano la truppa a non obbedire ai superiori. Durante la battaglia di Alequà , molti soldati camorristi avevano abbandonato gli ufficiali di fronte al nemico.Le rivelazioni del deputato Macola erano gravissime; nessuno poté smentirle, come cosi, del resto, non si potevano ignorare le denunce fatte da altri deputati circa l'ingerenza della 'Bella Società Riformata' nelle battaglie politiche.
Nel 1898, poi, iniziarono alla Camera gli attacchi contro il deputato napoletano Alberto Agnello Casale, accusato non solo di esser stato eletto coi voti procuratigli dalla camorra, ma di essersi strettamente legato ad essa e di aver corrotto l'intera amministrazione comunale di Napoli di cui era allora sindaco Celestino Summonte.
Contro l'onorevole Casale, ex giocatore di borsa, iniziò una spietata campagna di stampa, il 10 dicembre 1899, l'organo socialista napoletano La Propaganda. per settimane , per mesi, il giornale napoletano pubblicò articoli intitolati semplicemente 'camorra', tramite i quali documentava le malefatte di casale e di altri esponenti politici. Al Casale, il giornale rivolse tre precise domande : 1) Qual è la sua professione, art o mestiere - 2) Quali le sue rendite - 3) In mancanza dell'una e delle altre come vive Alberto Casale ?
Quindi il periodico sostenne , senza mezzi termini, che lo stato maggiore del deputato era costituito da affiliati di camorra, e di essi pubblicò nomi e soprannomi.
Mentre La Propaganda a Napoli portava avanti la sua battagli, a Montecitorio un altro deputato napoletano, Giacomo De Martino, non socialista e quindi non legato a quel giornale, sollecitava la nomina di una ''Commissione parlamentare d'inchiesta su Napoli e Palermo e sulle condizioni economiche , politiche , sociali e amministrative di queste due città nei rapporti con la mafia e la camorra''
Il 15 dicembre 1899, l'onorevole De Martino disse testualmente : '' Napoli ha più di ogni altra città d'Italia una massa enorme di miserrimi, venuta man mano crescendo a causa delle dissestate condizioni economiche della città, la quale, cessando di essere centro generale di consumo e capitale dell'ex-Reame, non ha ancora ottenuto uno sviluppo di commerci e industrie che ne compensasse gli effetti. Sulle masse misere di Napoli impera la camorra, cioè la violenza e il predominio individuale. In questa massa dominano il diritto di camorra sugli scambi, i 'dichiaramenti' di duello per le vie pubbliche, le esecuzioni capitali immediate come affermazione di superiorità o come riparazione di un primitivo senso dell'offesa. Ma queste masse diventate col regno d'Italia , in gran parte elettorali hanno acquistato una forza e un valore amministrativo e politico fortissimo. Quelle masse guidate e comandate dalla camorra non possono avere ideali, ma interessi. Donde e come si creano? Dalla vita amministrativa; e cosi sorge l'alta camorra. Tutta una fitta rete di interessi avviluppa la vita amministrativa napoletana. Nell'alto si formano gli appalti, i contratti, le cessioni pubbliche: su di esse arricchiscono i pezzi grossi, ma a quegli appalti, a quei contratti a quelle concessioni pertecipa man mano la bassa camorra che è loro assoldata. Tutto è latente, abilmente dissimulato nella vita comune, ma venga il giorno delle elezioni e voi vedrete scatenata per la città tutta questa massa ingorda, famelica, minacciosa. Allora, senza altra dimostrazione, s'intende, cos'è la camorra, qual è il potere, quali i suoi fini. Qualunque inchiesta, fatta onestamente e coraggiosamente, dimostrerebbe che l'amministrazione comunale di Napoli è guasta e corotta fino alle midolla e che , sorta da compromessi con la camorra, alta e bassa, per essa e con essa vive... ''
La proposta dell'onorevole De Martino venne insabbiata, ma a Napoli, intanto, La Propaganda continuava, con maggior vigore, la sua lotta contro la camorra e contro l'onorevole Casale, sfidando quest'ultimo a querelarli. La causa fu chiamata il 24 luglio 1900, e siccome il deputato non fu in grado di smentire nessuno degli addebiti mòssigli, la requisitoria del P.M. Raffaele Notarstefani, anziché contro i giornalisti de La Propaganda, si rivolse contro di lui e contro il principale testimone a suo favore, Gargiulo, procuratore generale di Corte di Cassazione. Il 31 ottobre 1900 i redattori de La Propaganda furono tutti assolti per esser riusciti a provare la fondatezza della loro accuse. Immediatamente Alberto Agnello Casale si dimise da deputato : altri tempi.
Lo scalpore suscitato dalla sentenza fu tale che l'11 dicembre 1900, Giuseppe Saracco, capo del governo e ministro dell'interno, nominò una '' Règia Commissione d'inchiesta per Napoli'', a capo della quale venne messo il senatore Giuseppe Saredo, presidente del Consiglio di Stato... [continua]
(Vittorio Paliotti, Storia della camorra, 1973 , 2006)

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