sabato 5 gennaio 2008

Le bolle di sapone di 'o cacaglio

Il portiere del mio palazzo mi disse tanti anni fa, nel 1993, all'inizio della satrapia di Bassolino, che girava tale voce: appena insediato a palazzo San Giacomo, Bassolino si vide costretto a pagarsi un professore di lingua italiana e grammatica per riuscire ad affrontare delle conversazioni di base, ora che stava entrando nel beau monde delle visite internazionali. Nell'ovile del partito fino ad allora dove il vocabolario era ristretto, contava esser lesti al tressette fuori al bar del paese: "lotta operaia", "abolizione della borghesia" e non so che altre amenità. Soprattutto studiò a tarda età come convertire la sua fonetica, prettamente provinciale, in fonetica italiana. Il partito (quale?) aveva imposto ai propri chierichetti solo l'apprendimento di due vocaboli, il resto della capacità di eloquio non importava: soldi e potere. E' un gossip, un pettegolezzo, chissà qual'era la fonte maliziosa che lo diffuse arrivando all'orecchio mio portiere (della stessa ridente cittadina di Bassolino).

Vediamo oggi come e se ha fatto tesoro di quelle lezioni di lingua e pronuncia italiana con queste esilaranti bolle di sapone che gorgheggiano dalla sua bocca. Tenete sempre presente che ha ricevuto voti per il 60%, percentuali cosiddette bulgare. Chissà perchè i Napoletani continuano a scegliersi semianalfabeti per farsi sterminare...

Notate anche la fatica a non balbettare (incacagliare, 'o cacàglio, soprannominato qui in lingua napoletana). Sembra che l'emozione nel dire cose senza senso lo faccia ricadere nel suo difetto elocutivo giovanile che tanto ha lottato per eliminare. Comunque Lui non si dimette (come se poi dimettersi fosse una sanzione adeguata per quanto ha fatto, manco dimettersi... ppu!).

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